Arricchire le persone con il sapere - Festival di letteratura internazionale

internationales literaturfestival berlin_(abbreviato: ilb berlin) foto e collage: Emilio Esbardo

di Emilio Esbardo

Come ogni anno, il festival di letteratura internazionale si è aperto con la serie di letture Berlino legge (berlin liest) e con un discorso d’inaugurazione, affidato questa volta a Eva Menasse intitolato Digitale Gespenster (Fantasmi digitali), che si è tenuto il 5 settembre 2018, presso la sede dei Berliner Festspiele, accompagnato dal concerto del pianista russo-tedesco Igor Levit.


I cinque temi principali del programma 2018 sono stati: Decolonizing Wor:l:ds, Nature Writing, The Art of Cooking, The Politics of Drugs, Die Evolution der menschlichen Kultur (Evoluzione della cultura umana).

Al Festival hanno parteciperanno circa 200 autori/trici di oltre 50 Paesi differenti, tra i quali: Sebastian Barry (Irlanda), Zaza Burchuladze (Georgia / Germania), Rachel Cusk (Gran Bretagna), Jennifer Egan (USA), Dmitry Glukhovsky (Russia), Olivier Guez (Francia),  Michael Ondaatje (Canada), Vivek Shanbhag (India), María Cecilia Barbetta (Argentina / Germania) e Juli Zeh (Germania).

Vi sono stati in tutto 6 scrittori italiani: Antonella Lattanzi, Wanda Marasco, Francesca Melandri, Davide Morosinotto, Francesca Sanna e Federico Varese.

Il 15 settembre, Francesca Melandri ha presentato il libro Sangue giusto – pubblicato in tedesco ad agosto 2018 dalla casa editrice Wagenbach con il titolo Alle, außer mir – che tratta un tema troppo poco discusso sul colonialismo e sull’occupazione italiana in Etiopia (iniziata nel 1935). Durante la discussione Melandri, nata il 1964 a Roma e di professione anche sceneggiatrice e documentarista, ha fatto un parallelismo con il difficile tema dell’emigrazione moderna, che sta lacerando l’Europa e non solo.

A proposito di emigrazione, il tema è stato trattato approfonditamente durante l’incontro con Patrick Chamoiseau (11 settembre), il quale non crede affatto alla teoria che i flussi migratori possano destabilizzare l’Europa, creando scontri di civiltà. Dal suo punto di vista, gli europei dovrebbero aprirsi a culture e a modi di pensare differenti. Inoltre Chamoiseau, nato il 1953 a Fort-de-France, ha messo in guardia contro i pericoli del neoliberalismo selvaggio, altro grande problema dei nostri tempi.

Patrick Chamoiseau - foto: Emilio Esbardo

Ann Pettifor - foto: Emilio Esbardo

Brett Scott - foto: Emilio Esbardo

Questo argomento è stato analizzato esaustivamente il 15 settembre nell’incontro intitolato Riflessioni su un futuro senza stati nazionali – Dieci anni dopo il fallimento di Lehman Brothers (“Gedanken über eine Zukunft jenseits des Nationalstaats – Zehn Jahre nach der Pleite von Lehman Brothers”). A discuterne sono stati Ann Pettifor, analista del sistema finanziario globale e appartenente ad una rete di economisti sostenitori di Keynes, Brett Scott, attivista sudafricano e giornalista economico, e Harald Schumann corrispondente del quotidiano berlinese Tagesspiegel.

Nonostante siano trascorsi 10 anni dall’insolvenza della banca d’investimenti Lehman Brothers, che ha causato il collasso del sistema finanziario, le conseguenze disastrose sull’economia reale sono tutt’ora tangibili ed influenzano la vita quotidiana delle persone a livello globale. A peggiorare sono stati servizi pubblici fondamentali come quelli dedicati alla salute, alla cultura, alle infrastrutture, etc. Gravissimo rimane il problema dell’occupazione, i giovani trovano difficilmente un lavoro a tempo indeterminato e nel caso dei pochi fortunati, prevalentemente lo stipendio non è adeguato al costo della vita. Con un futuro incerto, i ragazzi non hanno più i mezzi necessari per formare una famiglia, acquistare una casa e risparmiare soldi per i loro figli.

Ann Pettifor, come tantissima altra gente, ultimamente, si è mostrata positiva e vogliosa di lottare affinché la situazione migliori. Ha tracciato un quadro esaustivo sui vincitori dell’epoca del neoliberalismo, ossia i banchieri ed i politici, i quali non provano nessuna forma di empatia per la gente comune, per i loro problemi e necessità. Sembra che essi vivano in un altro mondo, fatto di privilegi esagerati, scollegati dalla realtà. Non bisogna dunque meravigliarsi se, in Europa e a livello internazionale, stanno nascendo fuochi rivoluzionari, che potrebbero trasformarsi in pericolosissimi incendi, volti a ribaltare lo status quo.

Pettifor ha affermato che la maniera migliore per combattere questo sistema ingiusto è informarsi. Sapere come funziona il sistema finanziario e creditizio è fondamentale per difendere i nostri diritti. Su questo punto si è dissociato Harald Schumann, il quale ha dichiarato che, dal suo punto di vista, la gente non ha nessun interesse ad informarsi. Non ha nessuna voglia di porsi anche delle semplici ma importantissime domande, quali ad esempio: “Che cos’è il denaro? Chi lo ha inventato? E perché? E il debito?”, etc., etc.

Empower people with knowledge (Arricchire le persone con il sapere), ha esclamato Pettifor come risposta ed ha aggiunto: “La gente non è affatto stupida. Noi intellettuali abbiamo il dovere di spiegare le cose in modo semplice e chiaro, affinché le persone possano comprendere questioni come il falso mito del debito e possano conseguentemente reagire agli speculatori”.

Brett Scott ha sollevato la rilevante questione dei confini, che, dal suo punto di vista dovrebbero essere rafforzati, andando così contro il pensiero più diffuso dai media, che promuovono, invece, la graduale eliminazione delle nazioni a favore di Superstati come l’Unione Europea.

Francesca Melandri e Luigi Reitani, direttore dell'Istituto Italiano di Cultura a Berlino - foto: Emilio Esbardo

Francesca Melandri mentre firma i suoi libri - foto: Emilio Esbardo

Wanda Marasco - foto: Emilio Esbardo

Altra scrittrice italiana che ho seguito al festival è stata Wanda Marasco (12 settembre), che ha presentato il libro La compagnia delle anime finte, pubblicato in Germania con il titolo Am Hügel von Capodimonte. In esso si narra la saga di una famiglia di Napoli. Il racconto è affidato a Rosa, che dalla collina di Capodimonte, osserva il corpo della madre morta e ne racconta la vita ai lettori, partendo dalla sua infanzia povera, caratterizzata da atti di soprusi e violenza.

Uno degli eventi più affollati è stato quello con lo scrittore, drammaturgo, sceneggiatore e pittore russo Vladimir Sorokin: una voce critica nei confronti dell’apparato politico del suo Paese. Sorokin ha presentato il suo libro Das weiße Quadrat (in Italia non ancora tradotto). Il romanzo è dedicato al regista Kirill Serebrennikov, ai domiciliari con l’accusa di frode fiscale.  

L’11 settembre mi sono recato con grande curiosità all’evento con Peter Wawerzinek, perché ha fatto parte della scena culturale della Berlino degli anni ’90: viene anche citato nel libro Casa estiva, più tardi di Judith Hermann, la scrittrice su cui io ho scritto la mia tesi di laurea. Wawerzinek ha presentato il suo romanzo Ich – Dylan – Ich dedicato al grande poeta, scrittore e drammaturgo  Dylan Thomas. Per la realizzazione del libro, Wawerzinek si è recato più volte in Galles, per descrivere i paesaggi e i luoghi patri dove Dylan Thomas è cresciuto ed ha lavorato.

Il 9 settembre ho partecipato al Hongkong Panel, i cui ospiti erano il poeta scozzese David McKirdy, residente dagli anni ’60 nell’ex colonia britannica, il regista Evans Chan e Nathan Law, leader della cosiddetta Rivoluzione degli ombrelli del 2014, promossa dagli attivisti pro-democrazia. Hong Kong è oggi un territorio autonomo. È divenuto una colonia dell’Impero britannico durante la fine della prima guerra dell’Oppio a partire dal 1841 fino al 1997 (tranne per un breve periodo occupata dal Giappone), quando è tornata sotto l’influenza della Cina. David McKirdy, Evans Chan e Nathan Law hanno proprio discusso come questa regione a statuto speciale si sia sviluppata politicamente e culturalmente negli ultimi vent’anni sotto la sfera di influenza della Cina.

Peter Wawerzinek - foto: Emilio Esbardo

David McKirdy, Nathan Law, Evans Chan - foto: Emilio Esbardo

Vladimir Sorokin - foto: Emilio Esbardo

Vladimir Sorokin - foto: Emilio Esbardo

Autografo di Vladimir Sorokin - foto: Emilio Esbardo

Vladimir Sorokin - foto: Emilio Esbardo

María Cecilia Barbetta - foto: Emilio Esbardo

Uno degli incontri più interessanti per me è stato quello con la scrittrice argentina María Cecilia Barbetta, che ha presentato il suo nuovo libro Nachtleuchten (si potrebbe tradurre come “Luci notturne”), pubblicato il 15 agosto 2018 dalla casa editrice Fischer.

Luci notturne descrive l’atmosfera spettrale che si respirava in Argentina alla vigilia della dittatura militare.

Il romanzo è ambientato a Buenos Aires e precisamente a Ballester, quartiere dei destini di gente comune travolta però dai grandi eventi della storia. A distruggere il sogno di un’esistenza tranquilla e felice è stato il conflitto politico che ha diviso la nazione in due: presto si formano gruppi paramilitari che uccidono gli oppositori e spianano la strada alla dittatura.

Il nuovo libro di Barbetta non è però solo un romanzo: in esso vi sono riflessioni sulla scrittura, sul linguaggio e sulla letteratura. La letteratura per mescolare realtà e fantasia. Il linguaggio e la scrittura come mezzi di espressione.

Primo punto, mescolanza realtà-finzione: il romanzo è ambientato nel quartiere dove è cresciuta. Le persone conosciute durante l’infanzia, che abitavano effettivamente nel vicinato, l’hanno ispirata nella costruzione del racconto. Il parrucchiere è anch’esso reale ma il suo negozio, peraltro brutto, si trova a Berlino. Anche la famosa zona di Kreuzberg le ha dato molti spunti: “Tutto inganna nella letteratura. La realtà si mescola alla fantasia e viceversa”, afferma Cecilia Barbetta davanti ad un pubblico divertito.

Secondo punto, linguaggio e scrittura come mezzi di espressione: Barbetta fa parte di quel nugolo di autori che hanno utilizzato la lingua adottiva per scrivere i propri libri. A 24 anni spinta dalla sua insegnante si è trasferita in Germania per prendere il dottorato. Giunta nella capitale il 1996 e terminati gli studi con successo, ha lavorato 5 anni come insegnante di spagnolo prima di intraprendere la carriera letteraria, scrivendo i suoi romanzi in tedesco. Scrivere in un idioma straniero le dà maggiori libertà, perché le offre un distacco sufficiente su argomenti che le stanno a cuore. Ad esempio il tragico episodio delle torture e dei Desaparecidos non avrebbe potuto raccontarlo senza il necessario distacco in Luci notturne. Barbetta era solo una bambina quando avvennero le sparizioni, ma percepiva tutto ciò che accadeva attorno a lei. A scuola facevano esercitazioni anti-bombardamento. Un giorno la sua migliore amica è scomparsa e non se ne è saputo più nulla. Nessuno osava parlare dell’argomento, regnava la paura.

Proprio perché bambina al momento dei fatti, è stato difficile per lei fare una ricostruzione storica fedele degli avvenimenti. Si è dovuta rifare alle fonti di libri di storia e di letteratura e della cinematografia.

Ultima serata del festival con concerto finale - foto: Emilio Esbardo

Il prossimo appuntamento con il festival di letteratura internazionale a Berlino è per settembre 2019.

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