Musica, teatro, arte, cinema, performance: sono questi gli ingredienti che si sono mescolati nella ricetta “Fusion”, il festival estivo che ogni anno rianima la regione di Mecklenburg, nella Germania settentrionale, con una 4 giorni all’insegna della fusione dei sensi. Comunione e comunismo le parole chiave.
E’ infatti in un vecchio campo di aviazione militare russa che dal 1997 ha luogo questo carnevale della creatività, che coinvolge decine di migliaia di visitatori da tutta Europa ogni anno. In questa edizione 2011, da giovedì 30 giugno a domenica 3 luglio, in una dimensione che in realtà un tempo non ha avuto, si è avvicendato un programma ricchissimo di proposte estremamente interessanti, che ci siamo divertiti a “spulciare”…
Un infusione tra alcuni artisti
Accanto alla nostra amica Missincat, che ha addolcito di atmosfere romantiche la fantastica location dell’Hangarbühne, e ad altre band che non hanno bisogno di presentazioni come Mogwai, che ci ha condotto in un viaggio sonoro mozzafiato, seguito in ogni sfumatura e goduto in ogni esplosione, tante sono state le valide scoperte.
Sempre rimanendo in ambito musicale, i francesi Ez3kiel vs Hint in 3 soltanto sono stati abilissimi a riprodurre svariati generi, dal dub all’electro, dall’hardcore al rock psichedelico al trip hop, in un mix energetico estremamente coinvolgente.
Fusione pura anche per la cantante e poli-strumentista Oy, capace di creare atmosfere sonore coinvolgenti con la sua calda voce soul, tastiere, materiali di qualsiasi tipo, loop e sintetizzatori. Spostandoci su palchi teatrali, una bella e godibilissima scoperta è stata il trio spagnolo dei Paramo Cero con il suo spettacolo “Im Ödland”, che ci ha saputo affascinare con atmosfere sognanti, abilità acrobatiche e creative melodie realizzate da strumenti originalmente brevettati.
Interessante anche lo spettacolo di danza delle Arkeolog 8, “1 UP”, che ha visto protagoniste 5 ballerine svedesi, le cui coreografie ispirate a videogiochi hanno riempito magistralmente lo spazio. Sempre danza, ma più acrobatica, e accompagnata da giochi di luce, scenografie surreali ed oniriche, momenti di cabaret muto, nello spettacolo “Luzzinaciones” del Theater Frederick, ensemble messicano costituitosi negli anni ’70 in Belgio.
Teatro totalmente altro, invece, quello di Leo Bassi e del suo spettacolo “Utopia”: in un viaggio tra satira, effetti-sorpresa e circo spumeggiante, l’anarchico clown di origine italo-francese ha presentato uno show provocatorio e battagliero contro il mondo corrotto dell’alta finanza.
Schierato come uomo di circo, giullare e buffone, l’attore si è sempre impegnato attivamente, dichiarandosi una sorta di “don Chisciotte che tenta di cambiare il mondo a suon di cazzate, lanciato contro la politica e la piccola borghesia scema”. L’artista omaggerà il festival di un enorme papera gonfiabile permanente, simbolo dell’anima umana…
Se la maggior parte degli spettacoli non fosse stata eseguita all’interno di Hangar, strutture che – ricordiamo – sono nate con lo scopo di proteggere gli aeroplani da agenti atmosferici o da attacchi nemici, questa edizione del Fusion 2011 sarebbe stata totalmente manomessa dal maltempo, che si è abbattuto durante tutti i giorni del festival.
Anche la tempra e la voglia di divertirsi dei 70.000 giovani intervenuti all’evento è stata fondamentale per garantire in “jedem Fall” uno strepitoso successo a dispetto di ogni acquazzone. E per 4 giorni e 3 notti si è ballato ininterrottamente a suon di techno “fusi” nel fango e in un’inscalfibile euforia.
di Barbara La Cecilia
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