L’AMORE MALATO

"Graffito with Violence against Women-Never Again" - Graffito contro la violenza sulle donne; Autore: Adam Jones, Ph.D. / / CC BY-SA 3.0

di Maria Luisa Melo

(dal suo libro: Cherchez la Femme!!!??? Monologhi sulle Donna). 

Da due anni frequento un gruppo degli Alcolisti Anonimi. Non perché ho dei problemi con l’alcool, ma perché il mio modo d’amare è ammalato. Ero convinta che amando come amavo, con la mia dedizione infinita, non solo per mio marito ma anche per i miei figli e nel lavoro, era l’unico modo d’amare.


Come se fosse un amore “ consacrato”, un amore che richiede la rinuncia del mio essere. Però mi rendevo conto che nessuno apprezzava il mio amore. Allora, se sono ammalata d’amore, perché frequento questo gruppo?? Perché la loro “Metodologia” ci aiuta. Perché da sola non si riesce, ti può venire incontro la Fede, però hai bisogno di parlare, di condividere, di confrontarti e di ascoltare altre donne malate come te, anche se ognuna di noi, manifesta questa malattia con differenti sintomi.

Tutte abbiamo capito che questo nostro “Virus”, della nostra patologia, si era “presentato” nella nostra infanzia. Sono stati i modelli e i ruoli di padre e madre che abbiamo visto e vissuto. Questi modelli vanno da un padre assente, incapace di esprimere amore, a un padre autoritario, maschilista, prepotente fino alla violenza fisica e mentale. Posso affermare che la violenza mentale è quella più devastante, benché, la violenza fisica ti può portare dritta al cimitero.

Oppure, il modello di una madre sottomessa o indifferente e poco affettiva, anche se è una bravissima come casalinga, lavoratrice, artista o intellettuale. Inconsapevolmente, abbiamo cercato quell’uomo che assomigliava a quell’uomo che è stato nostro padre. Senz’altro che, quando mi sono innamorata e dopo sposata, il mio lui non era così. Ma qualcosa avevo intuito, però mi dicevo: “ Lui cambierà, il mio grande amore per lui, farà sì che cambierà”.

Ma nessuna persona cambia se non vuole cambiare. Al massimo si può migliorare. Il segreto sta nel “ se vuole…” cambiare, migliorare oppure fare il tentativo. Altre donne, nella loro ricerca DISPERATA DELL’AMORE !, passano da un uomo all’altro, e secondo me, per due motivi. Il primo, è senz’altro la disperazione di trovare l’amore in quell’uomo o nell’altro per fare una famiglia.

Ma questa “disperazione-disperata” non sempre coincide con quella disperazione del nostro Orologio Biologico che ci martella scandendo le ore della nostra età. Non c’entra per niente il fatto che una donna ha superato, largamente, i trentacinque anni, perché questa “disperazione” l’ho vista pure nelle giovanissime ragazze.

Il secondo motivo, è quella paura d’essere da sola e di stare da sola con se stessa… A nessuno, donna o uomo, piace vivere ed essere da soli ma, a volte, è necessario. È necessario prendersi una “pausa con se stesso”, per riflettere e chiedersi: “ cosa voglio?; cosa mi aspetto dalla Vita?; cosa è meglio per me?; cosa posso fare per me?.

Forse non riusciamo a trovare o darci tutte le risposte, ma comunque, è un primo passo verso ciò che vogliamo, LA FELICITÀ ! E parlando di me, grazie a questa terapia di gruppo, ho cominciato a lavorare su di me. Come? Guardando la mia vita come si fosse un Film. Nel quale, io sono la Protagonista, la Regista, quella del Montaggio, della Musica, dei Suoni, della Fotografia e delle Luci. E se dalla lunga Pellicola della mia vita, posso salvare un solo fotogramma… da quel fotogramma continuerò a filmare la mia vita… ma sarà un Film d’Autrice…

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