
Il regista Gianfranco Rosi durante la presentazione di "Fuocoammare" presso l'Istituto Italiano di Cultura a Berlino - Foto: Emilio Esbardo
La notizia era nell’aria fin da ieri sera, quando Gianfranco Rosi era stato precipitosamente richiamato a Berlino. Ebbene sì, Fuocoammare ha vinto l’Orso d’oro. Si è commosso il regista nato ad Asmara quando è salito sul palco per ricevere il premio. “Questo è un premio anche per i produttori”, ha detto emozionato.
“Film eccitante e originale, la giuria è stata travolta dalla compassione. Un film che mette insieme arte e politica e tante sfumature. È esattamente quel che significa arte nel modo in cui lo intende la Berlinale. Un libero racconto e immagini di verità che ci racconta quello che succede oggi. Un film urgente, visionario, necessario”, con queste parole la presidentessa della giuria Meryl Streep, sul palco assieme al direttore del Festival Dieter Kosslick, ha motivato la scelta della giuria. “Parlo a nome del gruppo: siamo eccitati ed energizzati dal lavoro bello e importante che abbiamo visto e siamo orgogliosi di portarlo all’attenzione del mondo” ha proseguito la Streep sul palco.
“Il mio pensiero più profondo va a tutti coloro che non sono mai arrivati a Lampedusa, a coloro che sono morti. Dedico questo lavoro ai lampedusani che mi hanno accolto e hanno accolto le persone che arrivavano. È un popolo di pescatori e i pescatori accolgono tutto ciò che arriva dal mare. Questa è una lezione che dobbiamo imparare. Per la prima volta l’Europa sta discutendo seriamente alcune regole da fissare, io non sono contento di ciò che stanno decidendo. Le barriere non hanno mai funzionato, specialmente quelle mentali. Spero che questo film aiuti ad abbattere queste barriere.”. Così ha commentato il regista dopo aver chiamato sul palco il dottor Pietro Bartolo. Ha inoltre salutato commosso la figlia.
Rosi ha impiegato un intero anno per riprendere i flussi migratori verso le coste italiane. Nell’isola siciliana si è fermato un anno intero, raccontando la disperazione di famiglie in cerca di un futuro e la difficoltà degli isolani.

Il direttore della fotografia Michael Ballhaus ha ricevuto l'Orso d'oro alla carriera 2016 - Foto: Emilio Esbardo
Qui di seguito la lista di tutti i vincitori:
Orso d’oro per il miglior cortometraggio: Balada De Um Batráquio di Leonor Teles
Orso d’argento, premio della giuria per il miglior cortometraggio: A Man Returned di Mahdi Fleifel
Orso d’agento, gran premio della giuria: Death in Sarajevo di Danis Tanovic
Premio Audi per il miglior cortometraggio: Jin Zhi Xia Mao di Chiang Wei Liang
Miglior opera prima: Inhebbek Hedi di Mohamed Ben Attia
Premio Bauer per l’innovazione: Lullabay to the Sorrowful Mystery di Lav Diaz
Orso d’argento per il contiributo artistico: Mark Lee Ping-Bing per l’arte cinematografica in Chang Jiang Tu (Crosscurrent) di Yang Chao
Orso d’argento per la miglior sceneggiatura: Tomasz Wasilewski per Zjednoczone stany micocci (United States of Love)
Orso d’argento per il miglior attore: Majd Mastour per Inhebbek Hedi (Hedi) di Mohamed Ben Attia
Orso d’argento per la migliore attrice: Trine Dyrholm per The Commune
Orso d’argento per il miglior regista: Mia Hansen-Love per Things to Come.
Articolo a cura della redazione de “il Deutsch-Italia”
Follow Us!