Nuovo libro sulla cinematografia tedesca di Emilio Esbardo - SPECIALE BERLINO CITTÀ CINEMATOGRAFICA

Poster di Emilio Esbardo con autografo di Dieter Kosslick

di Redazione

Pubblichiamo qui un brevissimo estratto sulla storia della Berlinale, che verrà pubblicato prossimamente da Emilio Esbardo.
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STORIA DELLA BERLINALE
La nascita della Berlinale è inserita in un determinato periodo storico: quello della ricostruzione della Germania dopo il conflitto mondiale, il miracolo economico e l’inizio della guerra fredda.

Durante i primi anni, a partire dall’armistizio del 7 maggio 1945, dopo la ripulitura dei detriti bellici (all’incirca 75,000,000 m3), che ammassati in un unico luogo hanno formato la cosiddetta Teufelsberg (Collina del Diavolo), e dopo le prime ricostruzioni di una città ridotta praticamente in macerie, vi era tra la gente una grandissima voglia di divertirsi, di dimenticare le atrocità del passato e di riportare Berlino ad essere uno dei centri culturali più vivaci ed importanti in Europa, come lo era stata nei dorati anni ’20.

Emilio Esbardo con Dieter Kosslick durante l'autografo

Dieter Kosslick - foto: Emilio Esbardo

L’atmosfera d’ottimismo dell’epoca, di euforia, di gioia di vita, di “febbre” di cultura e di rinascita dei media dall’oscurantismo nazista vengono descritti anche da uno dei più famosi fotografi del dopoguerra tedesco Robert Lebeck, ritornato in Germania proprio nel 1951 – anno della fondazione della Berlinale – dopo essere approdato in USA, dove viveva un suo zio facoltoso. Aveva preso tale decisione perché:

Negli Stati Uniti avevo imparato a conoscere l’umore di una nazione ricca e benestante che cominciava a sospettare che i suoi bei giorni stessero finendo lentamente come una sbornia. Era esattamente il contrario in Germania: qui c’era un’atmosfera costruttiva, un’euforia di “evviva, siamo ancora vivi” e la consapevolezza che d’ora in poi non sarebbe potuta che andare solo in salita. Ed è così che è stato. La Germania ricoperta di detriti sembrava tutto fuorché grigia e deprimente per me.

Juliette Binoche, Berlinale 2019 - foto: Emilio Esbardo

Berlinale 2019 - foto e collage: Emilio Esbardo

Agnès Varda riceve il premio “Berlinale Kamera” 2019 – foto: Emilio Esbardo

Per l’inizio di una carriera da fotografo per riviste, non avrei potuto scegliere un momento migliore, perché la Germania era attualmente contagiata da una sorta di febbre per la rinascita dell’editoria. Nel 1946 la casa editrice Neue-Verlag a Colonia aveva pubblicato senza soldi pubblici la prima rivista illustrata del dopoguerra intitolata Neue Illustrierte, nello stesso anno, la Hammerich & Lesser-Verlag (nucleo dell’impero di Springer) aveva dato alla luce la rivista Kristall ad Amburgo. Kindler-und-Schiermeyer-Verlag ha fondato Revue, mentre un paio d’anni più tardi erano in vendita Constanze e Bunde. Nel 1947 Rudolf Augstein ed un paio di sergenti inglesi diedero vita ad Hannover allo Spiegel. A Monaco, nel 1948, una manciata di fotografi dell’ex rivista di propaganda Signal, portarono sul mercato Quick, presso la casa editrice Werra-Verlag apparve il Frankfurter Illustrierte e sul cielo di Hannover la prima edizione di Stern. La carta su cui venivano stampate le riviste veniva distribuita dagli alleati e dava una sensazione che si alternava tra l’obbrobrio e la sopportabilità… (…)

– PROSSIMAMENTE ARTICOLO INTERO NEL LIBRO…

Rupert Everett, Emily Watson e Edwin Thomas, Berlinale 2018 - foto e collage: Emilio Esbardo

Willem Dafoe, Berlinale 2019 - foto e collage: Emilio Esbardo

Natalia de Molina, Greta Fernández e Isabel Coixet - foto e collage: Emilio Esbardo

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