LA LIBERTÀ

Die Freiheit (La Libertà) del pittore e scultore svizzero Arnold Böcklin

di Michela Buono

Mi piacerebbe iniziare questa riflessione sul concetto di libertà con una domanda: “cos’è la libertà” e “cosa si farebbe se la si dovesse perdere”. Su cosa significhi “libertà” dovremmo pensare ad almeno due risposte diverse: l’una da parte di un bambino, l’altra da parte di un adulto.


Quando si è piccoli si imparano tutta una serie di divieti che riguardano  soprattutto “il fare” oppure “no” determinate cose: “non correre”, “non fare rumore”, “non  spostare le cose” ,  ecc. Si potrebbe dire che in questa fase di libertà ve ne sia poca o che,  comunque, è  sottoposta ad una rigida sorveglianza da parte degli adulti.

Osservando i bambini giocare mi sono accorta che il fatto stesso di poter inventare un gioco ex novo, sia già una forma di libertà  in quanto le regole e un’eventuale vittoria, costituiscono di per sé un traguardo.

Nell’inventare un qualcosa ci si sgancia da tutto ciò che è “precostituito” e, infondo, a mio avviso, è una forma di libertà: le stesse regole vengono stabilite tra  soggetti che si trovano ad  esseri pari tra di loro, ossia senza differenze particolari: età, statura ecc. Sono anche convinta che i bambini si divertano più degli adulti nel creare qualcosa di nuovo forse perché meno soggetti a giudizi, pareri vari che possono essere limitanti per una persona più grande. Crescendo le cosa cambiano e  ci si ritrova ad essere  “imbottigliati” in un serie di ostacoli, dettati dalla società, che limitano molto il comportamento di un  adulto. 

Le regole non vengono più stabilite tra persone che possono essere più o meno simili ma, da  una gerarchia o da una élite che determina l’andamento del “giochi”. Ecco che iniziano le prime limitazioni, aumentano le responsabilità e spesso si ha la sensazione di non essere  completamente liberi di   muoversi, anche nel proprio “orticello”.      

Ovviamente le regole sono fondamentali in una società, ma quello che appare  estremamente limitante sta nel fatto che nella maggior parte dei casi non vengano messe in discussione determinate azioni, solo per non aggiungere problemi a quelli già esistenti nella vita   quotidiana.

L’organizzazione della nostra società è talmente rigida che lascia poco spazio  persino alla più fervida immaginazione: abbiamo dei codici comportamentali che vanno dalla nascita fino alla morte e nel mezzo, dove c’è la nostra vita, un cercare  disperatamente di rendere le persone più uguali possibili tra loro.      

Ci viene detto come comportarci, cosa mangiare, come vestirci e molto altro, sappiamo fin   dalla nascita cosa fare per il bene della collettività ma nessuno ci ricorda che abbiamo la   possibilità di scegliere chi essere veramente, senza per questo, sentirsi in  colpa.    

Di esempi su quanto siamo condizionati ve ne sono un’infinità, ma vorrei soffermarmi su quelli che definirei più “classici” che hanno livellato le nostra vite: studia, lavora, metti su   famiglia. Si potrebbe obbiettare che la vita è questa ed è così in tutto il mondo, ma è proprio questo il punto fondamentale, cosa significa “è così per tutti”.

Asserzione che appare come una sorta di rassegnazione o peggio di accettazione di un destino che non offre scampo alcuno. E’ davvero così oppure è ciò che hanno imposto di credere, “addomesticando” milioni di persone in tutto il mondo al punto da ritenersi libere, mentre sovente si pensa e si agisce con modalità robotiche? Già nella prima metà del novecento alcuni filosofi avevano espresso forti perplessità sia nei confronti dei modelli totalitari, che nei confronti del consumismo occidentale che già appariva come una ondata che avrebbe potuto sopprimere o addormentare la  ricerca sempre presente  e necessitante dell’uomo di dare  Senso alla propria esistenza…

La gestione della nostra vita spetta solo a noi, abbiamo sì obblighi verso la società ma abbiamo anche dei doveri verso noi stessi. Credo che molti dei problemi siano dovuti ad una visione poco chiara di ciò che si vuole raggiungere nella vita e quale ruolo avere all’interno della società. Nonostante tutto spetta sempre a noi prendere una decisione e già questo ha, per me, un suo “fascino”.     

E al di là delle complesse interazioni fra noi ed il mondo circostante, Libertà è anche il  Canto della Coscienza che osa travalicare i confini del visibile, lanciandosi  in ardite astrazioni. La Libertà delle libertà si nutre del Dialogo sincero con la nostra interiorità, la nostra Anima: è essa che ha la capacità di sussurrare che la nostra aspirazione più profonda è la richiesta di Senso ed il tendere verso  l’Armonia o Amore che dovrebbe guidare  il rapporto con noi stessi e con il mondo.    

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