“Europa: ritorno al futuro” - Matteo Renzi a Berlino

Angela Merkel e Matteo Renzi al termine della conferenza stampa a Berlino - Foto: Emilio Esbardo

di Emilio Esbardo

È stato un sì deciso quello pronunciato da Matteo Renzi a Berlino: SÌ all’Europa. Sì, però, ad una nuova Europa, più solidale, più politica, più democratica. L’Europa, come è stata concepita finora, delle banche, della finanza, secondo l’opinione del Premier, è fallita. Bisogna avere un approccio differente. L’austerità non è un bene per gli europei, ha affermato Renzi, lo è stata sicuramente per la Germania, ma non per gli altri Paesi.


Il Presidente del Consiglio italiano ha affrontato, mercoledì primo luglio, i temi più caldi del momento, durante la sua visita nella capitale tedesca.

Alle ore 10.15 ha partecipato al convegno “Europa: Back to the Future” presso l’Università Humbolt, alle ore 12.30 ha visitato il centro industriale della Berlin Chemie e alle ore 16.15 ha tenuto una conferenza stampa congiunta con Angela Merkel in Cancelleria.

Matteo Renzi e Angela Merkel - foto: Emilio Esbardo

La Berlin-Chemie, una delle più importanti compagnie farmaceutiche della DDR, è stata rilevata nel 1992 dal gruppo italiano Menarini, che è tra le prime 15 imprese d’Europa con la crescita più alta e che attualmente è presente in più di 30 Paesi e dà occupazione a persone di 70 nazionalità differenti.

In un’aula gremita di studenti, alla presenza di alti rappresentati del Parlamento tedesco e di Ingolf Pernice, l’organizzatore dei congressi sull’Europa dell’Università Humboldt, Matteo Renzi ha sottolineato la ripresa italiana, avviatasi, queste le sue parole, grazie alle riforme attuate dal suo Governo. Gli stava a cuore anche parlare con orgoglio dell’Italia, cofondatrice dell’Unione europea, che deve tornare ad essere protagonista di primo piano della politica internazionale. Il titolo della conferenza “Europe: Back to the Future” – “Europa: ritorno al futuro” sta ad indicare che, nonostante la crisi greca, il progetto europeo non è affatto fallito, bisogna correggere gli errori fatti finora.

Ingolf Pernice e Matteo Renzi nell'Università Humbolt- foto: Emilio Esbardo

“Riscoprire l’identità europea è il compito della nuova generazione dei leader politici del nostro tempo. Non possiamo paragonarci ai giganti del passato”, ha detto Renzi, “La generazione dei nostri nonni era quella di De Gasperi. La generazione dei nostri padri era quella di Mitterrand e di Helmut Kohl. Noi siamo la generazione dei figli. Sappiamo di essere molto, molto distanti. Il nostro compito non è soltanto quello di ricevere una eredità. È quello di meritarla. Noi figli abbiamo il compito di caricarci la nostra storia sulle spalle (…) Non lasciarsi tentare dalla politica di basso livello. Restituire all’Europa una visione, una strategia. Per farlo occorre abbracciare la politica, senza incertezze. Non è facile nella stagione del populismo”.

Per quanto riguarda la Russia, Renzi considera corrette le reazioni della NATO; essa deve rispettare la sovranità dell’Ucraina. Però è sbagliato schierarsi totalmente contro Putin, che è un partner fondamentale contro la lotta al terrorismo. Non si può pensare di intraprendere una guerra contro il terrorismo, escludendo a priori la Russia.

Matteo Renzi all'uscite dell'università- foto: Emilio Esbardo

“È un grosso errore definire l’Europa come l’anti Russia, perché significa conoscere poco la Russia”, ha dichiarato il Presidente del Consiglio “Ma significa anche conoscere poco l’Europa. L’Europa non è nata in negativo, è nata in positivo. Il trattato del ’57 non nasce contro qualcuno, nasce per qualcosa. Nasce per la pace, nasce per un’idea, nasce per un ideale”. Sarebbe persino uno sbaglio, nella lotta al terrorismo, escludere Paesi come l’Albania, composta anche di persone di fede musulmana, o la Serbia.

Altri temi caldi affrontati da Renzi, durante il convegno, sono stati l’immigrazione e la crisi greca. Le sue affermazioni a tal proposito sono state riprese e ribadite durante la conferenza stampa congiunta con Angela Merkel.

Di fronte ad una Cancelliera, particolarmente sorridente, Renzi ha detto che la situazione italiana è migliorata di molto rispetto all’anno scorso, quando si era recato, per la prima volta, in visita a Berlino. Molte riforme sono state attuate, l’Italia ha intrapreso il cammino giusto e il jobs act ha favorito la crescita nel nostro Paese.

Riguardo Tsipras, Renzi non vuole interferire nelle decisioni di un Governo di uno Stato sovrano, ciascun leader deve prendere autonomamente le decisioni in casa propria. Nutre molta simpatia per la Grecia, che ha definito come la culla della democrazia e del pensiero europeo. Si augura il meglio per la sua popolazione, che sta affrontando un periodo difficilissimo. Però la Grecia ha il dovere di attuare le riforme, esattamente come l’Italia.

“Quello che è chiaro è che se le regole si rispettano dappertutto, si devono rispettare anche in Grecia”, ha aggiunto Renzi “Non abbiamo tagliato le baby pensioni in Italia, per continuare a pagare i greci, non abbiamo fatto le riforme del lavoro in Italia, per continuare con le stesse regole dei greci (…)”.

L’atteggiamento di Renzi, di fronte alla Merkel, è stato quello di una persona orgogliosa, che rispecchia una nazione orgogliosa, che vuole avere un ruolo centrale in Europa. Il Presidente del Consiglio ha affermato che l’Italia si pone l’obiettivo di superare economicamente la Germania. Anche riguardo al tema dell’immigrazione, L’Italia non avrebbe nessun problema a gestire da sola il problema.

“Ho detto e ripeto che l’Italia può fare da sola”, ha dichiarato senza esitazioni, “ma l’Europa non può permettersi di lasciar fare da sola l’Italia”. La richiesta degli aiuti europei riguardante la questione degli immigrati non è economico bensì politico perché l’Europa non può voltare le spalle ad un problema che riguarda tutti. L’Europa di oggi deve essere soprattutto politica.

 “Il concetto d’identità in Europa, non è il contrario d’integrazione”, ha aggiunto, “Il concetto d’identità è il presupposto dell’integrazione. Il vero contrario d’integrazione non è identità, il vero contrario d’integrazione è disintegrazione”.

Matteo Renzi e Angela Merkel appena terminata la conferenza stampa - foto: Emilio Esbardo

Oggi stiamo vivendo cambiamenti epocali, forse, senza neanche accorgercene. A Berlino era già accaduto nel 1989 con la Caduta del Muro e “molti”, così Renzi, “si erano azzardati a dire che era finita la storia. Non è così (…) Il nostro tempo vive una stagione fantastica: cambiamenti radicali e improvvisi (…)”.

Non si può affermare con certezza cosa ci riserva il futuro. Certo è che Angela Merkel ha preso in forte simpatia Matteo Renzi. Non l’ho mai vista così sorridente e raggiante in altre conferenze stampe con gli altri Premier. Rompendo il suo atteggiamento distaccato, al termine dell’incontro, si è congedata dal suo collega italiano, non con delle strette di mano, ma con dei baci sulle guance. 

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