Museo della Guerra Fredda: cresce l’esigenza d’informazioni storiche

di Giulia Bianchi

Il 20 settembre è stato inaugurato a Berlino il Museo della Guerra Fredda presso lo spazio espositivo temporaneo chiamato “BlackBox”. L’esposizione è, infatti, un “assaggio” del Museo definitivo, che sarà ubicato nello stesso luogo, e per il quale il Senato ha stanziato 330.000 euro, perché, come ha affermato il sindaco Wowereit, “cresce l’esigenza d’informazioni storiche” di un’era così importante.

L’indirizzo è Friedrichstraße 47, quasi a ridosso del Checkpoint Charlie, a due passi dal Museo del Muro e dall’installazione del Panorama della Berlino divisa dal Muro dell’artista Yadegar Asisi.

Immagine simbolo della Guerra Fredda all'interno del Museo - Foto: Emilio Esbardo

Immagine simbolo della Guerra Fredda all'interno del Museo. Ben visibili sono Fidel Castro e Nikita Krusciov durante la crisi di Cuba - Foto: Emilio Esbardo

Si è scelto questo luogo perché è il più rappresentativo del periodo della Guerra Fredda. Qui si sono confrontati, nel 1962, i carri armati americani contro quelli russi, provocando quasi una guerra, che sarebbe stata una catastrofe per l’umanità.

Sempre come ha ricordato il sindaco Klaus Wowereit nel suo discorso, durante la giornata di inaugurazione:

Il mondo ha trattenuto il fiato. Checkpoint Charlie è l’unico punto, dove le due superpotenze si sono affrontate direttamente. / Die Welt hielt den Atem an. Der Checkpoint Charlie ist der einzige Ort, an dem sich die Supermächte direkt gegenüberstanden. (traduzione libera dell’autore dell’articolo).

Il sindaco di Berlino Klaus Wowereit ed il segretario di Stato André Schmitz durante l'inaugurazione - Foto: Emilio Esbardo

Klaus Wowereit durante il suo discorso - Foto: Emilio Esbardo

È stato evidenziato più volte ai giornalisti presenti, che con questo museo si vuole far conoscere, esaustivamente, ciò che ha rappresentato la Guerra Fredda, non solo a Berlino ed in Europa, dove per fortuna tutto si è risolto pacificamente, bensì anche nel resto del globo in zone quali Afghanistan, Cuba, Corea, Vietnam, dove purtroppo sono nate guerre cruente.

Molti conflitti odierni, come la guerra civile in Siria, portano in sé le conseguenze della Guerra Fredda.

Dunque era necessario un Museo del genere, che aiuta a comprendere i meccanismi di un passato recente, che hanno condotto al nostro presente.

Visitatori nel cortile esterno - Foto: Emilio Esbardo

Visitatori all'interno del Museo - Foto: Emilio Esbardo

L’esposizione è suddivisa in capitoli riguardanti il tema della Guerra Fredda.

Si parte dalla raffigurazione della copertina del libro di Walter Lippmann, dove è citato per la prima volta il termine Guerra Fredda: “The Cold War: A Study in U.S. Foreign Policy” (La Guerra Fredda: Uno studio sulla politica estera degli Stati Uniti).

Osservando attentamente documenti e foto dell’epoca si ha la possibilità di conoscere, approfonditamente, i maggiori protagonisti e gli eventi più caratteristici:

Le foto di Churchill, Truman e Stalin, durante la conferenza di Potsdam, testimoniano il punto di partenza della divisione del mondo in due blocchi.

In evidenza l'immagine di John Kennedy, quando a Berlino dice la frase rimasta negli annali della storia: Ich bin ein Berliner - Foto: Emilio Esbardo

Cito brevemente altri eventi importanti:

La guerra di Corea tra il 1950 ed il 1951 con le foto dei fuggitivi.

Il ponte aereo a Berlino dal 24 giugno 1948 al 12 maggio 1949.

Le insurrezioni del 1953 nella DDR, terminate con l’intervento dei carrarmati russi: ci sono stati 55 morti e più di 1000 persone sono state imprigionate.

13 agosto 1961: la costruzione del Muro.

Fine ottobre 1961: quando i soldati di confine della DDR hanno preteso di controllare un soldato americano, contravvenendo ai diritti degli alleati, si giunge al confronto: per 16 ore i carrarmati delle due superpotenze si sono ritrovati uno di fronte all’altro presso il Checkpoint Charlie.

Il 28 ottobre 1962, fortunatamente, Nikita Krusciov, accetta di togliere i missili da Cuba, puntati verso gli Stati Uniti. In cambio Kennedy fa levare via i missili americani dalla Turchia e promette di non invadere l’isola di Fidel Castro. Il confronto presso Checkpoint Charlie e la crisi cubana sono stati i momenti più drammatici, quando si è rischiato realmente un confronto bellico nucleare.

La caduta del Muro fa il giro del mondo - Foto: Emilio Esbardo

Altro episodio da ricordare è la guerra in Vietnam: conseguenza dell’influsso, che le due superpotenze cercano di esercitare militarmente a livello internazionale, intervenendo in continenti quali l’Asia e l’Africa, che stanno vivendo una fase di decolonizzazione, e dunque sono in una fase di transizione, di riassestamento.

Negli anni ’70 c’è stato un riavvicinamento. Importante è stata, ad esempio, la conferenza di Helsinki, nel 1963, dove hanno partecipato 7 stati del Patto di Varsavia, 15 Stati della Nato e 13 nazioni neutrali. All’evento erano presenti sia la Repubblica Federale, sia la Repubblica Democratica.

Dal 1979 fino al 1989 le truppe dell’Unione Sovietica hanno combattuto in Afghanistan, a supporto di un governo comunista.

Durante l'inaugurazione del Museo della Guerra Fredda - Foto: Emilio Esbardo

La nomina di Gorbaciov, nel marzo del 1985, è stata l’inizio della fine del blocco comunista. Il 9 novembre 1989, si sa, è caduto il Muro ed è terminata la Guerra Fredda in Europa. Le conseguenze, purtroppo, sono ancora tristemente visibili in altre parti del globo.

Per facilitare il visitatore a comprendere un argomento così complesso, vengono in aiuto mezzi multimediali audiovisivi, innovativi ed interattivi.

Nella lista dei sostenitori del Museo, consegnata ai giornalisti, c’è anche il nome di Carlo Azeglio Ciampi.

Indirizzo

Friedrichstraße 47, angolo Zimmerstraße

10117 Berlino

Orario di apertura

Tutti i giorni dalle 10:00 alle 18:00

Prezzo

Adulti: 5 euro – Ridotto: 3,50 euro

Scolari a partire da 14 anni: 2 euro

Sotto i 14 anni: ingresso libero in compagnia di un adulto

Offerta

In combinazione con l’entrata con il Panorama del Muro di Asisi: 12,50 euro

Sito web

http://www.bfgg.de/zentrum-kalter-krieg/blackbox-kalter-krieg.html

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