“Arte e neuroscienza: un nuovo approccio” di Emilio Esbardo – “Presente come una farfalla” di Lino De Palmas

Venerdì 25 maggio si è tenuto l’evento “Art and neuroscience: a new approach” (Arte e neuroscienza: un nuovo approccio) presso la Ecke Gallery. Giovanni Casu, curatore del progetto, ci ha concesso un’intervista, che permette meglio di capire il loro interessante progetto. 

Giovanni, quando avete iniziato a lavorare al vostro progetto?


È un progetto partito due anni fa: dopo aver messo assieme artisti e neuroscienziati, abbiamo cercato di sviluppare un concetto che permettesse agli artisti di lavorare in maniera più concreta su concetti legati alle neuroscienze. Abbiamo formato sette gruppi di lavoro. Ognuno di essi affronta un tema, dove le neuroscienze e le scienze in generale hanno un problema a fare un passo avanti. Ci sono dei punti critici, dove, la scienza ha difficoltà ad indagare perché hanno dei limiti filosofici: ad esempio la dicotomia che esiste tra percezione soggettiva e realtà fisica. Tutto ciò che succede nel cervello procura una fenomenologia che è quello che risentiamo quando vediamo il colore rosso. Se guardiamo dentro al cervello, quello che possiamo vedere è uno scambio di impulsi elettronici o comunque uno scambio di sostanze chimiche, etc. Non c’è il rosso che vediamo, non ci sono le sensazioni che percepiamo. Un artista può lavorare a questi argomenti con l’aiuto degli neuroscienziati e creare un’opera d’arte che chiaramente ha come base il processo creativo dell’artista e della sua personalità.

Ambra Pittoni - Foto: Emilio Esbardo

Cosa ci puoi dire sulle opere esposte questa sera?

Queste sette opere d’arte, che tu vedi, sono ancora in elaborazione. Il nostro intento, appena terminato il progetto, è quello di presentarle ed esporle in spazi accademici, per farle conoscere al mondo scientifico. Esse sono il risultato di una collaborazione tra arte e scienza.

 

Puoi descriverci due opere presenti qui alla mostra?


Sì. Ad esempio “Negotation” di Ambra Pittoni, che ha pensato di proporre un’opera d’arte, semplicemente descrivendola a voce. Il visitatore, che vuole partecipare all’esperienza, sente tramite degli i-phone una descrizione di tre minuti dell’opera d’arte, che può vedere, soltanto immaginandola, riscostruendola nella propria testa. Così il risultato finale è un prodotto artistico soggettivo legato alla propria immaginazione e alle proprie percezioni. Ania Pabis, di origine polacca, ha elaborato un progetto con un’antropologa e con una psichiatra sul tema dell’allucinazione: hanno indagato sull’allucinazione audio, ossia, sulle parole o sui discorsi, che alcune persone sentono nella loro testa, senza che ci sia una vera causa esterna. È legata a volte alla schizofrenia. Ania ha preso spunto da questo tipo di fenomeno e l’ha sviluppato in un’istallazione: ha realizzato un set cinematografico, evidentemente finto. Ad un lato ha posizionato un ritratto di una ragazza un po’ androgeno e all’altro c’è uno specchio, dove la luce di uno spot cinematografico fa sì che sul viso dello spettatore e le frasi che sono scritte sullo specchio vengono riflesse. Sta allo spettatore, poi, capire le connessioni col tema delle allucinazioni audio.

Ania Pabis - Foto: Emilio Esbardo

  

Presente come una farfalla 

Nel lungo corridoio, al terzo piano dell’Istituto Italiano di Cultura, quello che porta alla sala conferenze, lo si poteva tranquillamente confondere con uno di quelli che vengono all’Istituto per chiudere l’evento a tarallucci e vino. Non a caso, lui stesso, durante la presentazione, confessa che le sue sono storie ubriache, che però scrive da sobrio. È un napoletano verace Erri De Luca. Scrittore intelligente, attento, teatralmente cotto a puntino. Ha quell’ironia paziente alla De Filippo, anche se fisicamente ricorda anche Ferruccio Parri. Un po’ attore, un po’ partigiano. Frasi brevi, preparate, buone pause. Il tutto, apparentemente semilavorato, affinato nelle botti di rovere dell’improvvisazione. Peccato per le traduzioni. Niente di grave. Tanto, l’essere napoletani non si può tradurre facilmente.

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