di Emilio Esbardo
Con grandissima curiosità mi sono recato all’incontro con Chalid Al-Chamissi, che esponeva al pubblico la situazione attuale in Egitto. Nato al Cairo, nel 1962, ha studiato scienze politiche prima di intraprendere la sua collaborazione con numerose testate nazionali ed internazionali. È stato colonnista anche del prestigioso quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung.
La sua attività culturale non si delimita al giornalismo: ha lavorato come regista, sceneggiatore e produttore.
È grazie alla sua attività di scrittore, però, che ha raggiunto la notorietà.
Il suo primo romanzo “Taxi. Le strade del Cairo si raccontano” ha raggiunto tirature elevatissime ed è stato tradotto in numerose lingue, tra cui l’italiano.
In “Taxi” Al-Chamissi, in uno stile misto di giornalismo e di romanzo, lascia la parola ai tassisti egiziani, che si rilevano essere profondi conoscitori della realtà del luogo. Il libro è suddiviso in 16 capitoli ed è una autentica testimonianza degli umori della popolazione rassegnata e delusa dalla politica del proprio governo.
I suoi racconti sono stati definiti dalla critica come cultura di strada e in essi traspare il preludio alle future rivolte che sconvolgeranno definitivamente il Paese.
Il suo secondo libro è un seguito naturale del precedente. L’autore lascia qui la parola ai suoi concittadini che abbandonano l’Egitto. Il titolo del romanzo è: “L’Arca di Noè. Romanzo dall’Egitto”.
L’Arca di Noè rappresenta allegoricamente l’unico mezzo di fuga da una situazione tristemente disastrosa.
Chi rende testimonianza nel suo secondo libro sono persone di ogni classe sociale, che costrette a lasciare l’Egitto, esternano il loro dolore, per la decisione forzata.
Al-Chamissi, come i suoi personaggi, rivela, al pubblico presente, il suo amore per la sua terra e dichiara di aver sempre vissuto sulla stessa strada. Soltanto comprendendo il forte legame con le proprie radici, si può comprendere al meglio il popolo egiziano. Lui stesso non può immaginarsi di abitare lontano dal quartiere dov’è cresciuto.
Con l’occhio critico di uno scrittore integro, con un linguaggio provocatorio e critico, denuncia la corruzione, le discriminazioni religiose e le repressioni politiche della sua nazione, che un giorno, spera, possa imboccare la giusta strada e divenire uno stato democratico.
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