“Fortunatamente il matrimonio non è la garanzia della fedeltà” – Catherine Millet è gelosa e il lettore si stupisce

Riproponiamo gli articoli del Festival di Letteratura Internazionale 2012. Tra un po’ inizierà la nuova edizione.

Mi è capitato di avere trenta uomini in una sera, uno dopo l’altro, o due o tre nello stesso tempo (Catherine Millet)

Durante il Festival di Letteratura Internazionale, Catherine Millet ha letto alcuni passi del suo libro “Jour de souffrance” (“Gelosia”), pubblicato nel 2008. A moderare l’evento è stata Marie Neumüllers.

L’autrice era diventata velocemente famosa nel 2001 grazie al romanzo autobiografico “La vita sessuale di Catherine M.”, che ha sconvolto la società benpensante francese.

Il libro è stato tradotto in 45 lingue e ha venduto più di due milioni di copie.

La sorpresa del lettore è stata doppia visto che fino a quel momento Catherine Millet, nata il 1948 a Bois-Colombes, era considerata una delle più raffinate intellettuali francesi, redattrice e critica d’arte della rinomata rivista Art Press.


Nel suo libro scandalo del 2001 si possono leggere le sue esperienze sessuali, che vanno dalle descrizioni delle sue masturbazioni infantili alle esperienze di gruppo e saffiche. Attraverso una scrittura diretta, per niente sentimentale, descrivendo ogni dettaglio delle sue esperienze, Catherine Millet ha raccontato le sue innumerevoli avventure avvenute in differenti ed impensabili luoghi, quali cimiteri, stazioni di servizio o in armadi.

L’opinione pubblica si è divisa tra i suoi sostenitori, che vedevano in lei la raggiunta emancipazione femminile, per altri, invece, è divenuta il simbolo di un semplice e volgare esibizionismo pornografico.

Catherine Millet - Foto: Emilio Esbardo

Altre grande sorpresa è stata, quando, in seguito, la scrittrice ha pubblicato il libro “Jour de souffrance” (“Gelosia”), nel quale rivela di essere caduta in un profondo sentimento di gelosia nei confronti di suo marito, lo scrittore e fotografo Jacques Henric, dopo aver scoperto casualmente una sua avventura.

La libera ed emancipata Catherine Millet ha confidato di essersi vergognata, definendo “la gelosia una malattia che ha che fare con la paranoia”.

La donna, che aveva promulgato e sostenuto la promiscuità sessuale femminile ha avuto bisogno di sette lunghi anni per raccogliere il coraggio necessario per rivelare che anche lei è stata affetta dal terribile male della gelosia. Una punizione per il suo comportamento, come ha dichiarato:

“Non è la gelosia una meritata punizione per il libertinaggio? Ora l’infedele è a sua volta diventata vittima d’infedeltà”.

È stato veramente il colmo che sia divenuta lei stessa, il primo esempio della sessualità libera, a divenire gelosa, ha raccontato.


Il tutto ha inizio quando Catherine scopre in una busta nascosta di suo marito una foto di una donna incinta nuda ed in lei nasce un forte sospetto che si tramuta in un’accecante gelosia, che la porta a compiere azioni di cui non si sarebbe mai creduta capace. Inizia ad analizzare ogni particolare con ossessiva tenacia e precisione.

Attraverso la sua scrittura, l’autrice, con grande capacità, riesce a comunicare al lettore il dolore fisico che la gelosia provoca quasi fino a farla svenire. Non riuscendo ad entrare a far parte attivamente alla vita sessuale segreta di suo marito Jacque, si improvvisa nel ruolo voyeuristico. Ciò la condurrà in una situazione in bilico tra l’autodistruzione e la follia.

Catherine Millet ha introdotto così il suo libro: “appartengo ad una generazione che ha creduto di dover eliminare la gelosia. Durante quegli anni si doveva eliminare il senso borghese della gelosia. Jacque è il nome del marito e già il titolo evoca ricordi autobiografici. La gelosia rende la vita impossibile agli altri. Io ho capito che la mia stava distruggendo l’amore dell’uomo che io amavo. Sì, la gelosia appartiene all’amore, ma è la sua parte cattiva”.

All’affermazione di una giovane ragazza francese presente all’evento che molti suoi amici intraprendono la strada del matrimonio e che il tradimento per le giovani generazioni è considerato qualcosa di grave, Catherine Millet ha risposto: “Fortunatamente il matrimonio non è la garanzia della fedeltà”.

Anche Catherine Millet si è lasciata fotografare da me al termine della serata.

di Emilio Esbardo

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