La fiamma

Foto: Pokrajac CC BY-SA 3.0

di Michela Buono

L’altra notte ho sognato la fiamma di una candela che, con estrema leggerezza si posava sul mio volto, quasi a volerlo baciare. Le sue delicate oscillazioni e il suo protendere verso l’alto erano come una danza e, ad ogni giro, dei piccoli lembi di fuoco si staccavano da essa formando tanti piccoli punti luminosi simili alla scia di una cometa.


Poi uno spirito si è andato formando da uno di questi vortici danzanti e mi ha mostrato l’infinita quantità di significati che associamo noi esseri umani alla parola fiamma. Mi viene in mente il calore che si avverte quando mettiamo le mani vicino ad essa, quando ci divertiamo con le dita a spostare la fiamma da una parte all’altra, come se fossimo noi a decidere la sua direzione.

Tutte le volte che pensiamo ad un amore bruciante verso qualcuno sentiamo un fuoco che divampa dentro di noi, alimentato dai nostri sogni e desideri. Anche la rabbia ha il suo fuoco, spesso così distruttivo che ne vediamo solo le ceneri, come se la nostra collera avesse spento la fiamma della speranza.

L’intelligenza ha anch’ essa una sua fiamma che si protrae verso l’alto, quasi a voler prendere i doni del cielo e a portarli qui sulla terra. Chi possiede questo “fuoco sacro” sente una forza irresistibile che lo porta a realizzare il proprio scopo esistenziale. Guardando una fiamma vediamo due colori, il blu e il rosso, come a volerci ricordare due aspetti diversi della natura umana, quasi avessero due “caratteri” differenti: il rosso più caldo che si esprime nelle persone attraverso l’affetto, la generosità, l’amore; il blu notoriamente più freddo che tende a smorzare i toni e ad essere più concreto, meno “sognante”.

Due colori che non si fondono mai ma che rimangono ben visibili nella loro contrapposizione. La fiamma che nei momenti più bui ci ricorda l’esistenza di una via d’uscita che non vedevamo perchè non ancora pronti per poterla percorrere. Ora le fiamme sono due, una illumina la strada per proseguire tranquillamente il nostro cammino, l’altra illumina la meta per ricordarci che esiste e che la stiamo raggiungendo. Anche un pensiero se particolarmente intenso, può assomigliare ad una fiamma che espandendosi abbraccia tutto ciò che incontra “come se rivestisse ogni cosa” di una luce calda e dorata.

Quando camminiamo non siamo mai soli, una leggera fiammella precede il nostro passo quasi a volerci tranquillizzare e, quando dormiamo, la sua luce si smorza dolcemente ma non si spegne, veglia sui nostri sogni perchè siano comunque luminosi. Anche noi siamo simili ad una “lingua di fuoco” che ci avvolge interamente come fosse uno scudo, ci sostiene e ci difende dal gelo delle nostre paure. Il fuoco ci purifica e, come una Fenice che risorge dalle ceneri, siamo liberi di volare e di “accendere” il cielo.

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