La Bundespressekonferenz (associazione federale delle conferenze stampa) ha compiuto 65 anni - i festeggiamenti a Berlino

Il Presidente della Germania - Foto: Emilio Esbardo

di Emilio Esbardo

L’Associazione che organizza le conferenze stampa nella capitale tedesca ha compiuto 65 anni (la stessa età della Repubblica Federale).  

Alla presenza di personalità del mondo della politica, come il ministro della Difesa Ursula von der Leyen e del Presidente tedesco Joachim Gauck, che ha tenuto un bel discorso, il 14 ottobre 2014 si è festeggiata la ricorrenza, alla quale hanno partecipato giornalisti provenienti da tutta la Germania e corrispondenti di tutto il mondo.


La peculiarità di queste conferenze stampa, a differenza di tutti gli altri Paesi del Mondo, è che esse vengono organizzate non dai politici, bensì dai giornalisti stessi, che hanno diritto di formulare le domande nei tempi e modi da loro decisi.

A causa delle domande, a volte estremamente critiche ed imbarazzanti, alcuni politici importanti tentano di evitare tali conferenze stampa, che si tengono tre volte la settimana.

Foto: Emilio Esbardo

I Cancellieri, normalmente, partecipano una volta all’anno.

Joachim Gauck nel suo discorso ha invitato a continuare a promuovere il giornalismo di qualità, visto soprattutto il consumo veloce di notizie, non approfondite, scarsamente verificate e dunque dannose, da cui siamo sommersi e bombardati oggigiorno:

Il giornalismo di qualità, come tutti noi lo desideriamo, è un giornalismo, che riconosce le tentazioni e le resiste. Non deve diventare una regola che, argomenti di lungo respiro scompaiano velocemente dall’ordine del giorno. Al contrario bisogna sostenere le domande del lettore, dell’ascoltatore e dello spettatore: Che cosa è successo con i progetti d’inizio anno del Governo? E della persona che, fino a poco tempo fa, era al centro di uno scandalo? E della zona di guerra di cui se n’è parlato dettagliatamente fino alla settimana scorsa? / Qualitätsjournalismus, wie wir alle ihn wünschen müssen, ist ein Journalismus, der Versuchungen erkennt und ihnen widersteht. Es darf nicht zur Regel werden, dass Themen, die eigentlich einen langen Atem brauchen, schnell wieder von der Agenda verschwinden. Stattdessen sind diejenigen Leser, Hörer und Zuschauer zu unterstützen, die fragen: Was ist eigentlich aus dem Regierungsvorhaben vom Jahresbeginn geworden? Was aus der Person, die vor kurzem noch im Mittelpunkt eines Skandals stand? Und was aus dem Kriegsgebiet, über das vergangene Woche noch ausführlich berichtet wurde?

Foto: Emilio Esbardo

Gli ospiti delle conferenze stampa hanno il diritto di fare alcune dichiarazioni, senza che esse possano essere, però, rese pubbliche.

A intervenire alle conferenze sono anche i membri dell’Associazione dei Corrispondenti esteri in Germania (VAP).

Alla prima conferenza stampa in assoluto, nel 1949, hanno partecipato l’allora Cancelliere Konrad Adenauer e il ministro dell’Economia Ludwig Erhard (successivamente, Cancelliere dal 16 ottobre 1963 al 1º dicembre 1966).

La sede dell’Associazione, ora a due passi da Friedrichstraße a Berlino, è stata fino al 1999, nell’ex capitale federale Bonn.

Il Presidente dell'Associazione Gregor Mayntz con il Presidente della Germania - Foto: Emilio Esbardo

Gli invitati alle conferenze non sono solo politici, bensì anche personalità del mondo della cultura e dell’economia.

È successo solo una volta nella storia dell’Associazione, che un politico abbia abbandonato la sala, perché infastidito dalle domande dei giornalisti. Si tratta dell’ex ministro dei Trasporti Reinhard Klimmt. L’episodio è accaduto il 15 novembre 2000. Il giorno successivo ha perso la sua carica.

Una tale peculiarità, quale quella delle conferenze stampa organizzate dai giornalisti, la si può comprendere solo inserendola nel suo periodo storico. La Germania aveva appena perso la seconda guerra mondiale, le città erano quasi totalmente distrutte a causa dei bombardamenti. Il primo pensiero degli Alleati era quello di una ricostruzione di una Germania, denazificata e democratica.

È risaputo che la democrazia può reggere e svilupparsi positivamente solo se vi è libertà di stampa e di espressione.

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