XJAZZ festival a Berlino dal 7 al 10 maggio 2015

Óskar Guðjónsson / ADHD - Foto: Emilio Esbardo

In occasione della seconda edizione di XJAZZ, che si terrà dal 7 al 10 maggio 2015 a Berlino, riproponiamo qui l’articolo e le foto di Emilio Esbardo:

XJAZZ: il nuovo festival di Berlino – La topografia della città attraverso la musica

Dall’8 al 10 maggio 2014 si è tenuta la nuova manifestazione musicale XJAZZ a Berlino. L’obiettivo degli organizzatori era quello di trasformare l’evento in un’istituzione metropolitana, capace di catalizzare una massiccia presenza di spettatori tedeschi ed internazionali, amanti del jazz.

Ómar Guðjónsson / ADHD - Foto: Emilio Esbardo

A differenza di altri festival già affermati quali JazzFest, XJAZZ punta soprattutto ai giovani e alla musica legata ai club underground della capitale. Il percorso musicale è coinciso con il percorso topografico di uno dei quartieri più alla moda del momento: Kreuzberg. Sono rimasto piacevolmente sorpreso nello scoprire una tipologia di locali, che credevo essere scomparsi quasi totalmente alla fine degli anni novanta, quando:

la distinzione tra bar, club e arte era spesso difficile, poiché una cosa si fondeva con l’altra. Nuove piattaforme uscivano ripetutamente fuori dal nulla … Klaus Biesenbach, che allora aveva 24 anni, aveva più o meno preso possesso di un’ex fabbrica vuota di margarina e, insieme con altri, l’utilizzava come luogo per progetti artistici… (1)

Óskar Guðjónsson / ADHD - Foto: Emilio Esbardo

Al Privatclub durante il concerto degli ADHD - Foto: Emilio Esbardo

Mi riferisco a quei club tipici degli anni ’90 nascosti, non molto evidenti, in alcuni casi senza un’insegna, che si conoscevano solo per passaparola, “per chi sa”, club in maggioranza illegali, che cambiavano costantemente ubicazione. Erano club, dove nascevano le nuove culture giovanili, e grazie ai quali si è formato il fascino di Berlino, che oggi attira turisti e nuovi abitanti da tutto il mondo. Gli artisti che si sono esibiti al festival sono in maggioranza musicisti, che vivono o hanno vissuto a Berlino, che influenzano, modificano e sviluppano la scena musicale della metropoli tedesca. Attraverso la loro musica e le loro autobiografie non facciamo altro che disegnare fisicamente luoghi, che stanno facendo la storia della città e che contribuiranno allo sviluppo del suo aspetto futuro. La prima edizione di XJAZZ è stata dedicata a differenti correnti, stili del jazz. In alcuni casi vi è stato un misto, una mescolanza del jazz con altri generi musicali, come ad esempio, l’elettronica o la techno. Al centro, come già affermato, vi è stata la scena berlinese. Si è avuta anche una nazione partner: l’Islanda. I concerti di XJAZZ si sono tenuti nei seguenti locali:

BI Nuu: a ridosso della metropolitana Schlesisches Tor
Privatclub: a ridosso della metropolitana Görlitzer Bahnhof
Fluxbau: a ridosso della metropolitana Schlesisches Tor
Emmaus Kirche: la chiesa a metà strada tra la metropolitana Schlesisches Tor e la metropolitana Görlitzer Bahnhof
Radialsystem V: a pochi passi della stazione Ostbahnhof
Monarch: di fronte alla metropolitana Kottbusser Tor

Nils Petter Molvær - Foto: Emilio Esbardo

Nils Petter Molvær - Foto: Emilio Esbardo

Nils Petter Molvær - Foto: Emilio Esbardo

Moritz von Oswald - Foto: Emilio Esbardo

Con l’acquisto di un biglietto giornaliero si poteva, facilmente, a piedi o con i mezzi pubblici, ad una distanza di 10-15 minuti, passare da un concerto all’altro. Complessivamente si sono esibiti 48 gruppi e vi è stata un’affluenza di 9500 spettatori. Il pubblico giovane si è entusiasmato durante queste serate, fatte di non solo musica, bensì anche di passeggiate spensierate lungo una delle zone più pittoresche della città.

Il primo concerto a cui ho assistito, giovedì 8 maggio, nel locale Bi Nuu, è stato quello dell’artista italo-islandese Emilíana Torrini, classe 1977, divenuta famosa grazie al suo album “Love in the Time of Science”. L’amore per il jazz, lo ha ereditato da suo nonno, di professione pianista. La sua passione per la musica si mostra presto, sin dall’adolescenza: nel 1994, a diciassette anni vince un concorso musicale per studenti. Si unisce al gruppo, gli “Spoon”, con i quali pubblica l’omonimo album. La carriera di Emilíana Torrini si è sviluppata in Islanda, dove è cresciuta. I suoi genitori avevano residenza a Kòpavogur. Dopo una gavetta, fatta di collaborazioni importanti, nel 2000, compone il proprio album di debutto dal titolo “Love in the Time of Science”, che ha un successo internazionale. La sua musica è richiesta persino dalle case di produzione cinematografiche: da ricordare è il suo apporto alla colonna sonora della pellicola “Il Signore degli Anelli: Le Due Torri” con l’interpretazione del brano “The Gollum’s Song”. Nel 2005 da vita al suo secondo album “Fishermann’s Woman”. Il suo ultimo lavoro, di successo internazionale, è “Tookah” (“Essenza personale”), pubblicato nel 2013.

Il Privatclub - Foto: Emilio Esbardo

Durante il concerto di Kurt Rosenwinkel nel Privatclub - Foto: Emilio Esbardo

Durante il concerto di Kurt Rosenwinkel nel Privatclub - Foto: Emilio Esbardo

Durante il concerto di Olivia Trummer nel Privatclub - Foto: Emilio Esbardo

Il locale Bi Nuu si trova nell’ex “Kato-Standort” e come molti club è stato fondato in una delle aree più alla moda di Berlino, adiacente alla metropolitana Schlesisches Tor, nel quartiere di Kreuzberg. I gestori, David Gruber e Torsten Brandt, sono molto conosciuti nell’ambito del loro mestiere. Si sono fatti un nome con “Das Lido” e “Das Astra Kulturhaus”. Bi Nuu rappresenta, attualmente, uno dei pilastri della vita notturna della zona, abitata soprattutto da artisti e studenti. L’aspetto dell’edificio è quello di un locale degli anni novanta, non appariscente, con portoni sigillati. A rendere l’atmosfera ancora più interessante ed intrigante, oltre all’ambiente semibuio e labirintico, è il fatto di ritrovarsi sotto ai binari della metropolitana. Subito dopo la caduta del Muro nell’edificio del Bi Nuu, era stato fondato il club Kato, frequentato prevalentemente da Punk. Era inoltre luogo d’incontro per discussioni politiche. Con il passare del tempo e con la trasformazione del quartiere per alternativi a studenti, artisti e turisti, l’immobile è stato ristrutturato ed è stata aggiunta un’uscita d’emergenza, obbligatoria per legge, ma che fino a quel momento mancava. La storia dell’edificio del Bi Nuu specchia il repentino cambiamento di Berlino e del quartiere. Kreuzberg, una volta zona per alternativi, turchi e occupatori illegali di case, sta soccombendo a causa del processo di gentrificazione e a causa dei rincari degli affitti. Kreuzberg sta perdendo lentamente il suo volto genuino e caratteristico.

Concerto della Samúel Jón Samúelsson Big Band - Foto: Emilio Esbardo

Concerto della Samúel Jón Samúelsson Big Band - Foto: Emilio Esbardo

Concerto della Samúel Jón Samúelsson Big Band - Foto: Emilio Esbardo

Concerto della Samúel Jón Samúelsson Big Band - Foto: Emilio Esbardo

Concerto della Samúel Jón Samúelsson Big Band - Foto: Emilio Esbardo

Immediatamente dopo il concerto di Emilíana Torrini, mi sono recato al Privatclub per il concerto degli AdHd, una band formatasi il 2008 e composta da Óskar Guðjónsson, David Þór Jónsson, Ómar Guðjónsson e Magnús Trygvason Elíassen. I quattro sono originari dell’Islanda e sono molto conosciuti in Germania, dove sono stati in tournee nel 2014. Suonano in modo molto affiatato e sin dall’inizio del concerto si è percepita la loro bravura. Come hanno dichiarato in alcune interviste, il nome del loro gruppo “AdHd” (Sindrome da deficit di attenzione e iperattività) è stato scelto durante un pranzo nell’appartamento di Óskar Guðjónsson. Il batterista Magnús Trygvason Elíassen aveva lavorato con bambini affetti da questa sindrome ed ecco l’origine del nome. Gli “AdHd” si sono formati nel 2008. Ad ascoltarli, oltre all’affiatamento, la prima sensazione che si prova è quella di una forte carica di energia, di adrenalina, di libertà che pervade tutto il corpo. La loro musica lascia un profondo senso di benessere negli ascoltatori. Spensieratezza e voglia di divertimento si propagano velocemente. Si chiudono gli occhi e s’inizia a viaggiare con la fantasia. Concentrazione e gioco di gruppo, senza chiara leadership, sono le fondamenta della loro unione. 

Concerto di Emiliana Torrini

Il Privatclub è un altro locale dal grande fascino ospitato negli ex spazi di quello che una volta era l’ufficio postale nella via Skalitzer Straße. Quando sto per giungere mi sembra quasi di essere protagonista in un film degli anni venti, quando musicisti e spettatori entrano in un locale illegale, pieno di bulli e pupe. Un’insegna, rappresentata da una P al neon rossa, marca l’entrata. Oltre a concerti, si organizzano serate di cabaret ed esposizioni, che ha come tema la Pop Art. Non mancano feste all’insegna di musica Soul, Hip Hop, Flashbacks 80s, Indie, Funk, elettronica, etc.

Durante il concerto di Emiliana Torrini - Foto: Emilio Esbardo

Il primo concerto a cui ho assistito, il giorno successivo, venerdì 9 maggio, è stato quello del gruppo Seide, all’interno della chiesa Emmaus Kirche.

La cantautrice del gruppo Seide è Sabine Müller, che si dedica, oltre alla musica, anche al teatro. A Dresda ha lavorato come assistente regista presso il Dresdner Kabarett Breschke & Schuch. La sua carriera jazzistica è iniziata con lezioni di canto nel 2004 a Norimberga, dove si è specializzata in interpretazione e gestualità del corpo. La caratteristica principale di Sabine Müller è l’armonia di voce e corpo durante le sue interpretazioni. Il meglio della sua musica si manifesta nei suoi concerti come quello nella chiesa Emmaus Kirche durante XJAZZ. In un’atmosfera familiare, durante un piovigginoso pomeriggio di maggio, Sabine Müller, insieme a Tino Derado e Florian Menzel, si è esibita nella Emmaus Kirche, che fino alla sua distruzione durante la seconda guerra mondiale è stata la chiesa con più posti a sedere di Berlino (oltre 2000). La Emmauskirche è stata inaugurata il 27 agosto 1893. Berlino era allora una metropoli in costante crescita e la comunità ecclesiastica era passata dai 70.000 membri dal giorno della sua fondazione ai 100.634 del 1895. Bombardata il 3 febbraio 1945, è rimasta danneggiata in parte: la torre con il mosaico è rimasta intatta. Con la riunificazione di Berlino, agli inizi degli anni ’90, è stata completamente restaurata da Wulf Eichstett. A proposito di musica è da citare la presenza di un organo particolare, che è una combinazione di un organo a canne con un organo elettronico.

Il concerto dei Seide nella Emmaus Kirche - Foto: Emilio Esbardo

Dopo la chiesa Emmaus mi sono diretto, nuovamente, al Privatclub per ascoltare il concerto dei Birgitta Flick Quartett, composti da Andreas Schmidt, Andreas Edelmann, Max Andrzejewski e Birgitta Flick. Il gruppo, che ha realizzato nel 2013 l’album Yingying, è stato formato dalla sassofonista e compositrice Birgitta Flick, classe 1985, cresciuta a Neubrandenburg, dove ha appreso a suonare il pianoforte e il sassofono. La sua tecnica jazzistica l’ha perfezionata tra il 2005 e il 2010 presso l’Istituto Jazz della capitale tedesca. Birgitta Flick trasporta nelle sue composizioni la sua passione per la lingua e la musica della Svezia, che ha potuto approfondire tra il 2011 e il 2012, grazie ad una borsa di studio della città di Berlino. Il suo amore per la cultura della Svezia era nato già in precedenza, da studentessa, durante il progetto Erasmus. A Stoccolma il “Birgitta Flick Quartett” ha stretto collaborazione con Lina Nyberg, Nico Lohmann e Silke Eberhard. Birgitta Flick, oltre ad essere sempre presente a numerosi festival in Germania e all’estero, fa parte della “German Women Jazz Orchestra”. Il concerto dei Birgitta Flick Quartett è trascorso velocemente e piacevolmente.

Uno dei concerti che mi sono piaciuti di più è stato quello di Moritz von Oswald e di Nils Petter Molvær, che hanno presentato, presso il club Bi Nuu, la premiere berlinese del loro album “1/1”, una simbiosi di jazz e techno. Il loro disco è stato pubblicato a ottobre 2013.

Il concerto dei Melanoia nel FluxBau - Foto: Emilio Esbardo

Moritz von Oswald, che ha influenzato e sviluppato, da batterista, agli inizi degli anni novanta, il suono della musica elettronica proveniente da Detroit, è nato a Berlino nel 1962. È polistrumentista e lavora come compositore e produttore discografico. I primi passi nel mondo della musica elettronica li ha intrapresi alla fine degli anni ’80, quando, con lo pseudonimo “2B” e “3B”, ha realizzato alcuni lavori in collaborazione con Thomas Fehlmann. Inizia presto il suo lavoro da produttore: co-fonda la Basic Channel insieme a Mark Ernestus. Con Jeff Mills, Mike Banks, Robert Hood e UR, che facevano parte del leggendario club Tresor e insieme ai gestori del negozio di dischi “Hardwax”, ha formato un ponte, un collegamento culturale Berlino-Detroit, dando vita alla “minimal techno”: il club Tresor e il negozio di dischi Hardwax sono stati un punto di riferimento della scena artistica dei primissimi anni del dopo Muro, forgiando il volto della città. Dopo essere divenuto una istituzione di Berlino ed un’artista affermato, nel 2008 Moritz von Oswald ha avviato una collaborazione con Carl Craig, che è confluita nell’album “ReComposed”. A pubblicarlo è stata la Deutsche Grammophon, conosciuta soprattutto nel mondo della musica classica. I due hanno realizzato un’interpretazione elettronica delle opere di Modest Mussorgsky e Maurice Ravel. Prima della sua collaborazione con Nils Petter Molvær si è distinto, ancora una volta, con il “Moritz Von Oswald Trio” e nel 2013, a quasi 25 anni dalla caduta del Muro, è stato pubblicato l’album “Borderland” dalla casa discografica Tresor, all’interno del quale vi è l’apporto di Juan Atkins, uno dei protagonisti principali della techno di Detroit.

Il concerto dei Melanoia nel FluxBau - Foto: Emilio Esbardo

Il concerto dei Melanoia nel FluxBau - Foto: Emilio Esbardo

Il concerto dei Melanoia nel FluxBau - Foto: Emilio Esbardo

Nils Petter Molvær, nato il 1960 in Norvegia, si è distinto particolarmente per essere stato tra i promotori del nuovo genere musicale “nu-jazz”, ossia un genere basato sulla fusione tra musica elettronica e jazz. Nel 1977 il suo album “Khmer” lanciato dalla ECM ha avuto un fortissimo successo commerciale. Molvær, ha studiato al conservatorio di Trondheim, prima di entrare a far parte della band Masqualero, il cui nome deriva da un pezzo del grande Wayne Shorter, registrato dal leggendario Miles Davis. 

Durante il bellissimo concerto di Moritz von Oswald e Nils Petter Molvær mi sono lasciato trascinare dai suoni, che corrispondevano a delle bellissime frasi di bellissime poesie, che lasciano un senso di benessere e di equilibrio interiore negli spettatori. Il suono è stato dettato da stupende improvvisazioni che, unite ad una illuminazione perfetta, sembrava di trasportare in un luogo magico e senza tempo. Debbo aggiungere che l’equilibrio dei due musicisti è talmente in sintonia, che durante la loro esibizione, non hanno mai privilegiato il suono del jazz o della techno: erano in simbiosi perfetta. Il titolo del loro album infatti è “1+1”, che indica che il risultato “2” è formato dal contributo equo di due unità, formate da due musicisti distinti. Nessuno dei due prende il sopravvento sull’altro, bensì contribuiscono entrambi, alla stessa maniera, al risultato finale. Il pubblico era formato da esperti ed estimatori di Moritz von Oswald e Nils Petter Molvær, come alcuni giornalisti e fotografi in prima fila accanto a me, ma anche da curiosi e molti giovani interessati a questo genere musicale.

Concerto di Sophia Bicking & Olga Reznichenko Duo nel FluxBau - Foto: Emilio Esbardo

Concerto di Sophia Bicking & Olga Reznichenko Duo nel FluxBau - Foto: Emilio Esbardo

Concerto di Sophia Bicking & Olga Reznichenko Duo nel FluxBau - Foto: Emilio Esbardo

Concerto di Sophia Bicking & Olga Reznichenko Duo nel FluxBau - Foto: Emilio Esbardo

Concerto di Sophia Bicking & Olga Reznichenko Duo nel FluxBau - Foto: Emilio Esbardo

La mia tappa successiva del festival è stata il concerto dei Melanoia presso il FluxBau. Il gruppo è composto da Hayden Chisholm, Achim Kaufmann, Ronny Graupe e Dejan Terzic. Quest’ultimo, batterista conosciuto a livello internazionale, ha fondato la band nel 2012. Immediatamente sono stato coinvolto dal loro sound mentre dalle grandi vetrate del FluxBau, che davano sulla terrazza del locale adiacente al fiume Sprea, osservavo la pioggia scendere giù. Dejan Terzic, classe 1970, cresciuto, a partire dal terzo anni di età, a Norimberga, ha iniziato a studiare a sette anni il pianoforte e a 12 anni la batteria, con la quale è divenuto un esponente del filone musicale del “Modern Creative Jazz”. Dopo aver frequentato il conservatorio, si è trasferito a New York, per sviluppare e perfezionare la sua tecnica. Durante la sua carriera ha fatto parte, tra gli altri, dei Dusko Goykovich Quintett e del gruppo di Nils Wogram, Anke Helfrich, Johannes Enders e Jens Winther. Dejan Terzic ha ricevuto premi prestigiosi quale il “Kulturpreis der Stadt Nürnberg” e il “Bayerisch Kunstförderpreis”. Dal 2008 insegna alla Hochschule der Künste Bern. La sua band Melanoia viene considerata tra le più importanti a livello europeo. Il loro primo album è stato pubblicato nel 2013 dalla ENJA Records.

Il locale FluxBau è stato al centro del festival: esso è il luogo di ritrovo della radio di successo berlinese FluxFM. Si ha un panorama mozzafiato della città, la terrazza dà direttamente al fiume Sprea. Accanto vi è il bel ponte Oberbaumbrücke. Nel FluxBau si organizzano eventi vari quali concerti, letture, mostre, feste e al contempo funge da ristorante e bar. Inoltre si possono noleggiare barche per navigare lungo il fiume Sprea. Come ha spiegato in alcune interviste Markus Kühn, la radio si pone l’obiettivo di essere una piattaforma per la gente creativa di Berlino, attraverso la quale si possono fare contatti importanti. Gustarsi una buona bibita, durante il tramonto, con il colore del sole che si riflette sulla Sprea, vale già, di per sé, una visita al FluxBau.

Concerto Qeaux Qeaux Joans nel Monarch - Foto: Emilio Esbardo

Entrata del locale Monarch - Foto: Emilio Esbardo

La mia serata di venerdì 9 maggio, si è conclusa con il concerto degli Schwarzmann, fondato nel 2012 da Frank Wiedemann / Âme & Henrik Schwarz nel BiNuu. Questo è stato uno degli eventi più frequentati del festival: il pubblico era costituito soprattutto da giovanissimi. La sala era completamente piena. Difficile fare un passo senza calpestare i piedi di qualcuno. Henrik Schwarz si è fatto un nome come produttore di musica Techno e House.

L’ultima serata di Xjazz, sabato 10 maggio, è iniziata per me, alle ore 20.00, con il concerto di Olivia Trummer nel Privatclub. Olivia, nata il 1985 a Stoccarda, dove ha studiato presso l’Accademia di Musica e Spettacolo (Hochschule für Musik und Darstellende Kunst), è pianista jazz. Ha ricevuto numerosi premi ed è molto richiesta nel suo ambiente, anche per composizioni per teatro e cinema. Dopo la laurea ha frequentato e terminato, con il massimo dei voti, il master della Manhattan School of Music. Il suo repertorio principale e del suo gruppo sono canzoni jazz tedesche e inglesi ed interpretazioni di opere classiche di autori della levatura di Mozart. Olivia Trummer si è cimentata come cantante nell’album “Nobody Knows”.

Concerto dei Naked Jazz - Foto: Emilio Esbardo

Concerto dei Naked Jazz - Foto: Emilio Esbardo

Con il concerto di Qeaux Qeaux Joans nel club Monarch, il pubblico ha assistito all’esibizione di una cantante, che sta avendo molto successo in Olanda. I suoi pezzi sono un misto di blues, soul e pop e la sua voce molto bella ha conquistato i locali notturni di Amsterdam. I testi vengono scritti da lei stessa ed hanno una valenza poetica. Il suo primo album “No Man’s Land” è stato prodotto da Reyn Ouwehand, che ha lavorato, tra l’altro, anche con la famosa cantante francese Vanessa Paradis. Quando sono giunto al Monarch, non mi aspettavo di trovare un locale, con una porta in ferro senza nessuna insegna. Credevo di essermi perduto. È stato soltanto grazie ad un pezzetto di carta attaccato all’entrata con lo scotch, sotto l’insegna di uno studio medico, che mi ha fatto capire di essere nel posto giusto. Anche qui sono rimasto piacevolmente sorpreso. Salendo le scale di un edificio abitativo, mi sono ritrovato in un appartamento dalle grandi vetrate. Il panorama, costituito, dalla metropolitana di Kottbusser Tor, è uno dei più affascinanti della zona.

Kottbusser Tor, soprannominata Kotti, è una delle zone più vive di Berlino, il via vai di gente non si arresta mai, persino nelle prime ore mattutine. Il pulsare elettrico della metropoli appare attraverso le vetrate di questo locale, dove si può ascoltare buona musica ed assaporare buone bevande. Inoltre gli amanti della letteratura possono frequentare le serate organizzate dalla casa editrice Verbrecher Verlag.

Nel FluxBau - Foto: Emilio Esbardo

Immediatamente dopo mi sono recato al Bi Nuu per ascoltare il concerto della Samúel Jón Samúelsson big band. Il gruppo, che prende il nome del suo fondatore Samúel Jón Samúelsson, è stata costituita nel 2000 a Reykjavík e si occupa soprattutto di jazz e funk. Samúelsson, ha sviluppato un suono che si lega alla tradizione musicale islandese. La sua band è composta da 18 componenti. Hanno dato alla luce tre album e sono costantemente in giro per il mondo. La loro musica ha delle forti influenze dal Funk di James Brown. Ciò che il loro concerto mi ha trasmesso è stata un forte carica di energia ed un interiore senso di allegria e spensieratezza. I musicisti hanno stretto un legame con il pubblico, con il quale hanno danzato insieme durante la serata.

Al termine del concerto, mi sono recato a passo celere nuovamente al Privat Club, dove si esibiva il chitarrista di successo jazz Kurt Rosenwinkel. Rosenwinkel è nato a Philadelphia il 1970. I primi riconoscimenti sono giunti negli anni novanta, quando ha sviluppato un suo stile personale. Il salto di qualità è avvenuto durante la sua permanenza a Brooklyn. Kurt Rosenwinkel, che attualmente vive con la sua famiglia a Berlino, ha ricevuto molti premi ed è molto ammirato dal suo pubblico. Nella musica di Kurt si trovano influenze Rock, Hip-Hop e musica classica. Gli ultimi due concerti del festival che ho seguito sono stati quelli di Sophia Bicking & Olga Reznichenko e Naked Jazz.

Sophia Bicking (voce) e Olga Reznichenko (pianoforte) sono due belle ragazze di Lipsia. Si sono messe in evidenza, grazie sia ai propri pezzi personali, sia alle loro rivisitazioni di canzoni pop, quali quelle dei Massive Attack o di grandi del jazz quali Richie Beirach. Gli altri componenti del gruppo che hanno partecipato al festival sono: Lukas Growe, Daniel Klein, Luise Volkmann e Theo Kaiser.

Dopo l'ultimo concerto del festival nel FluxBau - Foto: Emilio Esbardo

I Naked Jazz sono molto conosciuti a Berlino per le loro jam-session: ogni domenica si esibiscono presso il Badehaus Szimpla. Il gruppo è stato fondato da Eric Vaughn, che ha lavorato a progetti musicali importanti per la CNN e la Walt Disney. Il prossimo appuntamento con XJAZZ è per l’anno prossimo. 

NOTE

[1] Mark Gisbourne, Ulf Meyer zu Küingdorf, Jim Rakete, Kunst Station Berlin, Knesebeck, München, 2006, pag. 13

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