Giornata del romanzo grafico a Berlino - Incontro con i fumettisti Nicolas Mahler, Ol e Brecht Vandenbroucke

Ol - Foto: Emilio Esbardo

testo e foto di Emilio Esbardo

Con grande curiosità mi sono recato in una calda e soleggiata domenica settembrina ad uno dei tanti incontri dedicati ai fumetti: un genere letterario che io non seguo molto, anche se da ragazzo sono stato un lettore appassionato di Dylan Dog.

L’intera giornata è stata intitolata “Graphic Novel Day” ossia “Giornata del romanzo grafico”.

Ho scelto di seguire l’evento delle ore 16.00 soprattutto perché ad esso partecipava Ol, un fumettista che, con la sua arte e con il suo umore secco e diretto, racconta sui giornali la quotidianità berlinese.

Ol è nato nel 1965 a Berlino est. Fino alla caduta del Muro ha lavorato come stampatore nella DDR e ancora oggi conserva molte qualità e difetti della Repubblica Democratica: gli incontri con i fumettisti si tenevano in inglese per la presenza di molti stranieri. Per lui è stato difficile esprimersi in questa lingua che quando era giovane era considerata la lingua del nemico, dell’imperialismo occidentale.

Appena ha preso la parola ha detto: “chiedo scusa a tutti, il mio inglese non è così buono, sono un berlinese dell’est”.

Brecht Vandenbroucke - Foto: Emilio Esbardo

Al Festival di Letteratura internazionale ha presentato il suo ultimo libro di fumetti intitolato “Le mamme della piazza Kollwitz” (Die Mütter vom Kollwitzplatz).

Ol frequentava spesso, da ragazzo, Kollwitzplatz, situata nel quartiere di Prenzlauer Berg.

Ad un certo punto, la sua vita ha preso una piega comune a molti della sua generazione. Sapendo che la Stasi aveva iniziato a spiarlo, è fuggito nel 1989 a Monaco attraverso il confine con l’Ungheria.

Ritornato nel 1993 nella sua città natale, inizia a raccontare la vita di Kollwitzplatz, totalmente differente da come l’aveva lasciata. Lì nel frattempo si sono trasferiti numerosissime giovani, che Ol descrive con il tipico umore e la parlata dei berlinesi:

All’interno di una panetteria, la venditrice dice al cliente: “Qui non abbiamo il buon umore, devi ritornare domani quando c’è la mia collega che naturalmente non è di Berlino”.

Ol insieme ad una sua fan - foto: Emilio Esbardo

Le sue sono barzellette da bar, tipiche di questi luoghi:

– La moglie: “Dimmi qualcosa di sporco”

– Il marito: “Cucina” 

Kollowitzplatz è oramai un luogo che ha già subito il processo di gentrificazione che sta colpendo Berlino. La gente che abitava nell’ex parte est della città è stata “costretta” ad andare via perché nel frattempo le case sono state restaurate e gli affitti sono aumentati vertiginosamente. Al loro posto sono giunti tedeschi dell’ovest con abbastanza soldi per potersi permettere un appartamento.

I personaggi di Ol parlano per lui, raccontano come lui percepisce la nuova realtà di Kollowitzplatz, dove vi sono moltissime giovani madri immature ma piene di soldi.

All’incontro erano presenti anche Brecht Vandenbroucke e Nicolas Mahler.

Nicolas Mahler è nato il 1969 a Vienna ed è un autore molto prolifico: negli anni ’90 aveva già all’attivo una trentina di libri. È fumettista di giornali rinomati quali il Frankfurter Allegemeine Zeitung.

È una persona molto ironica e dalla battuta facile. Questo un breve dialogo tra il moderatore Lars von Törne e Nicolas Mahler durante l’incontro:

– Lars von Törne: “Perché ha realizzato fumetti dalla geometria perfetta?”

– Nicolas Mahler: “Per far piacere a te e alle persone come te. Per farvi parlare”.

– Lars von Törne: “E da dove è venuta, invece, l’idea di questa vignetta?”

– Nicolas Mahler “L’editore mi ha concesso uno spazio ridottissimo”

Lo stile di Nicolas Mahler viene descritto dalla critica come minimalista. Nel 2010 è stato premiato con il prestigioso riconoscimento “Max und Moritz-Preis” con questa motivazione: “I personaggi di Nicolas Mahler non hanno occhi, orecchie e bocca – ma hanno certamente carattere (…) sono tra il banale, l’assurdo e il kafkiano”.

La sua opera più importante viene considerata “Fiasko. Der Mann in der Heizdecke”. Mahler vive nella sua città natale.

Brecht Vandenbroucke è nato a Furnes in Belgio nel 1986.

Il suo stile è stato influenzato dall’arte Pop e dai cartoni disneyani ed il risultato delle sue opere ricordano la corrente del Surrealismo. Vandenbroucke è un’artista poliedrico: esercita la professione di fumettista, pittore e regista.

Con spiccato senso dell’umore elabora temi impegnati nel sociale, ad esempio, il razzismo.

La sua opera più riconosciuta è “White Cube”, descritta in modo molto divertente dal Festival di Letteratura di Berlino:

“Al centro vi sono due uomini rosa, quasi identici, calvi, che Vandenbroucke chiama critici estetici. I due si recano, con un sentimento misto di cattiveria e felicità, ad eventi ed esposizioni e commentano l’arte contemporanea in modo ingenuo e malizioso”.

Brecht Vandenbroucke ha ricevuto premi rilevanti. Nel 2011 l’importante Festival Fumetto gli ha dedicato una mostra personale, descrivendolo in questa maniera:

Vandenbroucke vede il mondo come un caos complesso e incontrollabile e qualsiasi tentativo di controllo è destinato a fallire (…).

L’artista vive a Gand.

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