“La vita è difficile ma ingiusta” – La 63sima edizione della Berlinale vede protagoniste le donne: Intervista a Dieter Kosslick

intervista e foto Emilio Esbardo

Dal 7 al 17 febbraio si tiene la 63esima edizione della Berlinale, uno dei Festival di cinema più famosi al mondo: secondo gli esperti, terzo in classifica d’importanza a livello internazionale.

Il cinema rispecchia la realtà e quest’anno, tra i temi principali, ci sarà la crisi finanziaria, come ha affermato il direttore Dieter Kosslick, durante la conferenza stampa con i corrispondenti esteri: “Negli anni scorsi abbiamo visto film che raccontavano la distruzione del mondo a causa della speculazione finanziaria. Adesso i film raccontano i danni subiti: la maggioranza delle persone si è impoverita. C’è stato bisogno degli aiuti statali affinché i sistemi potessero continuare a sopravvivere”.

Poi vi sono altri temi importantissimi come quello dell’omosessualità. E ciò che in generale queste pellicole mostreranno è che “la vita è dura ma ingiusta”. Durante la conferenza stampa, Kosslick ha accentuato l’importanza delle donne in questa edizione della Berlinale, che le vedrà protagoniste. Ed è proprio sulle donne che si è incentrata la mia intervista con Dieter Kosslick, tenutasi nell’edificio di rappresentanza dello Stato Federale di Baden-Württemberg a Berlino.

Durante l'intervista a Dieter Kosslick - Foto: Anna Lena Panten

Lei durante la conferenza stampa ha affermato che avremo a che fare con una “intensiva Berlinale al femminile”?

Sì, come ho già affermato, ci saranno molti temi femminili e attrici che interpretano questi argomenti.

Se si osserva un film, senza conoscerne il regista, si può affermare se è stato girato da un uomo o da una donna?

In generale non lo si può dire così facilmente e non si è ancora fatto un test al riguardo. Io, però, credo proprio di sì. Vi è un altro tipo di approccio, quando le donne fanno un film. Si parte da un punto di vedere differente. Altrimenti il resto è tutto lo stesso. Non si può affermare, che il film è un altro tipo di film se il regista è una donna. Tra i film in concorso nella Berlinale vi è l’esempio di una regista polacca, Malgośka Szumowska, che ha avuto il coraggio di parlare del tema dell’omosessualità nella chiesa cattolica. Trovo interessante e sensazionale, che proprio i polacchi hanno affermato che esiste l’omosessualità, solo che fino ad ora, nessuno ne sapeva niente al riguardo. Questo è anche un tema attuale in Germania e viene raccontato da un punto di vista differente da parte delle donne, che evidentemente riescono a comprendere e a decifrare meglio questo argomento così ermetico.

Dieter Kosslick, direttore della Berlinale - Foto: Emilio Esbardo

Tra le tante artiste che hanno calcato il tappeto rosso a Berlino, chi l’ha colpita di più?

Questa è una buona domanda a cui, però, è difficile rispondere. Gina Lollobrigida… Sophia Loren… Claudia Cardinale… Naturalmente mi hanno colpito positivamente tutte. Vi sono tantissimi altri esempi di grandi attrici: ad esempio Isabelle Huppert, Catherine Deneuve e Juliette Binoche. E in Germania Nina Hoss, che ogni anno è presente alla Berlinale. Naturalmente ci sono altri grandi nomi ma è impossibile da elencarli tutti. Nel film in concorso di quest’anno Elle s’en va traspare il grande umorismo di Catherine Deneuve, che interpreta il ruolo di una donna, che, ad un certo punto della sua vita, va a comprare le sigarette e ritorna dopo un paio d’anni.

Naturalmente il festival ha una grande offerta, con temi variegati?

Sì, ci sono 24 film di 22 Paesi. 19 saranno presenti nel concorso ufficiale. In tutto ci sono 17 prime mondiali. L’offerta spazia dalle pellicole di grossa produzione americana con le loro star fino al cinema indipendente.

Anche il cinema italiano è rappresentato?

Abbiamo Giuseppe Tornatore con il film La migliore offerta nella categoria “Berlinale Special” e poi Mario Rizzi, Francesco Amato, Martina Parenti, Vito Palmieri e per la sezione “Cinema Culinario” Stefano Sardo con il film Slow Food Story.

Attualmente a Berlino vi è una mostra di Martin Scorsese. Cosa ci può raccontare di questo geniale regista di origine italiana?

In questa mostra si può comprendere immediatamente che grande maestro è Mister Scorsese e si ha una panoramica generale di tutto il lavoro che ha realizzato finora. Martin Scorsese ha anche un legame con la Germania: Michael Ballhaus, suo cameramen di fiducia per lungo tempo è anche un mio amico ed un amico della Berlinale. Avremmo voluto tanto che Scorsese fosse stato presente quest’anno, ma è impegnatissimo con il suo nuovo lavoro.

Per concludere l’intervista, potrebbe raccontarci un aneddoto divertente sulla Berlinale?

Ho un aneddoto attuale: tutti si chiedono al momento se il direttore della Berlinale, di origine sveva, inaugurerà l’edizione del festival di quest’anno in tedesco, in inglese o in svevo, il suo idioma materno. Noi, per questa intervista, ci troviamo nell’edificio di rappresentanza sveva a Berlino. Tutti sono curiosi al riguardo.

NOTA: Subito dopo la caduta del Muro, moltissime persone di Baden-Württemberg, gli svevi, si sono trasferiti a Berlino, formando una grande comunità, presente soprattutto nel quartiere di Prenzlauer Berg. I berlinesi si lamentano e protestano veementemente per il fatto che essi si sono insediati, cambiando radicalmente l’ambiente circostante. Ad esempio se ci si reca a Prenzlauer Berg, ormai, quando si entra in una panetteria per ordinare un panino si utilizza il termine svevo “Weckle”, mentre la parola berlinese “Schrippe” è quasi del tutto scomparsa.

Breve biografia di Dieter Kosslick

Dieter Kosslick è nato il 30 maggio 1948 a Pforzheim, una città a metà strada tra Karlsruhe e Stoccarda nello Stato Federale di Baden-Württemberg.

Ha studiato a Monaco comunicazione, pedagogia e politica. Nel 1979 è stato assunto con le mansioni di autore di discorsi, assistente personale e responsabile dell’ufficio del sindaco di Amburgo Hans-Ulrich Klose. In seguito ha accettato il posto di redattore per la cultura della rivista konkret prima di iniziare la sua carriera nel mondo del cinema.

Successivamente ha assunto la posizione di amministratore delegato di Film Fonds Hamburg e di Presidente del programma dell’Unione Europea MEDIA.

Nel 1992 ha accettato il posto di conduzione della Filmstiftung NRW a Düsseldorf, carica mantenuta fino al 2002 quando è stato nominato Direttore della Berlinale.

Durante il suo periodo amburghese ha ricoperto la carica di portavoce del centro per L’uguaglianza della donna che probabilmente l’ha influenzato nella scelta di porre le donne al centro di molte edizioni della Berlinale, esattamente come quest’anno.

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