di Emilio Esbardo
Lunedì 18 luglio 2016, alle ore 21.45, è andato in onda, sul canale televisivo tedesco Das Erste, il film-documentario “Der Traum von Olympia” (“Il sogno delle Olimpiadi”), che, attraverso i destini personali di singoli personaggi, racconta i Giochi Olimpici del 1936 a Berlino, utilizzati dal regime nazista per presentare una Germania aperta e tollerante.
Gli avvenimenti vengono narrati dalle voci fuori campo di Gretel Bergmann (interpretata da Sandra von Ruffin), atleta tedesca, di origini ebraiche, specialista nel salto in alto, e da Wolfgang Fürstner (interpretato da Simon Schwarz), capitano della Wehrmacht e ufficiale responsabile per la costruzione e l’organizzazione del villaggio olimpico di Berlino.
Gli altri protagonisti della pellicola sono Elfriede Kaun (interpretata da Annina Hellenthal), atleta, specialista nel salto in alto, bionda, occhi azzurri, il cui aspetto esteriore tipicamente tedesco, rappresentava l’ideologia razziale nazista, e Wolf-Heinrich von Helldorf (interpretato da Gotthard Lange), capo della polizia di Berlino, con l’incarico di tenere bene sotto controllo il villaggio e la capitale del Reich durante i giochi olimpici.
Il film è stato girato in occasione degli ottanta anni dall’evento.
I giochi avevano la funzione di creare la facciata di un Paese moderno e all’avanguardia – per la prima volta nella storia sono state utilizzate le tecniche delle tramessioni in diretta televisiva – e di una nazione tollerante ed accogliente che, durante le olimpiadi, ha ospitato 4000 atleti di 49 nazioni (un record di partecipazioni!), alle quali ha potuto prender parte anche il leggendario atleta nero Jesse Owens, che si aggiudicherà quattro medaglie d’oro.
In realtà dietro le quinte, “Il villaggio della pace” (nomignolo del villaggio olimpico) aveva il progetto di mascherare i peggiori crimini dei nazisti, che iniziarono a prender piede proprio durante i giochi. Poco prima dell’inaugurazione, avvenuta il primo agosto 1938, i rom e i sinti sono stati rinchiusi in campi di lavoro nella periferia di Berlino. Proprio durante lo svolgimento delle olimpiadi è stato costruito il campo di concentramento di Sachsenhausen.
I destini dei protagonisti del film-documentario s’intrecciano con gli avvenimenti del periodo. Gretel Bergmann, essendo ebrea, non potrà partecipare alle olimpiadi, nonostante fosse la più brava atleta tedesca nel salto in alto.
Wolfgang Fürstner, durante la ricerca genealogica, aveva appreso di avere origini ebraiche. Tre giorni dopo la conclusione delle Olimpiadi, il 19 agosto 1936, sapendo quale sarebbe stato il suo destino, dopo le promulgazioni delle Leggi razziali di Norimberga, si è suicidato con un colpo di pistola. Per non creare sospetti, la propaganda nazista diramò il comunicato stampa, che Fürstner era deceduto a causa di un incidente stradale e che era stato seppellito, insieme ad altri eroi di guerra, nel cimitero Invalidenfriedhof a Berlino.
“Der Traum von Olympia” è ben fatto. Le scene del film si mescolano alle immagini originali dell’epoca. La scena più toccante è forse quando Elfriede Kaun, che otterrà una medaglia di bronzo, abbraccia Gretel Bergmann, sebbene fosse stata isolata da tutte le altre sportive, durante uno di quei pochi allenamenti in comune, a cui l’atleta ebrea ha potuto aderire.
Gretel Bergmann è stata costretta ad allenarsi, per quasi tutto il tempo, da sola e in un campo disastrato. Fino all’ultimo momento non le era stato comunicato se avrebbe potuto partecipare alle Olimpiadi. Solo poco prima dell’inaugurazione, le avevano fatto sapere la sua esclusione, nonostante durante gli addestramenti aveva stabilito un nuovo record, riuscendo a saltare un metro e sessanta.
Ho avuto il piacere di fotografare gli attori protagonisti del film e di realizzare un’interessante intervista con l’attrice Annina Hellenthal.
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Intervista a Annina Hellenthal / Interview mit Annina Hellenthal
1. Perché ha deciso di recitare in questo film? Che cosa l’ha affascinata di Elfriede Kaun? / Warum haben Sie sich entschieden, in diesem Film mitzuspielen? Was hat Sie an Elfriede Kaun fasziniert?
Ho sempre avuto il desiderio di poter partecipare ad un film storico, per questo sono stata molto contenta d’interpretare Elfriede Kaun. Credo che all’epoca non era così facile per una donna, imporsi nello sport. Ciò mi ha affascinato. Avevo proprio voglia di un tale ruolo. / Ich wollte immer was Historisches machen. Ich habe mich sehr darüber gefreut, dass ich die Elfriede Kaun spielen darf. Ich glaube, dass es als Frau in jener Zeit nicht so einfach war, sich im Sport durchzusetzen. Das hat mich fasziniert. Darauf hatte ich Lust.
2. Con che stato d’animo ha recitato in un film che tratta un periodo così terribile della storia tedesca? / Wie haben Sie sich dabei gefühlt in einem Film mitzuspielen, in dem so eine schreckliche Zeit der deutschen Geschichte geschildert wird?
La scena tra Gretel Bergmann e Elfriede Kaun è naturalmente molto particolare, perché in quel momento Gretel Bergmann ancora non sapeva se avrebbe potuto partecipare ai giochi olimpici. Questa è una situazione difficile, che all’inizio non si riesce a comprendere per niente: perché Elfriede Kaun non ha diritto a partecipare esattamente come Gretel Bergmann? All’inizio si esamina la situazione con una certa ingenuità infantile e giovanile, che io ho mantenuto nella scena, cercando realmente di imparare molto da questo momento. / Die Szene zwischen Gretel Bergmann und Elfriede Kaun ist natürlich besonders, weil es ja darum ging, dass Gretel Bergmann nicht wusste, ob sie an den olympischen Spielen teilnehmen darf. Das ist eine schwierige Situation. Das versteht man erst mal gar nicht. Ich bin gut, aber warum kann sie nicht mitmachen so wie ich? Man geht da zunächst mit einer kindlichen oder jugendlichen Naivität ran. Man braucht da erst mal einen Moment. Und so habe ich es gehalten in der Szene – zu versuchen, wirklich aus diesem Moment zu lernen.
3. Si sente colpevole per i crimini commessi dai tuoi ascendenti? / Fühlen Sie sich schuldig dafür was Ihre Vorfahren getan haben?
Trovo che sia terribile ciò che è stato commesso, ma non mi sento colpevole. A mio parere, io non ho più niente a che vedere con quel periodo storico. Questa maniera di ragionare mi è realmente estranea. / Ich finde es schrecklich, aber schuldig fühle ich mich nicht. Für mein Empfinden habe ich mit der Zeit nichts mehr zu tun und ich denke auch nicht so. Mir ist diese Art und Weise zu denken so fern, dass ich mich gar nicht schuldig fühlen kann.
4. Lei appartiene al settore cinematografico. Pensa che i registi dell’epoca, ad esempio Leni Riefenstahl, e gli sportivi, come Elfriede Kaun, sono stati complici del regima nazista? O crede che abbiamo semplicemente esercitato la loro professione? / Sie gehören zur Filmbranche. Denken Sie, dass die RegisseurInnen der damaligen Zeit, wie z.B. Leni Riefenstahl, und SportlerInnen, wie Elfriede Kaun, mitschuldig waren? Oder glauben Sie, dass sie einfach nur ihren Beruf ausgeübt haben?
Onestamente non ne so abbastanza, per poter giudicare. Ho letto un’intervista a Elfriede Kaun, la quale ha detto: “Oddio, perché allora abbiamo messo tutti al primo posto lo sport e non ci siamo più preoccupati delle questioni umane?”. Non so se su questo punto si possa intravedere una colpa. Naturalmente non è una cosa bella. Tutti noi dovremmo dare il nostro contributo, affinché prevalga più umanità e una maggiore tolleranza in tutti i settori. / Ehrlich gesagt weiß ich nicht genug darüber, um das beurteilen zu können. Ich hatte ein Interview von Elfriede Kaun gelesen, worin sie sagte: „Mensch, warum haben wir damals den Sport einfach über alles gestellt und uns nicht mehr um menschliche Fragen gekümmert?“ Das ist eine sehr schwierig Frage. Ich weiß nicht, ob man darin eine Schuld sehen kann. Es ist natürlich nicht gut. Wir sollten alle mehr dafür tun, dass mehr Menschlichkeit herrscht und mehr Akzeptanz in allen Bereichen.
5. Durante le riprese, poteva percepire l’atmosfera dell’epoca? Secondo il suo parere, è possibile trasmetterla al pubblico? / Während der Dreharbeiten konnten Sie die Stimmung der Zeit spüren. Ist es Ihrer Meinung nach überhaupt möglich, auch die Zuschauer diese Stimmung spüren zu lassen?
Abbiamo girato, ad esempio, la scena di un ricevimento, dopo che io avevo ricevuto la medaglia di bronzo. La musica mi ha trasportato velocemente indietro nel passato. Anche i costumi hanno giocato un ruolo al riguardo. Ciò aiuta in un certo qual modo… ma non si può percepire totalmente l’atmosfera dell’epoca. / Wir haben zum Beispiel eine Szene gespielt bei einem Empfang, nachdem ich die Bronzemedaille erhalten hatte. Mich hat dabei die Musik ganz schnell in die Zeit zurückversetzt. Und die Kostüme spielten auch eine Rolle. Das macht schon was mit einem… aber genau kann ich das natürlich nicht nachempfinden.
5. Oggigiorno le donne tedesche sono considerate molto indipendenti. Si è mai chiesta perché, durante il periodo nazista, si “sono sottomesse” agli uomini? /Heutzutage gelten deutsche Frauen als sehr unabhängig. Haben Sie sich einmal gefragt, warum die Frauen sich in der Nazizeit den Männern „unterworfen“ haben?
Certamente, ma trovo molto difficile rispondere, perché io sono cresciuta semplicemente in una realtà e in una maniera totalmente differente di allora. Ho molte libertà. La mia generazione ha quasi troppe libertà, troppe scelte. Non riesco quasi ad immaginarmi come sarebbe non averle. Per cui non saprei come si possa affrontare una situazione del genere. / Mit Sicherheit, aber ich finde es ganz schwierig zu beantworten, weil ich tatsächlich einfach in einer ganz anderen Welt lebe und völlig anders aufgewachsen bin. Ich habe viele Freiheiten. Meine Generation hat fast zu viele Freiheiten, zu viele Entscheidungsmöglichkeiten. Ich kann mir kaum vorstellen wie es ist, sie nicht zu haben. Deswegen weiß ich gar nicht wie man damit umgehen kann.
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