di Redazione
Dal 27 al 29 aprile si è tenuta a Berlino l’ottava edizione di Gallery Weekend, che ha coinvolto in tutto 51 istituzioni degli addetti ai lavori dell’arte: al progetto hanno aderito musei, gallerie, collezionisti privati, case d’asta. In questi tre giorni gli amanti dell’arte hanno potuto osservare le opere dei nuovi artisti emergenti, di quelli già affermati e conoscere la comunità artistica berlinese famosa in tutto il mondo. Berlino è divenuta per un breve periodo un’opera d’arte a cielo aperto.
In questo articolo ci occuperemo di fare una breve panoramica dei luoghi, degli artisti e delle opere più importanti o singolari. Presso la Galleria Buchmann erano esposte le opere di Zaha Hadid, importante architetto e designer irachena, che ha avuto l’onore di essere stata la prima donna ad aver vinto il Premio Pritzker. Ha condotto una vita molto interessante. Prima di intraprendere gli studi di architettura a Londra, ha frequentato la facoltà di matematica all’American University di Beirut. Dopo essersi laureata, ha lavorato presso l’architetto olandese Rem Koolhaas e insegnato all’Università di Harvard. Dal 1980 ha il suo studio a Londra. Zaza Hadid ha ricevuto numerosi riconoscimenti, fa parte del consiglio editoriale dell’Enciclopedia Britannica e nel 2010 la rivista Time l’ha citata nella lista delle 100 personalità più influenti al mondo.
Purtroppo è terminata la retrospettiva dedicata a Gerhard Richter nella Neue Nationalgalerie, dove, dopo una lunga fila, il visitatore si trovava di fronte a circa 130 quadri e 5 sculture del più importante pittore-scultore-fotografo vivente tedesco. La mostra è stata organizzata in onore degli ottant’anni dell’artista, che è stato denominato “il Picasso del 21simo secolo” dal quotidiano britannico The Guardian. L’esposizione dal titolo “Panorama” ha ripercorso cronologicamente e tematicamente le tappe artistiche di Richter: il visitatore ha potuto cogliere così le evoluzioni e i cambiamenti nel corso del tempo.
Richter è nato il 1932 a Dresda ed ha studiato all’Accademia delle Belle Arti. Il punto di svolta della sua vita è stato quando è entrato in contatto con i lavori astratti di Jackson Pollocks e Lucio Fontana: “Questa insolenza! Della quale ero rimasto molto affascinato e colpito. Potrei quasi affermare, che i loro quadri siano stati il vero motivo, per cui ho abbandonato la DDR. Mi resi conto che c’era qualcosa che non andava con il mio modo di pensare”. Nel 1961 decide, così, di trasferirsi, con sua moglie Ema a Düsseldorf, dove tra il 1971 e il 1993 ha insegnato all’Accademia delle Belle Arti ed è divenuto uno dei più celebrati artisti tedeschi a livello internazionale.
Hanno destato grande curiosità le fotografie di grande formato di Paul Graham presso Carlier/Gebauer, il cui motto è: “Il miglior momento è sempre quello attuale”. CFA ha presentato le opere del regista e pittore Julian Schnabel.
“La pittura è un anacronistico imbrattare con del fango colorato”: è questa la dichiarazione dell’artista britannico concettuale Victor Burgin, impegnato nella fotografia e nella cinematografia, della galleria Thomas Schulte. In occasione di Berlin Weekend la galleria ha esposto anche le nuove creazioni dell’artista cileno Alfredo Jaar, la cui tematica principale è il rapporto tra etica ed estetica nell’arte: al centro vi è la discrepanza tra Paesi industrializzati e Paesi del terzo mondo e come questa problematica viene affrontata dai media. Alfredo Jaar è nato il 1956 a Santiago in Cile, dove ha studiato Architettura e regia cinematografica. Attualmente vive a New York ed è un artista noto a livello internazionale. Tra i riconoscimenti più importanti che ha ricevuto c’è il “MacArthur Fellowship”. L’artista londinese Varda Caivano, con i suoi quadri, crea una confusione, un senso d’insicurezza nell’osservatore nella percezione dei suoi quadri. Yael Davids crea le sue installazioni per comunicare la sua opinione su Israele, il suo Paese d’origine. Le opere di Varda Caivano e di Yael Davids sono state esposte dalla galleria Circus.
Singolare è stato il lavoro documentaristico di Annika Eriksson sui gatti randagi a Istanbul presso Krome Gallery. Una chicca tutta italiana è stata la mostra sul design della macchina da scrivere Olivetti. La si può visitare fino al 9 giugno presso la galleria Jochum all’indirizzo Knesebeckstraße 54/Bleibtreustraße 42.
La galleria Crone ha organizzato la mostra “Warhol & Arp”, in collaborazione con la Andy Warhol Foundation e la Stiftung Hans Arp. Le opere esposte di entrambi gli artisti fanno parte dei loro primi lavori, la cui tematica comune è la melodia della linea. A confronto sono l’armonia delle linee che formano il contorno di una figura nella grafica di Andy Warhol e nelle sculture di Hans Harp. In questa esposizione sono da ammirare ritratti semplici, rappresentati da linee raffiguranti nudi maschili e femminili e da scene erotiche. Warhol ha organizzato la sua prima mostra nel 1952, quando lavorava come grafico pubblicitario a New York. In questo periodo ha intuito che non esisteva una divisione tra “arte nobile” e “arte commerciale”. Tutto ciò confluirà poi nei suoi capolavori di Pop Art. La Galleria Tanya Leighton ha esposto le opere giovanili (“The Early Years”) di Alejandro Cesarco, artista di Montevideo, trapiantato a New York: erano da visitare l’archivio dei suoi ricordi conservati in differenti diari e i suoi primi lavori video.
Armin Boehm ha esposto i suoi quadri realizzati con la tecnica del collage presso la galleria Meyer Riegger. Sono oggetti tridimensionali fatti soprattutto di rottami dell’artista Meuser ciò che i visitatori hanno potuto osservare presso la galleria Nordenhake. Dopo aver lavorato come cartografo durante la seconda guerra mondiale, Leon Golub, si è dedicato a ritrarre nei suoi quadri le ferite dell’umanità: è stato esposto presso il locale di Aurel Scheibler.
Uno dei pionieri dell’arte minimalista François Morellet, che si occupa da circa 50 anni di costruire sistemi geometrici di tubi al neon, ha organizzato l’esposizione “Neonly” presso la galleria Wolfgang Werner. Parallelamente alla mostra Lautes Schweigen di Bernd Kirchner, la galleria Michael Schultz Berlin, in occasione di Gallerie Weekend, ha mostrato le interessanti istallazioni di Stefan Weibel, con le quali tratta del difficile rapporto tra uomo e natura. La serie esposta porta il titolo di “Ideal Nature Machine”. Istituzioni rinomate inserite all’interno di Berlin Weekend sono state: Künstlerhaus Bethanien, C/O Berlin, DAAD Galerie, Haus am Waldsee, Haus der Kulturen der Welt, Ifa-Galerie, Neuer Berliner Kunstverein, Daimler Contemporary, NGBK.
Per tutti gli amanti dell’arte, un arrivederci all’anno prossimo.
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