Lunga notte brasiliana a Berlino

Foto © Emilio Esbardo

Essendo il Brasile l’ospite d’onore della Fiera del Libro di Francoforte edizione 2013 (la più grande la mondo), il Festival di Letteratura Internazionale ha dedicato un’intera serata a sei dei più rappresentativi scrittori brasiliani. 

Essi con il loro libri narrano la forte crescita economica della loro nazione e di come la popolazione ha reagito ai bruschi cambiamenti, soprattutto sociali. Al centro vi sono le nuove generazioni di giovani, il cui modello di vita si avvicina sempre più a quello delle democrazie occidentali: una vita basata sulla spensieratezza, ragazzi lontani dalla politica, amanti della musica e alla ricerca di esperienze estreme fatte di sesso e droghe.


Il primo ad essere chiamato sul palcoscenico dal moderatore Hans-Christian Oeser, è stato Reinaldo Moraes, classe 1950, originario di San Paolo, un precursore negli anni ottanta delle attuali tematiche sopracitate.

Reinaldo Moraes è divenuto celebre nel 1981 quando è stato pubblicato il suo romanzo “Tanto Faz”, che racconta le sue esperienze autobiografiche da giovane bohème a Parigi, dove ha studiato e dove ha trascorso le giornate scandite da sesso e droghe. Il libro è divenuto un cult e ne è stata realizzata una riduzione cinematografica.

“La politica non entra nei miei libri”, ha dichiarato immediatamente.

Reinaldo Moraes - Foto © Emilio Esbardo

Reinaldo attualmente vive e lavora come scrittore, sceneggiatore e traduttore a San Paolo, dove è ambientato il suo nuovo romanzo di successo “Pornopopéia”, nel quale narra la scena underground della città. Essa viene descritta attraverso gli occhi di uno sceneggiatore.

Le grandi città sono un’altra delle grandi passioni dello scrittore: ad esempio “Abacaxi” è una storia che ha come sfondo New York e Rio de Janeiro

“Io sono un autore brasiliano”, ha detto, “una letteratura brasiliana ben definita, però non esiste. La letteratura brasiliana è una letteratura pluralistica, fatta di più voci.”

“Il mio sogno di bambina era far parte di un gruppo musicale. A 15 anni ho ricevuto la batteria e sono divenuta l’incubo dei miei vicini. Eravamo una band punk ed io una ragazzetta con delle braccette dietro ad un’enorme batteria”, ha raccontato divertita Ana Paula Maia, “ho iniziato a leggere solamente a 18 anni. Durante gli anni scolastici ho fatto di tutto per combinare dei guai”.


Nelle opere della giovane scrittrice nata a Rio de Janeiro nel 1977 traspare la violenza che attanaglia le strade brasiliane. Riguardo il suo romanzo di successo “A guerra dos bastardos”, ha dichiarato:

È un romanzo dove s’incrociano molte figure; i personaggi s’intrecciano tra di loro. Le storie di violenza riflettono la mia visione del mondo. Il mondo dove sono cresciuta è fatto di violenza. Nella letteratura, nel cinema, nella musica brasiliana al centro vi sono sempre brutalità e morte, che io riporto dal mio punto di vista ed elaboro soggettivamente.

“Io sono una persona molto positiva e allegra”, ha aggiunto, “anche se i miei personaggi vivono in un mondo violento”.

Per le tematiche e per il suo stile narrativo, a lungo, Ana Paula Maia, è stata associata al regista Quentin Tarantino. La critica ha iniziato a considerarla una scrittrice dal proprio inconfondibile stile con la pubblicazione della trilogia “A Saga dos Brutos”.

Ana Paula Maia - Foto © Emilio Esbardo

Altro scrittore brasiliano innamorato delle città, presente alla serata, è João Paulo Cuenca, nato nel 1978 a Rio de Janeiro. Mentre i suoi esordi letterari sono ambientati a Rio de Janeiro, il romanzo del 2011 “O único final feliz para uma história de amor é um acidente” ha luogo a Tokio. Esso narra la storia d’amore tra Shunsuke e la cameriera polacca-rumena Iulana. In questa gigantesca metropoli João Paulo Cuenca ha vissuto per un lungo periodo.

Cuenca lavora come autore teatrale, regista cinematografico e giornalista. Nel corso della sua carriera ha ricevuto numerosi premi importanti. Attualmente vive a Rio.

Tra gli scrittori presenti vi erano anche due impegnati in temi più politici: Paulo Scott e Ana Maria Goncalves.

Paulo Scott, classe 1966, nativo di Porto Alegre, è cresciuto in un quartiere operaio. Ha partecipato a molte manifestazioni a favore dei diritti umani. Il suo impegno politico è votato al processo di sviluppo della democratizzazione del Brasile.


Il suo primo romanzo “Ainda orangotangos”, pubblicato nel 2003, è stato osannato dalla critica. Il regista Gustavo Spolidore ne ha realizzato la riduzione cinematografica, premiata come migliore pellicola al 13simo Film Festival Internazionale di Milano.

Scott, dopo aver rinunciato al suo posto di docente nel 2008, si è trasferito a Rio de Janeiro, per dedicarsi esclusivamente alla scrittura, dando alle stampe il pluripremiato romanzo “Habitante irreal”.

Di Ana Maria Goncalves, classe 1970, originaria di Ibia, mi ha colpito l’epopea storica “Um defeito de cor”, che racconta il commercio di schiavi in Brasile. Il libro è stato premiato con il riconoscimento cubano “Casa de las Américas”. Ana Maria vive attualmente a New Orleans.

L’unico poeta presente era Ricardo Aleixo, nato il 1960 a Belo Horizonte, nella cui lirica traspaiono tematiche sociali e visuali.

Aleixo è inoltre musicista ed artista visuale. Parole e immagini si fondono nelle sue opere. Tutt’ora vive nella sua città natale, dove lavora anche come curatore dell’International Black Art Festival (FAN).

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