Intervista al Maestro Alessandro Cavallucci

Il Maestro Alessandro Cavallucci - Foto privata

di Michela Buono

Maestro Cavallucci Lei ha studiato chitarra classica e mandolino al Conservatorio Luisa D’Annunzio di Pescara. Come è nata la passione per questi strumenti?

La passione per questi strumenti e per la musica è nata con me, in quanto ho avuto la fortuna di crescere in una casa con mia madre soprano e mio nonno mandolinista. Infatti dopo essermi diplomato in chitarra classica, è stato proprio con mio nonno che ho iniziato i primi concerti in duo chitarra e mandolino, solo che allora io suonavo la chitarra e lui il mandolino.

Con la perdita del caro nonno ho sentito il dovere morale di continuare a far suonare questo strumento che era rimasto ormai muto in casa, e quindi ho iniziato anche lo studio di questo strumento, scoprendo che mi appassiona e mi riesce con grande naturalezza e facilità.


Quali musicisti sia italiani che stranieri sono stati importanti per la sua formazione?

Come dicevo prima, essendo cresciuto con una madre soprano, l’aria che si respirava in casa era soprattutto intrisa delle musiche dei grandi compositori operistici, Rossini, Verdi, Puccini e grazie a mio nonno tutta la musica classica di origine partenopea. Ovviamente a livello chitarristico sono stati importanti Fernando Sor, Mauro Giuliani,  e tutta la musica dei compositori dei primi del novecento quali Turina, Villa Lobos, Agustín Barrios, finendo poi con i contemporanei quali i grandi Maestri Leo Brouwer e Roland Dyens, con i quali ho avuto la grande fortuna di studiare e di suonare.

Lei ha studiato anche in Spagna, che differenze ha trovato da un punto di vista didattico rispetto all’Italia?

Proprio in Spagna ho avuto modo di studiare con Leo Brouwer, vincendo anche una borsa di studio consegnata ai primi dieci chitarristi italiani. A livello didattico gli spagnoli sono molto meno accademici di noi, la musica viene insegnata e vissuta in maniera più viscerale ed immediata, quando suoni devono venir fuori i famosi “brividi a pelle” dal musicista che poi li trasmette al pubblico. C’è empatia tra il docente e l’allievo che a sua volta deve regalare questo stato d’animo al pubblico che lo ascolterà in concerto. Avendo la fortuna di vivere in Spagna ho studiato corsi di composizione per chitarra flamenca a Cordoba in Spagna, con R. Merengue, R. Riqueni e M. Santiago. Ho suonato per la televisione spagnola in occasione del Festival di Cordoba e presso la Cattedral del Monasterio de Cartuja con la partecipazione straordinaria di Roland Dyens. La differenza che ho colto da musicista tra il pubblico spagnolo e quello italiano sta proprio nella famosa empatia che citavo prima. E’ un pubblico che “ascolta” e vibra insieme alle corde della mia chitarra. In Italia invece devi essere prima famoso, e poi magari vengono ad ascoltarti. Ecco, questo all’estero non accade.

Il Maestro Alessandro Cavallucci - Foto privata

Parliamo della sua doppia “veste” ossia di chitarrista e mandolinista. Esiste un vasto repertorio per entrambi gli strumenti? Da che epoca si parte?  

Si, entrambi gli strumenti hanno un vasto repertorio musicale, per mandolino hanno scritto grandi compositori come Vivaldi, Rossini, Beethoven, Mozart, Weber, Paganini ecc.  Purtroppo in Italia la letteratura mandolinistica è meno conosciuta rispetto a quella chitarristica, perché il mandolino viene relegato alla tradizione popolare partenopea, e il pubblico ignora la bellezza musicale di questo strumento, ascoltandolo sempre in tarantelle e saltarelli. Quando io ho suonato il Concerto di Vivaldi per mandolino ed archi, ho riscontrato un pubblico incantato e ammaliato da tanta bellezza. Il repertorio chitarristico parte dal periodo barocco, quindi sicuramente più ampio rispetto a quello mandolinistico.

Lei è anche compositore ha scritto per chitarra e mandolino?

Si, ho scritto per entrambi gli strumenti, è una dote che mi viene spontanea, non c’è nulla di costruito, sono sensazioni che arrivano all’improvviso e che trasformo in note sul pentagramma. Mi piace molto sperimentare nuove forme di accordature  e mi piace anche scrivere brani oltre che per chitarra classica anche per chitarra acustica, quindi con corde di metallo.

Il Maestro Alessandro Cavallucci - Foto: Davide D.G.

Come docente che difficoltà trova oggi ad insegnare?

Sono 22 anni che insegno e purtroppo devo constatare che il mondo della scuola per certi versi è peggiorato. Questo è dovuto al fatto che se è vero che gli allievi hanno a disposizione più mezzi tecnologici per essere stimolati, per altri versi è vero che alcuni di loro vivono passivamente di tecnologia. In pratica ogni anno è diverso dall’altro, e ci sono annate buone e annate cattive (come per il vino) dal punto di vista degli allievi. Alcuni anni ci sono allievi attenti e curiosi, con la voglia di crescere e conoscere lo strumento che usano il computer per aggiornarsi e accrescere la loro voglia di sapere, e tutto questo si riflette poi in maniera fantastica sullo studio della chitarra, altri anni invece,  ci sono esseri svogliati, passivi e rimbambiti da tv e tecnologia. In quest’ultimo caso è davvero difficile stimolarli e farli “svegliare”, ma questo è il mio compito e riuscirci è sempre la vittoria di una grande sfida.

Il pubblico appassionato di questi strumenti è, secondo Lei, più di nicchia ed ha una conoscenza maggiore rispetto a chi ascolta altri strumenti?

Purtroppo non è un problema di strumenti, in Italia la musica classica e strumentale è sempre di nicchia, perché la tradizione italiana è operistica, e quindi tutto ciò che non è cantato, è vissuto ed amato da  pochi.

Cosa ha inciso e per quale casa discografica.

Ho pubblicato mie composizioni per la casa editrice “Ceccherini” di Firenze e per la “By Bess” di Pescara. In occasione del centenario della nascita di M.Castelnuovo Tedesco, ho inciso su CD “Platero y yo” in collaborazione con la soprano A. Muscente e l’attore Giacomo Vallozza.
Nel 1998 ho composto le musiche della pièce teatrale “Voluptuaria” su Gabriele D’Annunzio e sono stato invitato a suonare le mie composizioni a Radio Tre Suite. Ho inciso diversi Cd con la casa discografiche abruzzesi: Musicomania, EcamLab e By Bess.

Le novità per il 2016, sia per quanto riguarda le incisioni, sia i concerti.  

Prosegue il mio lavoro di alcune composizioni che io definisco “naturalistiche” in quanto ispirate alla natura e alle sue creature. Molto importante è la collaborazione con un mio collega chitarrista e compositore per la creazione di nuovi brani per chitarra e mandolino e per duo di chitarra. Musiche originali che risentono contemporaneamente delle influenze mediterranee e classiche.

Una domanda che vorrebbe Le venisse rivolta e che mai nessuno Le ha posto.

Onestamente a questa Sua domanda non so rispondere. Posso dirle che mi piacerebbe molto portare fuori dai confini nazionali le mie musiche, farle conoscere, anche perché come Le dicevo parlando della Spagna, all’estero ho avuto sempre e solo esperienze positive, ed ora che sono cresciuto a livello musicale, vorrei poter emozionare con la mia musica un pubblico sicuramente più attento e ricettivo.

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