LA SESSUALITÀ

“Sensuality” - Artista: Zoltán Páldy

di Maria Luisa Melo

Dal libro: “ CHERCHEZ LA FEMME ??? !!! MONOLOGHI SULLE DONNE.

Ogni volta che ricordo questo episodio mi viene da ridere. Molti anni fa, i miei genitori ed io, siamo stati invitati a cena a casa di un loro amico e collega. Dopo aver suonato il campanello, la porta si aprì e una bambina di otto anni, sorridente e raggiante di gioia, insieme alla sua mamma, ci salutò e mi disse: “Sai che noi donne abbiamo tre buchi: uno per fare la pipì, l’atro per fare i bebè e l’ultimo per fare la popò”.


Le riposi di sì con la testa e un tenue sorriso ma nel contempo mi dicevo: “ E pensare che ero convintissima d’avere solo DUE BUCHI!!”. E la cosa buffa e anche “drammatica” è che io, all’epoca, avevo venticinque anni, ero neo Laureata e non ero più vergine da quando avevo venti anni!!!

Sì…, la nostra SESSUALITA’…, così bella, complicata, fastidiosa, ingenua, morbosa, venduta, comprata, donata, amata, annullata, dimenticata, proibita, peccaminosa, offensiva, sublimata, ridicolizzata, presa in giro, desiderata, artistica, musa, studiata, insegnata, criticata, condannata, elogiata e freudianamente analizzata.

Il nostro corpo è stato creato per dare vita alla Vita, e quindi, fin da bambine veniamo “educate” per la maternità. Giocando ad essere mamme, delle gentili signore che prendono il tè, delle brave casalinghe con tanto di cucina, lavatrice, forno a microonde, piatti, pentole, ecc, ecc, tutto di plastica, per prepararci a ciò che sarà il nostro il destino, come se fossero “ le prove di una Prima Mondiale”. Ma anche senza mai dimenticare, la Barbie, il suo guardaroba e il suo eterno fidanzato Ken.

Però da alcuni anni, alle bambine le vengono regalati anche il cellulare e il computer.

Di solito, cresciamo nella spensieratezza dell’infanzia fino ai dieci anni, quando all’improvviso o con un po’ più di tatto, ci viene comunicato, spiegato o insegnato che forse tra un paio di anni diventeremmo “ Signorine”.

Le nostre madri sono state molto attente, per quanto riguarda il nostro corpo. Attente e vigili da certi sguardi, carezze e gentilezze.

Ma a dieci anni ci osservano con molta più attenzione, perché c’è l’inizio della nostra METAMORFOSI. Cominciamo a non essere più piatte, la nostra peluria non è più quella di una bambina. I nostri ormoni stanno lavorando e quindi, anche il nostro umore è ballerino, piangiamo e ridiamo per nulla e sul nulla.

Verso i dodici o tredici anni arriva IL CICLO, LA REGOLA, IL RITMO, scientificamente denominata: “LE MESTRUAZIONI” (non ho mai capito perché si dice al plurale?? ).

Ma con il passare degli anni, alcune di noi gli hanno dato un altro nome, a seconda dei fastidi che ci dava. Ad esempio, io la chiamavo “ LA MANUELA”, alla spagnola, perché era molto “capricciosa”, arrivava ogni mese ma non rispettava molto le date. Una mia carissima amica, la chiamava al maschile “ ERNESTO”, insopportabile come alcuni uomini.” CICLO’ “ con l’accento alla francese perché è più chic e a Roma “IL MARCHESE”.

Comunque veniva chiamata, ciò che importava era che arrivasse nel mese, specialmente, quando uno iniziava a sperimentare le croci e delizie del sesso.

L’industria dell’Igiene c’è venuta incontro, non come all’epoca delle nostre madri e nonne.

Possiamo dire: Evviva gli assorbenti!: esterni, interni, con o senza le ali, profumati, rilassanti, ipoallergenici, per il giorno e per la notte.

Vi siete accorte com’è la pubblicità di questi prodotti?

Il loro messaggio è quello che non si deve vedere la minima piccola macchia di sangue su i bianchissimi e stretti pantaloni e gonne.

Quel sangue che ci fa visita ogni mese per quasi quarant’anni, fa ancora “disgusto”.

E ancora oggi, per alcune culture, quei giorni sono i giorni in cui diventiamo impure, indegne di vivere insieme alla comunità, e perciò ci hanno costruito un piccolo villaggio lontano dal villaggio, per quei nostri giorni.

Da generazione in generazione si è tramandata la convinzione che, in quei giorni per noi è severamente vietato lavorare nella campagna o l’orto, fare la maionese o fare il bagno al mare.

ORGASMO: fase culminante dell’eccitazione sessuale: consistente nella contrazione ritmica dei muscoli perianali (ed eiaculazione nell’uomo); si accompagnano a fenomeni neurovegetativi (accelerazione del respiro, battito cardiaco, aumento della pressione arteriosa, riduzione dello stato di vigilanza) e coincide con il massimo del piacere”.

Interessante questa definizione dell’Enciclopedia, descritta scientificamente con tanto di sintomi collaterali.

Ma non mi dice nulla sulle emozioni, sensazioni e sentimenti che si provano.

“… e coincide con il massimo del piacere”. Ma com’è quel piacere??

Potrei descrivere l’atto sessuale come una Sinfonia e i suoi Tempi:

Tutto ha inizio con un andante lento ma non largo, ne segue un allegro brioso verso un sostenuto assai molto vivace fino a raggiungere l’Apoteosi di un eterno istante e di un istante eterno…

Credo che a molte donne piacerebbe vivere la poesia di questa poesia….

“ Sono spettinata

dall’ardore

delle tue mani…

Il tuo

             sudore

bagna

i miei

            desideri…

Danziamo

nel boccale

della passione….” (1)

Ci sono dei giorni, e non solo quelli grigi e di pioggia che …

“… Ho proprio

bisogno

                  di un esuberante

vento

            di rose

di lenzuola srotolate

sulla pelle del Mare

e di struggente sentire…

Sì…

          ho uno sconfinato

desiderio

                d’Amore….

                Blues…

                Passione….

               Stravolgimento

Che travolge gli schemi

                                       le regole…

… Sì

           Io fremito

per tutto questo

                               ed anche di più… (2)

( 1)“Sono Spettinata”; (2) “ Ho Bisogno”, frammento, poesie di Maria Luisa Melo, dal libro: “Chiamalo se vuoi…, Amore…” in www.ilmiolibro.it, 8 Dicembre 2011-

Ci sono delle donne che hanno raggiunto “ la pace dei sensi”, come la mia carissima amica Grazia di trentacinque anni.

Il suo nome dice tutto di Lei.

‘E la GRAZIA in persona! Perché questa sua grazia è nata e vive nella sua anima per donarla agli altri.

I suoi occhi sono di un allegro vivacissimo, così come il suo sorriso e la sua spiritosa gioia di vivere, che sparge ogni giorno.

Questo suo essere così bello e generoso ci fa sentire molto bene.

Ti sta vicino nei gravi momenti di difficoltà.

Ti sta accanto quando uno deve prendere delle decisioni importanti, consapevole che è uno e nessun altro a doverle fare, ma Lei non ti lascia da sola.

Grazia e sua sorella Jasmin, sono state vittime di un “Padre-Padrone”, molto peggiore di quello del romanzo di Gavino Ledda.

Questo “padre” non ha mia abusato fisicamente ma ha torturato la loro mente e cerca di farlo ancora da lontano. Sì, da lontano, perché Grazia e Jasmin si SONO LIBERATE DA QUESTE CATENE!!!!! E la loro LIBERTA’ ci rende molto felici!!!.

Grazia mi ha confidato, serenamente, di non provare nessun desiderio come donna, e quindi, neppure la maternità.

Mentre Lei mi diceva tutto questo, nella mia mente è apparsa l’immagine di un bocciolo di cotone, che per poterlo prendere devi essere molto attento a quelle “spine” che non sono delle vere spine.

Grazie non si è messa né creata queste spine.

Sono spine nate dalle profonde ferite subite fin da bambina, insieme a sua sorella Jasmin.

Il mio sogno, il mio sincero augurio è quello che un giorno arrivi alla porta della sua vita e del suo cuore, un uomo che con tanto amore, sappia togliere una ad una quelle spine per accogliere nella sua anima, quel bocciolo di cotone, chiamato GRAZIE…

LA MENOPAUSA

“ OH DIO !!!

LE VAMPATE!!!!!!!!!!!

Sono in Menopausa….

Tempo fa ho sentito e visto, in un programma della TV, una di quelle “presentatrici” con tante curve e poco cervello, vale a dire, le solite e famose OCHE!!!, dire: “ Oggi parleremo della Menopausa, una delle patologie delle donne”. Ed io le risposi, anche se Lei era dentro lo schermo: “ NON E’ UNA PATOLOGIA!!! CAPITERA’ ANCHE A TE!!!

Potrei paragonare questa tappa della nostra vita alla Sinfonia “delle candele” o “degli addii” di Haydn. Questa Sinfonia si chiama così perché è stata scritta per il Principe Nikolaus Esterhazy, quando lui sì è trasferito nella sua residenza estiva insieme alla sua famiglia, alla Corte, “alla sua Orchestra insieme al suo Direttore e compositore”, ma solo Haydn aveva il diritto di portare con sé la sua famiglia, non gli orchestranti.

Siccome era estate e l’orchestra suonava al calare del Sole, su ogni leggio c’era una candela accesa per leggere lo spartito. A un certo punto della Sinfonia, uno a uno, gli orchestranti spegneva la propria candela, si alzava e si ritirava e così … Haydn rimase da solo, e da solo, finì la Sinfonia.

Verso i nostri dodici o tredici anni si accendono le nostre luci per diventare donna e intorno ai cinquanta anni, iniziano a spegnersi, una ad una, quelli luci della nostra natura. Ma non rimaniamo né al buio né da sole come nella Sinfonia di Haydn.

Quando mi guardo allo specchio, mi dico con una certa simpatica ironia: “ Il mio corpo è in profonda depressione!!! “ oppure “ Il mio corpo rispetta ogni singola virgola della Legge di Gravità, tutto va giù!!! “

‘E vero le nostre “delizie” perdono quota e molte di noi cercano di fermare ciò che non si può fermare. Diventando schiave dalle ultime miracolose diete o cure per l’eterna giovinezza, oppure, vestendosi così troppo alla moda che alla fine sono fuori moda.

Invece, molte altre, vivono questo periodo con serenità avendo cura del loro corpo, della loro mente e anima.

La Menopausa ci prende per mano per portarci lentamente verso l’anzianità, che comunque sarà ricca, gioviale, interessante, curiosa, allegra, se siamo state capaci di seminare e di coltivare l’essenza del nostro essere donna. Altrimenti, rimarremmo prigioniere del nostro passato e del dubbio di tutto ciò che non abbiamo fatto, rischiato e sfidato per paura dell’ignoto o del fallimento.

Ci sono tante altre donne che come me, le vampate ce l’hanno da quando avevano trenta anni e a quaranta anni, un intervento chirurgico ha cancellato, definitivamente, il nostro ciclo vitale di donna, anche se era per salvarci la vita.

Sono pochi i medici che ti preparano psicologicamente a ciò che ti accadrà, vale a dire, la DEPRESSIONE.

‘E una depressione particolare che prende a quasi tutte le donne alle quali le è stato fatto l’ISTERECTOMIA, anche a quelle che hanno dei figli. Perché questo intervento lo sentiamo e lo viviamo come una mutilazione che non si vede. E quindi, raramente comprendono il nostro dolore e ciò che ci ferisce di più è l’incomprensione nei nostri confronti di alcune donne, purtroppo raramente si capisce ciò che si è mai vissuto.

Ma l’ISTERECTOMIA non ci ha mutilato né cancellato la nostra capacità d’amare, di sorridere, di sognare, di vivere….

Share Button