Berlino: metropoli in continua mutazione - Intervista alla giornalista Bettina Rust

Bettina Rust - Foto: Emilio Esbardo

di Emilio Esbardo 

Bettina Rust, nata il 1967 ad Hannover, capitale dello Stato Federale della Bassa Sassonia, ha studiato Comunicazione e Marketing ad Amburgo, prima di intraprendere la sua carriera di successo da giornalista e moderatrice televisiva.

Bettina Rust, ha iniziato ad intervistare personalità tedesche a partire dal 1993. Oltre ad essere conosciuta grazie al piccolo schermo, dove ha lavorato, tra gli altri, per kabel eins, Sat.1, ARD, RBB, è attiva come giornalista freelance anche per riviste e quotidiani.


A partire da settembre 2013, sono andati in onda i primi episodi della serie “Stadt, Rad, Hund” (Città, bicicletta, cane) su RBB.

Dopo le foto sul set con l’attrice Anna Maria Mühe, mi ha concesso gentilmente un’intervista in un caffè nel quartiere di Neukölln.

Signora Rust, lei è ritornata a girare in bicicletta per Berlino, una città in continua mutazione, alla scoperta dei luoghi e dei personaggi più singolari. Quanto velocemente è cambiata, secondo lei, la città? 

Da sempre, Berlino è in costante cambiamento, fa parte della sua tradizione. Mutamenti così veloci, dal mio punto di vista, sono iniziati, però, a partire dal 2006, quando in città si è tenuta la finale del campionato mondiale di calcio. Le trasformazioni si possono percepire facilmente: qui si sono trasferiti, molti spagnoli, italiani, francesi, etc. che hanno influito sul tessuto sociale della città. Vi è una nuova forma di turismo, che ha fatto esplodere i prezzi del mercato immobiliare alle stelle. Ho notato che vi sono persone e famiglie intere essere al settimo cielo quando riescono ad ottenere in affitto un appartamento persino nel quartiere di Neukölln, dove una volta non si voleva trasferire nessuno. E oggi sono contenti di poter abitare lì. Sono curiosa di sapere come si evolverà la situazione. Ora come ora non saprei dire se questo fenomeno dell’aumento dei prezzi che causa una rimescolanza sociale dei quartieri sia positiva o negativa. Sicuramente è un fenomeno di mutazione tipico di Berlino.

Dal suo punto di vista, gli italiani e gli stranieri, in generale, influiscono positivamente o negativamente nel cambiamento della città?

Per me, essi hanno un’influenza molto, molto positiva sulla città. Però, come già accennato, questa nuova forma di turismo, non ha portato solo vantaggi, vi sono anche lati negativi: ad esempio ha causato molta spazzatura, il fenomeno degli appartamenti vacanza e il conseguente aumento degli affitti, molto rumore, una parte delle persone si reca qui soltanto per festeggiare. Non voglio limitare le colpe a persone provenienti da una nazione piuttosto che da un’altra. È un boom di visitatori provenienti da ogni parte del mondo, che in prevalenza fa bene alla città.  D’altro canto, penso che il turismo porti ispirazione e nuove idee. Amo passeggiare per strada e sentir parlare in turco, spagnolo o italiano e poi di nuovo autoctoni esprimersi nell’idioma tipico di Berlino. Questa città vuole modernizzarsi. Gli stranieri, che di regola sono curiosi, m’ispirano. Mi danno una nuova prospettiva della metropoli. Con il loro sguardo, osservo la città sotto un’altra luce, soprattutto, ad esempio, quando mi dicono: questo nella nostra nazione, non ce l’abbiamo, non esiste, facendomi, così riflettere, su cose che per me sono naturali. 

Lei è originaria di Hannover. Quando e perché ha deciso di trasferirsi a Berlino?

Prima di trasferirmi a Berlino, ho vissuto 10 anni ad Amburgo. Ad un certo punto della mia vita, mi era divenuto chiaro che mi sarei trasferita qui. Non è avvenuto perché avevo un particolare obiettivo o progetto. È successo e basta. Hannover, dove sono nata, è una bella città e vi ho trascorso un periodo piacevole. Anche Amburgo è una bella città. 17 anni fa, però, quando ho traslocato, avevo bisogno di cambiare aria, sentivo che un capitolo della mia vita era terminato, e l’unica destinazione che ho preso in considerazione è stata la capitale. Berlino è sempre stata molto eccitante: sempre troppo rumorosa, sempre troppo selvaggia, troppo bella, troppo qualcosa. Semplicemente, Berlino è stata sempre “troppo”. Si vuole vivere in questa metropoli, perché è intensa, in senso positivo e negativo. Da qui la mia decisione: se io mi trasferisco, allora a Berlino.

In Germania si parla spesso della quota obbligatoria d’assunzione di donne ai vertici delle imprese e in politica. Dal suo punto di vista, le donne vengono discriminate nel giornalismo ed in ambito artistico? Si dovrebbe anche in questi casi adottare la quota obbligatoria di presenza delle donne?

Circa un anno fa, ho letto un articolo che trattava di pittura e nel quale si affermava che le donne in campo artistico vengono effettivamente discriminate. Ciò mi fa rabbia, ma non posso cambiare la situazione. Sono assolutamente convinta, che le donne non abbiano meno talento in qualsiasi ambito rispetto agli uomini. Dunque dal mio punto di vista, in ogni professione, sia che si tratti di assicurazioni, sia che si tratti di arte, il migliore dovrebbe ottenere il posto di lavoro. Spesso sono certi condizioni che sfavoriscono l’inserimento delle donne in una precisa posizione: gli uomini preferiscono dare la precedenza ad altri uomini. Le quote obbligatorie di presenza servono proprio a creare uguali possibilità per tutti, indistintamente, senza discriminazioni di genere. Utilizzando un esempio banale: si fanno partecipare cinque donne e cinque uomini ad una scommessa. Se tutte le donne perdono, allora io accetto il risultato. Non credo che le donne siano a livello umano più brave degli uomini e viceversa. Bisogna valutare da caso a caso, ma naturalmente desidero che alle donne vengano concesse le stesse possibilità degli uomini. Se questo non accade volontariamente, sono a favore dell’introduzione delle quote obbligatorie di presenza.

Crede che Berlino sia una città che favorisce lo sviluppo professionale ed artistico delle donne?

Credo che Berlino, per le donne, sia la migliore di tutte le città della Germania. Questa metropoli è come un bambino difficilissimo da educare. La si ama perché è imprevedibile. Tutti pensano: Berlino tu mi rendi nervoso, sei sfacciata, sei scortese ma per niente noiosa. Berlino contiene numerosissime e variegate biografie di personaggi, grazie ai quali si può crescere professionalmente ed umanamente e ci si può lasciar ispirare. Anche se si giunge qui senza sapere il perché, dopo essersi osservati attorno, si può avere una idea di che strada intraprendere per il futuro. Alcune volte, quando sono ferma davanti ad un semaforo, in macchina, mi capita di osservare attentamente i pedoni che attraversano la strada e tra di essi vi sono tantissime donne; non importa se hanno 16 o 25 o 40 anni: esse hanno tutte un loro stile, un loro portamento individuale. Nessuno si volta se vanno vestite in modo apparentemente strano. Berlino era già famosa, per il modo di vestire caratteristico delle donne e di come esse giocano con la moda, con l’arte e con il loro ego. Ciò mi rende fiera e penso: è così bello che siate voi stesse, per niente conformi, mantenete la vostra individualità, è meraviglioso. 

Com’è stato realizzare un episodio della serie “STADT, RAD, HUND” con Klaus Wowereit?

Io conosco Klaus Wowereit da molto tempo, sin dalla sua nomina a sindaco di Berlino, quando per l’occasione ho realizzato una trasmissione radiofonica. E siccome ci conosciamo già un po’, è stato divertente realizzare un episodio con lui. Abbiamo gironzolato per il suo quartiere, lungo la strada, dove fa gli acquisti, siamo passati dal suo parrucchiere, etc. è stato personale e bello.

Klaus Wowereit qualche mese prima delle sue dimissioni mentre riceve il sindaco di Parigi Anne Hidalgo presso la Porta di Brandeburgo. Klaus Wowereit, come si osserva nell'immagine era molto amato dai turisti - Foto: Emilio Esbardo

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