“Abbattete il Muro nei vostri cuori”: l’appello di Barack Obama a Berlino - La disoccupazione, il cambiamento climatico, la fame e le disuguaglianze nel mondo nel discorso del Presidente americano

Barack e Michelle Obama a Berlino - foto © Emilio Esbardo

di Emilio Esbardo

Quando rispettiamo le fedi praticate nelle nostre chiese e nelle nostre sinagoghe, quando rispettiamo le nostre moschee e i nostri templi, siamo molto più sicuri. Quando accogliamo gli immigranti con i loro talenti e i loro sogni, ci rafforziamo. Quando ci schieriamo a favore dei nostri fratelli e sorelle omosessuali e consideriamo il loro amore e i loro diritti uguali di fronte alla legge, noi difendiamo al contempo la nostra propria libertà.


Siamo tutti più liberi quando ognuno può perseguire la propria felicità. E finché nei nostri cuori esisteranno Muri che ci separano da coloro i quali non pensano come noi o non hanno le nostre stesse fedi, allora dobbiamo lavorare, insieme, più duramente, per abbattere questi Muri che ci dividono.

È questo uno dei punti centrali dell’attesissimo discorso tenuto da Barack Obama di fronte a 4500 ospiti di fronte alla Porta di Brandeburgo.

Joachim Gauck e Barack Obama - foto: © Emilio Esbardo

Barack Obama e Joachim Gauck - foto: © Emilio Esbardo

Per la visita del Presidente americano sono stati dispiegati 8000 poliziotti. Di fronte all’Hotel a Potsdamer Platz, dove ha pernottato Obama, c’erano persino i carri armati. Sono stati bloccati molti quartieri: agli abitanti era giunta la comunicazione che era vietato aprire le finestre durante la visita di stato. Il pericolo di attentati era altissimo a causa dei conflitti in Iraq, Afghanistan e Medio Oriente.

Barack Obama ha voluto parlare di fronte ad un luogo così simbolico, una volta all’interno della Berlino est, per omaggiare tutte quelle persone, che grazie alla loro voglia di libertà, pace e giustizia hanno portato alla caduta del regime comunista.

Però Barack Obama non ha tenuto il suo discorso in un luogo storico soltanto per ricordare la travagliata recente storia della capitale tedesca e della vittoria della pace, della tolleranza e della libertà, come ha affermato: “Noi siamo qui per parlare di chi ha fatto la storia, ma anche per forgiare la storia futura”. Noi stessi dobbiamo scrivere la storia.

Michelle Obama all'arrivo a Berlino - Foto: Emilio Esbardo

Il suo discorso conteneva un messaggio di sfida ai problemi attuali, che vanno risolti, per consegnare alle generazioni future un mondo migliore ossia le ingiustizie, le disuguaglianze, la fame, la disoccupazione, le discriminazioni, la lotta contro il terrorismo: 

(…) Qui a Berlino, qui in Europa i nostri valori hanno vinto. La tolleranza ha vinto. La libertà ha vinto a Berlino (…) Le minacce odierne non sono così gravi come mezzo secolo fa, ma è la lotta per la libertà, la sicurezza e la dignità umana che continua. E sono venuto qui, in questa città della speranza, perché le sfide del nostro tempo richiedono la stesso spirito grintoso della Berlino di mezzo secolo fa.

Uno dei primi punti presi in considerazione è il cambiamento climatico, che deve essere affrontato urgentemente:

Pace con giustizia significa rifiutarsi di consegnare ai nostri figli un pianeta meno ospitabile. Lo sforzo per rallentare il cambiamento climatico richiede azioni coraggiose (…) Negli Stati Uniti abbiamo recentemente raddoppiato l’utilizzo di energia rinnovabile da fonti pulite come l’energia eolica e solare. Stiamo raddoppiando l’efficienza del carburante delle nostre auto. Le nostre emissioni di carbonio pericolose sono diminuite. Ma siamo consapevoli che dobbiamo e vogliamo fare di più.

Con una classe media globale che consuma sempre più energia, questo deve essere uno sforzo di tutte le nazioni, non semplicemente di qualcuna. Le tristi conseguenze sono sempre più tempeste gravi, più carestie e inondazioni, nuove ondate di profughi, coste che svaniscono e oceani che scompaiono. Questo è il futuro che dobbiamo scongiurare. Questa è la minaccia globale del nostro tempo. E per il bene delle future generazioni, la nostra generazione deve tendere ad un accordo globale per affrontare il cambiamento climatico prima che sia troppo tardi. Questo è il nostro compito.

L’aiuto alle popolazioni povere non è solo un dovere ma anche interesse delle Nazioni Sviluppate:

Pace con giustizia significa rispettare i nostri obblighi morali. E noi abbiamo un obbligo morale ed un profondo interesse nell’aiutare gli angoli poveri del mondo a risollevarsi, promuovendo la crescita in modo da risparmiare ai bambini nati oggi una vita intera di estrema povertà. Bisogna investire nell’agricoltura, non soltanto inviare cibo, ma insegnare ai contadini a coltivare il cibo.

Bisogna rafforzare la salute pubblica, non inviare soltanto medicine, ma formare medici ed infermieri a bloccare la moria di bambini a causa di malattie prevenibili.

Riguardo allo scottante tema delle intercettazioni telefoniche, Barack Obama, ha dichiarato che sono state fatte non per ascoltare il contenuto delle telefonate, ma per prevenire attacchi terroristici. Attraverso questo programma sono state salvate molte vite umane, sono state sventate almeno 50 minacce. La rivelazione delle intercettazioni telefoniche aveva sollevato proteste a livello internazionale. In internet la sua celebre frase “Yes we can” (“Sì possiamo”) è divenuta “Yes we scan” (“Sì intercettiamo”).

Barack Obama nel 2009 aveva dichiarato il suo intento di voler eliminare completamente le armi nucleari a livello internazionale: per questo motivo era stato premiato con il Nobel per la pace lo stesso anno. A Berlino ha confermato con più veemenza questo suo proposito ed ha posto l’accento anche sulle cause del fenomeno:

Probabilmente non viviamo più da tempo nella paura di un annientamento globale, ma fin quando esisteranno le armi nucleari, non siamo realmente al sicuro. Possiamo dare duri colpi alle reti terroristiche, ma se ignoriamo l’instabilità e l’ignoranza che alimenta l’estremismo, la nostra libertà sarà in pericolo. Possiamo anche godere di un tenore di vita che fa invidia al mondo, ma fin quando centinaia di milioni debbono sopportare l’agonia di uno stomaco vuoto o l’angoscia della disoccupazione, non siamo una società realmente prospera.

Michelle Obama dopo la serata di Gala al Castello di Charlottenburg

Una parte del discorso più importante e toccante di Barack Obama è stata proprio la lotta contro la disoccupazione, che non riguarda solo le nazioni povere. Una piaga dilagante a livello internazionale, che ha sollevato e continua a sollevare dure proteste di massa in ogni angolo del mondo.

Senza lavoro si priva qualsiasi essere umano della propria dignità.

Barack Obama - foto: Emilio Esbardo

Voglio citare per ultimo il seguente passo del suo discorso, che si collega al prossimo incontro del 3 luglio a Berlino, voluto da Angela Merkel, dove si discuterà del grave problema della disoccupazione giovanile sul continente europeo e dove saranno presenti, tra gli altri, Hollande e Barroso.

L’America supporterà l’Europa nel rafforzamento della sua unione. E vogliamo collaborare con voi per essere sicuri che ogni persona possa godere della dignità che proviene dal lavoro sia che si viva a Chicago o Cleveland o Belfast o Berlino, ad Atene o Madrid, tutti meritano un’occasione. Dobbiamo avere delle economie che funzionano per ogni individuo e non soltanto per chi sta al top.

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