di Emanuele Bellintani
Martedì 28 aprile 2015, l’Ambasciata d’Italia a Berlino ha ospitato un importante evento di arte e cultura dal titolo “Embodied Resilience” curato da Eleonora Farina e Nico Lippolis e realizzato in collaborazione con l’associazione culturale Peninsula.
In un salone delle feste gremito da un centinaio di ospiti, l’ambasciatore Pietro Benassi ha spiegato il senso dell’iniziativa che parte dal concetto di resilienza, ovvero la capacità di un sistema di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici, per stimolare giovani artisti nella creazione di performance che si interrogano appunto sui processi di adattamento. Un evento che vuole confermare l’apertura dell’ambasciata alle contaminazioni artistiche e alla promozione dell’arte italiana ed internazionale.
Tra le performance che si sono svolte tra le stanze dell’ambasciata, colpisce il video di “Standing here” di Kate Gilmore, in cui l’artista statunitense esplora i temi del dislocamento e dell’identità femminile. Nel suo video performativo cerca di sconfiggere ostacoli costruiti da lei stessa.
In Standing Here l’ostacolo della Gilmore è un’alta colonna fatta di cartongesso, che l’artista tenta di scalare a calci e pugni per creare dei buchi nelle pareti. La forza espressiva contenuta nel minimalista “Così lontano, così vicino” di Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini ricostruisce l’atmosfera della seconda guerra mondiale tramite uno scambio epistolare tra un uomo deportato in Germania e la moglie rimasta a casa con i figli, e reperti sonori dell’epoca.
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