30 anni dalla caduta del Muro di Berlino: l’opinione

Foto: Caduta del Muro di Berlino – Autore: Xizdos / CC BY-SA 4.0 – https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Caída_muro_de_berlin.jpg

di Emilio Esbardo

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«Gente del mondo […] guardate questa città e i suoi cittadini e riconoscete che non potete e non dovete abbandonarli […]»
– Ernst Reuter – sindaco di Berlino durante il “blocco” del 1948 – 9 settembre 1948

«Duemila anni fa – Duemila anni fa, il più grande orgoglio era dire “civis Romanus sum.” Oggi, nel mondo libero, il più grande orgoglio è dire “Ich bin ein Berliner.” […] Ci sono molte persone al mondo che non capiscono, o che dicono di non capire, quale sia la grande differenza tra il mondo libero e il mondo comunista […] Che vengano a Berlino […] La libertà è indivisibile e quando un solo uomo è reso schiavo, nessuno è libero […] Ogni uomo libero, ovunque viva, è cittadino di Berlino. E, dunque, come uomo libero, sono orgoglioso di dire “Ich bin ein Berliner” […]»
– John F. Kennedy, Berlino Ovest, 26 giugno 1963

Dalla conclusione della seconda guerra mondiale fino all’abbattimento del Muro Berlino fu il capro espiatorio di due ideologie contrapposte: il luogo di scontro tra il comunismo ed il capitalismo, rappresentativo della divisione del mondo in due blocchi. Berlino era il centro e il cuore della guerra fredda, la linea di confine che divideva i Paesi capitalisti dai Paesi comunisti: ogni contrasto tra le due superpotenze, ogni crisi, venivano sentiti immediatamente, toccati con mano dai cittadini berlinesi.

Foto in basso: Passaggio di confine di Bornholmer Straße, il primo ad essere aperto, Fotografo: Robert Roeske – Bundesarchiv, Bild 183-1989-1118-018 / Roeske, Robert / CC-BY-SA 3.0

Notte di San Silvestro (1989/90), Fotografo: Hartmut Reiche – Bundesarchiv, Bild 183-1990-0101-008 / Reiche, Hartmut / CC-BY-SA 3.0

Come il cosiddetto “blocco di Berlino”, iniziato il 24 giugno 1948, quando l’URSS interruppe gli accessi ai tre settori occupati da americani, francesi e inglesi, tagliando tutti i collegamenti stradali e ferroviari, che collegavano la città con il resto della Germania occidentale. Berlino, ricordiamolo, era all’interno della DDR. Le parti occidentali rimasero senza viveri, medicinali e addirittura senza corrente elettrica, anch’essa sotto il controllo sovietico. Si decise per un ponte aereo, grazie al quale furono trasportati interi container pieni di carbone, viveri, medicinali e pacchetti di caramelle per i bambini. Il ponte aereo durò 462 giorni.

La caduta del Muro di Berlino, avvenuto nella notte tra il 9 e il 10 novembre, avrebbe portato a un cambiamento radicale dello scacchiere economico, sociale e politico non solo dell’Europa, bensì del mondo intero. Il 9 novembre rappresenta una data epocale, chiude definitivamente, secondo il parere di molti storici, i conflitti, gli scontri e i dissapori della seconda guerra mondiale. Il 9 novembre è stato assunto a simbolo della liberazione dai Paesi oppressi da regimi dittatoriali come quelli fascisti, nazisti e comunisti. Il 9 novembre celebra il valore della libertà e della democrazia.

La caduta del Muro, però, ha dato origine anche alla globalizzazione, a un mondo basato su un capitalismo selvaggio, con un mercato senza regole e controlli, portandoci a una delle crisi economiche più gravi sin dai tempi della depressione del 1929.

Berlino 1989, Caduta del Muro – Autore: Raphaël Thiémard / CC BY-SA 2.0 – https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Berlin_1989,_Fall_der_Mauer,_Chute_du_mur_08.jpg

La costruzione del Muro, che divise la città in due e separato tra di loro familiari, amici e amori, iniziò nelle prime ore del 13 agosto 1961. I soldati ricevettero l’ordine di sparare su tutti coloro che cercavano di attraversare la zona di confine e nonostante tutto ci furono persone che tentarono la fuga: ad alcuni riuscì ad alcuni costò la vita.

Il reato di “Fuga dalla Repubblica” prevedeva tre anni di carcere. Più di 30.000 prigionieri politici sono stati venduti alla Repubblica Federale.

La sua caduta avvenne per caso e grazie a una domanda di un giornalista italiano, Riccardo Ehrmann, al ministro della propaganda della DDR Günter Schabowski, durante una conferenza stampa.

Berlino 1989, Caduta del Muro – Autore: Raphaël Thiémard / CC BY-SA 2.0 – https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Berlin_1989,_Fall_der_Mauer,_Chute_du_mur_22.jpg

Schabowski avrebbe dovuto comunicare ai berlinesi dell’est che gli sarebbe stato concesso di attraversare il confine con un adeguato permesso. A Schabowski, però, non diedero nessuna direttiva su come divulgare la notizia. Alla domanda di Ehrmann: “E da quando?”, il poco preparato ministro rispose: “Per quel che ne so entra in vigore, beh, da subito”.

L’annuncio di Schabowski, trasmesso in televisione, fece radunare una folla enorme davanti ai checkpoint, che non poté essere più respinta dalle guardie di confine. Il Muro fu abbattuto velocemente e molti suoi pezzi divennero dei souvenir.

A Berlino non mancano naturalmente i festeggiamenti, fatti di mostre fotografiche, concerti, film, letture, discussioni, aperture di musei e installazioni.

La capitale tedesca è divenuta con il tempo, una città molto amata dagli italiani e una delle mete favorite dai turisti nostrani. Inoltre gli italiani trapiantati a Berlino rappresentano la quarta maggiore comunità di stranieri della città. Essi hanno dato un contributo importante nella formazione della Berlino riunificata, come l’architetto Renzo Piano o Franco Stella, incaricato della ricostruzione del Castello cittadino.

Dopo la caduta del Muro vi è stata un’inattesa colonizzazione culturale italiana. I berlinesi hanno iniziato ad innamorarsi della cucina italiana e per le strade della città, oggi, non è difficile imbattersi in insegne come: “Dopodomani”, “Cantamaggio”, “Pranzo e cena”, “Marmo e Terracotta”, “Bar centrale”, “Sali e Tabacchi”, etc., etc.

Persone sul Muro presso la Porta di Brandeburgo il 9 novembre 1989 – Autrice: Sue Ream / CC BY-SA 3.0 – https://commons.wikimedia.org/wiki/File:BerlinWall-BrandenburgGate.jpg

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