“Affermarsi è più difficile per una donna che per un uomo un po’ dovunque” - Intervista alla giornalista e regista Annalisa Piras

di Emilio Esbardo

Domenica 14 aprile, alle ore 16, presso lo storico Cinema Babylon a Berlino, si proietterà  “Girlfriend in a Coma”, un documentario realizzato dalla bravissima giornalista e regista italiana Annalisa Piras e dall’ex direttore dell’Economist Bill Emmott.

Il documentario è una riflessione sulla singolare situazione della politica italiana degli ultimi vent’anni e racconta il declino economico e morale nel nostro Paese, che non trova nessun riscontro in nessun’altra nazione occidentale.

Gli autori della pellicola hanno intervistato, a tal proposito, personalità della cultura, dell’economia e della politica italiana. Annalisa Piras, che sarà presente alla proiezione del film al Cinema Babylon, mi ha concesso gentilmente un’interessantissima intervista.

In Wikipedia ho letto: “In 2006-2007 Annalisa Piras was the first Italian president of the London Foreign Press Association”. È stato difficile per lei come donna affermarsi in Inghilterra?

Nella mia esperienza, affermarsi è più difficile per una donna che per un uomo un po’ dovunque. L’Inghilterra non fa eccezioni. Di certo però nei paesi più civili come la Gran Bretagna le discriminazioni di genere sono sistematicamente condannate. Questo non è il caso dell’Italia, dove invece sono ancora spesso la regola. Oltretutto, nel caso dell’Italia l’arretratezza nelle pari opportunità è ancora più grave perché approfondisce il ritardo economico di un paese che è fermo da anni. L’Italia potrebbe guadagnare 11 punti percentuali di crescita se solo aiutasse l’accesso delle donne al lavoro a raggiungere  una media europea. Non farlo è criminale. 


Vi sono differenze nel modo di fare giornalismo in Italia e in Inghilterra? Se sì, quali sono?

Vi sono profonde differenze storiche e culturali tra il giornalismo italiano e quello anglo-sassone. La più ovvia è che il giornalismo anglo-sassone considera come punto di merito più alto in un giornalista la totale indipendenza dal potere politico. In Italia, non solo spesso non è così, ma è anche vero l’opposto.    

Annalisa Piras (Foto: gentile concessione di Annalisa Piras)

Quando e perché vi è venuta l’idea di girare il documentario Girlfriend in a Coma?

“Girlfriend in a coma” è nato da una conversazione iniziata nel 2001 tra me e Bill Emmott, allora direttore dell’Economist, sulla sua famosa copertina dedicata a Silvio Berlusconi, dichiarato “unfit”, inadatto a guidare l’Italia. Da allora abbiamo parlato molto spesso della difficoltà di raccontare l’Italia del Berlusconismo all’estero. E dell’apparente incapacità degli Italiani di capire come sono visti da fuori. Con l’aggravarsi della crisi Italiana nel 2011 ci siamo detti che forse poteva essere utile un documentario che combinasse le nostre due prospettive, quella di un outsider inglese come Bill, e di una insider italiana, ora parte della Diaspora, accomunati da un grande amore e preoccupazione per l’Italia .


Ho letto che Girlfriend in a Coma è stato proiettato per la prima volta a Londra di fronte ad importanti cineasti inglesi, politici, diplomatici, opinionisti e importanti imprenditori come John Elkann e Vittorio Colao? Come hanno reagito? 

“Girlfriend In a Coma” nella nostra esperienza è un po’ come il famoso test di Roshack, dove ognuno vede nelle macchie d’inchiostro quello che ha dentro la testa. Il film provoca reazioni molto diverse, ma sempre forti. Quel che ci fa più piacere è come venga recepito il messaggio centrale del film, la necessità di un risveglio morale non è un problema solo italiano ma appartiene a tutto l’occidente.  

Poster di Girlfriend in a Coma

Crede realmente che il declino economico e morale nel nostro Paese non trova nessun riscontro in nessun’altra nazione occidentale? La Spagna, per fare un esempio, non sta poi molto meglio dell’Italia…

Nella nostra riflessione l’Italia, come spesso è accaduto nella storia, è oggi un laboratorio dove si verificano dei fenomeni che possono suonare come dei campanelli d’allarme per tutto l’occidente. Senza dubbio, l’immoralità eretta a sistema nella gestione della cosa pubblica non ha paragoni nel mondo occidentale. La Spagna ha sicuramente dei problemi economici gravi, e soffre di corruzione come molti altri paesi europei, ma non è al fondo delle graduatorie internazionali come l’Italia per quanto riguarda indicatori fondamentali come la parità di genere, la criminalità organizzata, la libertà dell’informazione. Tanto per citarne uno in particolare, che riguarda il modo in cui la metà della popolazione è trattata: per l’eguaglianza di opportunità femminile la Spagna è al 26esimo posto nel mondo, l’Italia all’80esimo e continua a scendere. 


Secondo lei è da attribuire interamente a Silvio Berlusconi e al Berlusconismo l’intera colpa del declino italiano? (La mia tesi personale è che Silvio Berlusconi si è ritrovato già inserito in un sistema e in un contesto socio-culturale pronto ad accoglierlo).

Se si accetta la metafora medica che abbiamo scelto per la nostra “Girlfriend in a Coma” diciamo che secondo noi  il virus Berlusconi è quello che ha portato una paziente già molto debilitata a cadere in coma . L’organismo non aveva già più nessun anticorpo, la classe politica e l’establishment erano già incapaci di difendere le istituzioni dall’agente patogeno ” B”. Che in un organismo sano sarebbe stato annientato e reso incapace di nuocere. Quel che noi vogliamo incoraggiare con il nostro film che usa le parole di Dante Alighieri scritte 700 anni fa, è una riflessione più approfondita sulla patologia congenita, sulla malformazione genetica che porta l’Italia a contrarre sempre le stesse malattie . Mancanza del senso dello stato? Ignavia, egoismo e codardia innati? Fastidio verso il rispetto della legalità e delle regole del vivere insieme per il bene comune? Tutto ciò esiste prima di Berlusconi. E continuerà ad esistere dopo di lui, a meno che gli Italiani non decidano finalmente di guardarsi in faccia. Lo spettacolo non è piacevole.

Nel realizzare il documentario avete fatto interviste a esponenti della politica, dell’economia e della cultura. Chi l’ha colpita maggiormente e perché?

Abbiamo parlato con tantissime persone eccezionali e solo una minima parte sono finite poi nel montato finale. Senza nessun altro criterio che la forza delle loro parole. Sono molti coloro che mi hanno colpito, a sorpresa, che non conoscevo prima: Don Panizza, Toni Servillo, Sergio Marchionne, Maurizio Viroli. Ma per me la voce più potente è stata quella di Emma Leone, co-fondatrice del Progetto Sud, comunità calabrese che lotta per la difesa dei disabili in zona di ‘ndrangheta.  Emma, in sedia a rotelle e con il respiratore ci ha dato una lezione formidabile di coraggio. Se lei che è “diversamente abile” in una terra dove i diritti valgono poco o nulla può alzarsi figurativamente in piedi, e proclamare che “se ci si lascia intimidire non si sarà mai uomini liberi” perché non possiamo farlo tutti noi? 

Cosa ne pensa del fenomeno Grillo e del fatto che venga contestato, perché si esprime contro l’Europa? Abbiamo bisogno dell’Europa?

Grillo è un fenomeno molto importante e tendenzialmente positivo. E’ un segnale di possibile risveglio morale di un paese in coma. Purtroppo, le sue posizioni al momento lasciano molto perplessi su un numero di questioni cruciali quali l’Europa. Io spero vivamente che sia un problema che si andrà chiarendo presto, mentre il Movimento 5S compie un suo naturale processo di crescita da neonato movimento civico a possibile e credibile forza di governo. In questo momento storico stiamo vivendo un paradosso: l’Europa come soggetto politico è più importante e necessaria che mai. Eppure nel momento in cui ne abbiamo più bisogno l’UE è al minimo storico di fiducia e rispetto. L’Europa può e deve molto rapidamente elevarsi all’altezza della sfida storica e proporre ai suoi cittadini una visione del futuro basata sul patrimonio culturale, civile e politico condiviso. Lo potrà fare solo con una forte spinta dalla società civile, secondo me. 

È mai stata a Berlino? Cosa ne pensa della città? Ha mai pensato di trasferirsi nella capitale tedesca?

Sono molto legata a Berlino, una capitale culturale europea per me molto speciale. Spero di riuscire ad andare a trovare un mio vecchio amico Franz Biberkopf che mi ha fatto a volte pensare di trasferirmi nella sua bella città. 

Girlfriend in a Coma – Official Trailer from Annalisa Piras on Vimeo.

Girlfriend in a Coma

Genere | Documentario


Durata | 97 min
Cert |

12
Website: www.girlfriendinacoma.eu

Annalisa Piras è una regista e giornalista italiana, residente a Londra dal 1997. Ha studiato Scienze Politiche e Cinematografia a Roma prima di lasciare l’Italia nel 1993. Annalisa ha vent’anni di esperienza come giornalista; ha lavorato per la televisione, quotidiani e periodici, ed ha realizzato numerosi documentari su argomenti di attualità internazionale. Ha lavorato alla Rai e a Euronews, ed è stata per molti anni corrispondente da Londra per La7 e L’Espresso. Da un decennio commenta gli affari esteri per la BBC.

Bill Emmott, nato e cresciuto a Londra, è stato direttore di The Economist dal 1993 al 2006. E’ oggi il presidente della London Library, ed editorialista per The Times, La Stampa e L’Espresso.
Nel 2003, e’ stato il primo giornalista straniero insignito del premio “E’ Giornalismo”, per gli articoli di The Economist su Berlusconi. Autore di 12 libri , soprattutto su Asia e Giappone, il suo ultimo libro sull’Italia “Good Italy, Bad Italy” e’ appena uscito per la Yale University Press. Il suo precedente libro “Forza Italia – Come ripartire dopo Berlusconi” è edito da Rizzoli.

Lista dei personaggi intervistati

Roberto Saviano: Autore di “Gomorra”


Nicola Gratteri: Persecutore Antimafia


Marco Travaglio: Vicedirettore, Il Fatto Quotidiano


Giuliano Amato: Ex Presidente del consiglio


Mario Monti: Presidente del consiglio


Sergio Marchionne: FIAT CEO


Vittorio Colao: Vodafone CEO


Nanni Moretti: Regista


Bruno Manfellotto: Editore, L’Espresso


Matteo Renzi: Sindaco di Firenze | Esponente del Partito Democratico

Umberto Eco: Filosofo e Novellista


Mario Calabresi: Editore, La Stampa


Elsa Fornero: Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali


Toni Servillo: Attore


Federico Varese: Professore di criminologia, Oxford


Lorella Zanardo: Scrittrice, Attivista


Solen De Luca: Giornalista televisiva


Eva Giovannini: Giornalista televisiva


Emma Bonino: Vicepresidente del Senato della Repubblica


Emma Marcegaglia: Ex presidente di ConTindustria


Susanna Camusso: Segretaria Generale della CGIL


Father Giacomo Panizza: Fondatore del Progetto Sud


Emma Leone: Cofondatore, Progetto Sud


Vincenzo Linarello: Presidente della GOEL social businesses


Cristina Comencini: Presidente e cofondatore di Se Non Ora Quando

Giovanni Ferrero: Ferrero CEO


John Elkann: Presidente della FIAT


Carlo Petrini: Fondatore di Slow Food Movement

Valentino Castellani: Sindaco di Torino dal 1993 al 2001


Maurizio Viroli: Professore di Teoria Politica, Princeton


Stefano Livadiotti: Giornalista, L’Espresso


Beppe Grillo: Comico e attivista politico, leader del Movimento a 5 stelle

Giandomenico Iannetti: Neuroscienziato, University College London

Livia Giuggioli: Direttore creativo di Eco Age

Nicol Vizioli: Fotografo


Quayola: Artista


Massimo Banzi: Università du Lugano


Giovanna Tinetti: AstroTisica, University College London

 

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