“Finiranno all’inferno tutte le donne che non si aiutano a vicenda” - Il ministro Ursula von der Leyen contro Angela Merkel e Kristina Schröder

testo e foto di Emilio Esbardo

“Finiranno all’inferno tutte le donne che non si aiutano a vicenda”: È questa la celebre frase di Madeleine Albright, ex Ministro degli Esteri degli Stati Uniti, citata con rabbia ed amarezza da Caren Marks dell’SPD (Socialdemocratici – partito di sinistra) in Parlamento a Berlino, giovedì 18 aprile. In gioco c’era l’approvazione dell’introduzione di una quota obbligatoria d’assunzione di donne ai vertici delle imprese quotate in borsa.


Il progetto redatto dalla Camera degli Stati (Bundesrat), che prevedeva la presenza obbligatoria del 20 per cento di donne, a partire dal 2018, e del 40 per cento, a partire dal 2023, è stato però respinto con 320 voti contrari e 277 favorevoli.

Il ministro Ursula von der Leyen durante il dibattito - Foto: Emilio Esbardo

La mattinata era iniziata in modo del tutto tranquillo e, al contrario di quanto previsto, la maggioranza del Parlamento (486 sì – 103 no), aveva votato a favore del primo punto dell’ordine del giorno, ossia della concessione del credito di 10 miliardi a Cipro.

Anche il maggior partito di opposizione, SPD, ha dato il suo consenso: hanno votato a favore nonostante siano contrari, in generale, al modo di intervenire del Governo tedesco contro la crisi economica europea (donare soldi agli Stati per salvare le banche). 

Quando si è passati alla discussione sulle quote delle donne, è scattata “la bufera”. All’interno del Parlamento si percepiva un’atmosfera elettrica, generata da una lotta di potere all’interno del partito CDU (Unione Cristiano Democratica; partito di centro destra), attualmente al Governo.

Litigio in Parlamento - Foto: Emilio Esbardo

Dapprima nel partito si era deciso di portare avanti il progetto delle “quote volontarie”, redatto dal Ministro della Famiglia Kristina Schröder.

Tale progetto prevedeva che fossero le imprese stesse a stabilire la loro percentuale di presenza di donne all’interno del consiglio d’amministrazione e di renderla pubblica sul loro sito web.

Però qualche giorno fa, un gruppo di donne dissidenti della CDU, con a capo il Ministro del Lavoro, Ursula von del Leyen, ha minacciato il proprio partito di votare a favore del progetto redatto dalla Camera degli Stati, sostenendo così l’opposizione rappresentata da SPD e Verdi.

Il ministro Ursula von der Leyen mentre aiuta Schäuble- Foto: Emilio Esbardo

Angela Merkel (a favore delle “quote volontarie” di Kristina Schröder) ha dovuto di corsa scendere ad una trattativa per evitare quello che sarebbe stata una sconfitta personale ed una cattiva pubblicità per la CDU all’alba delle nuove elezioni.

La Cancelliera ed il partito, a denti stretti, hanno promesso di inserire nel programma elettorale il progetto di legge che prevede una quota del 30 per cento delle donne ai vertici delle aziende a partire dal 2020.

Una vittoria nella sconfitta per Ursula von der Leyen ed un’umiliazione per Kristina Schröder.

Ursula von der Leyen si batte da anni per una quota regolata legislativamente, al contrario di Kristina Schröder, promotrice della quota volontaria.

Durante la discussione in Parlamento le tre principali protagoniste hanno reagito ognuno a modo loro:

Angela Merkel ha tenuto un atteggiamento molto serio. Si è spostata costantemente da una parte all’altra dell’aula, discutendo con diversi parlamentari.

Angela Merkel durante il dibattito in Parlamento - Foto: Emilio Esbardo

Ursula von der Leyen è rimasta tutto il tempo impassibile, immobile sulla propria poltrona con lo sguardo intento a leggere qualche documento o a controllare i messaggi sul cellulare. Si è alzata solo per aiutare il Ministro Schäuble sulla sedia a rotelle e per appartarsi una quindicina di minuti con la Cancelliera. Ursula ha rinunciato al suo diritto di esporre la propria opinione.

Kristina Schröder, evidentemente scossa, ha mosso costantemente il capo, prima di prendere la parola, accendendo ancora di più gli animi in Parlamento. Soprattutto quando ha definito il comportamento di SPD e Verdi “Scheinheilig” (ipocrita), perché, secondo lei, non applicano questo provvedimento negli Stati Federali, dove sono al potere.

Kristina Schröder durante il suo intervento - Foto: Emilio Esbardo

Sono succeduti, poi, degli insulti reciproci quali “Traditori” (detto dai Verdi alla CDU), “Ignoranti” (da SPD alla CDU), “Disonesti” (da SPD alla CDU).

Non è la prima volta che Ursula von der Leyen ha proposto mozioni appartenenti al programma dell’SPD come ad esempio l’adozione del salario minimo.

Il suo carattere forte ricorda quello di Angela Merkel. E sono in molti a pensare che possa succederle in futuro nel ruolo di Cancelliera.

Molti sono i punti in comune: entrambe hanno una laurea in campo scientifico. Entrambe hanno iniziato le loro folgoranti carriere nella CDU intorno ai 35 anni, in precedenza non erano mai state attive politicamente.

Angela Merker circondata durante le votazioni - Foto: Emilio Esbardo

Tutte e due hanno iniziato la loro carriera politica dopo aver soggiornato “forzatamente” in due Paesi stranieri. Angela Merkel nella DDR e Ursula von der Leyen negli Stati Uniti: suo padre Ernst Albrecht è divenuto Presidente dei Ministri della Bassa Sassonia nel 1976, quando i politici, vivevano sotto scorta, a causa degli omicidi del gruppo terroristico RAF. Per motivi di sicurezza, Ursula ha dapprima vissuto con un’identità falsa a Göttingen, prima di trasferirsi in California con suo marito con il quale ha concepito 7 figli.

Durante il voto - Foto: Emilio Esbardo

Ma mentre Angela Merkel politicamente indugia molto prima di prendere una decisione, aspettando di capire per quale parte la maggioranza è schierata; Ursula von der Leyen è una persona molto decisa che preme affinché vengano adottate le sue decisioni. Altra grande e marcata differenza che risalta immediatamente è l’espressione di serietà che assume la Cancelliera, mentre Ursula von der Leyen sorride costantemente.

 Ciò che manca finora al Ministro del Lavoro è il largo consenso all’interno della CDU di cui gode Angela Merkel.

Durante il voto - Foto: Emilio Esbardo

 

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