Intervista con la cantante Malika Ayane

Malika Ayane a Berlino - Foto: Emilio Esbardo

di Emanuele Bellintani

Abbiamo intervistato la cantante Malika Ayane poco prima della sua esibizione sul palco di “Bellissima Italia”, un evento organizzato dall’Institute for Cultural Diplomacy di Berlino che ha coinvolto diversi professionisti italiani nella capitale tedesca, tra cui il direttore de “il nuovo Berlinese”, Emilio Esbardo.

Reduce dal successo sanremese e dai riscontri di pubblico e critica del suo ultimo album, Naif, Malika si è concessa per una serie di domande sulla sua carriera musicale, sulle sue passioni e, ovviamente, il suo rapporto con la città di Berlino.

Malika Ayane a Berlino - foto: Emilio Esbardo

Malika, ormai sei una habitué della capitale tedesca : cosa ti attira e affascina di Berlino?

Berlino mi affascina in quanto…Berlino! La prima volta che sono stata qui avevo diciotto anni ed ero in vacanza, da lì ho capito che era la città in cui stare bene e in questi anni ho fatto in modo di poterci tornare il più frequentemente possibile. Oggi Berlino è un posto straordinario dove poter vivere, una grande città, ma estremamente rilassata e dove è semplice trovare e fare diverse cose; ecco, ti ricorda proprio la semplicità di poter recepire la bellezza.


Quali differenze culturali senti maggiormente tra, per esempio, Milano e Berlino?

Milano ultimamente mi sta stupendo, sta tornando un certo fermento, un gusto per l’improvvisazione che trovo anche qui: c’è da dire che Milano è la mia città di nascita, mentre Berlino è quella di “adozione”. Anche se può sembrare puerile, giro nella capitale tedesca, vado all’opera, alle mostre e ai concerti e non mi sento responsabile di “essere” Malika Ayane in quanto personaggio pubblico, invece la situazione è molto differente a Milano in cui a molte situazioni è proprio difficile avvicinarsi.

Malika Ayane a Berlino - foto: Emilio Esbardo

Malika Ayane a Berlino - foto: Emilio Esbardo

Malika Ayane a Berlino - foto: Emilio Esbardo

Azzardando un paragone: Malika Ayane torna spesso a Berlino, in cerca di libertà e di nuove ispirazioni; un po’ come David Bowie che a fine anni Settanta fuggiva dallo star system e si fermò per un paio d’anni nel settore Ovest della città in cerca di nuove idee.

Sì, lui scappava da Los Angeles in quel periodo (ho letto di recente il libro “La trilogia berlinese” e ho imparato un sacco di cose) e il caso ha voluto che la casa in cui ho abitato a Berlino negli ultimi anni fosse proprio a Schöneberg, vicino a Hauptstrasse dove visse Bowie. Una città che dà molto in materia di ispirazione: una metropoli viva e che vive a prescindere da tutto, dalla sua storia faticosa e difficile, e che continua ad offrire alternative.

Ci puoi dire quali sono i tuoi luoghi preferiti nella capitale?

Ah, sicuramente il cinemino di Hauptstrasse (Odeon Kino ndr), ci ho passato intere domeniche e poi c’è il baretto interno al Tiergarten con le barchette dove mi piace stare lì con mia figlia a dipingere per pomeriggi interi; mi piace inoltre scoprire sempre posti nuovi.

Malika Ayane a Berlino - Foto: Emilio Esbardo

Il tuo ultimo album, “Naif” segna un cambiamento rispetto ai precedenti dischi, tra l’altro è stato registrato anche a Berlino e la città fa capolino nel testo di “Ansia da felicità”. Come descriveresti questa tua evoluzione musicale?

Innanzitutto ho compiuto trent’anni e questo mi ha portato a valutare la vita in modo diverso liberandomi di tante ansie e cercando di prendere tutto il bello che c’è intorno. “Naif” parte proprio dall’istinto di stare insieme, di fare aggregazione e di ballare; qualcosa che si fa sempre meno. Con l’album “Ricreazione” si era chiuso un ciclo artistico, quello dell’apprendimento e dei primi anni di questo lavoro. Era arrivato il momento di fare qualcosa di nuovo e la collaborazione con il collettivo Jazzanova va in questa direzione: loro sono maestri nel mescolare sonorità diverse come Jazz, pop ed elettronica. Il tutto visto con l’ottica di una leggerezza consapevole dove si incontrano mondi diversi tra loro come ad esempio io che ho una formazione molto tradizionale e i produttori, Axel Reinemer e Stefan Leisering che vengono da un percorso di ricerca e programmazione elettronica.

Nel tempo libero, quali ascolti musicali prediligi?

Cerco di ascoltare le ultime uscite, leggo le riviste specializzate per rimanere aggiornata (l’ultimo di Panda Bear è fantastico!) e mi piace andare ai festival anche solo per inciampare in qualcosa di nuovo. Continuo anche a seguire la classica e l’opera: alla fine il tutto viene mescolato nel mio percorso di ricerca musicale.

Malika Ayane a Berlino - Foto: Emilio Esbardo

Malika Ayane a Berlino - Foto: Emilio Esbardo

Sei reduce da un terzo posto al Festival di Sanremo e da un nuovo premio della critica: ad un passo del gradino più alto del podio, stai già pensando alla prossima edizione?

Ogni Sanremo a cui ho partecipato mi è sempre servito proprio per l’importanza che do a quel festival; vedi, ne stiamo parlando anche qui in Germania proprio perché è come essere scelti nella nazionale cantanti che si presenta al mondo. Però non è una gara di atletica e mi piace andare lì e fare al meglio quello so fare.

Qual è il tuo rapporto con i fan in Germania?

Ti dirò, ho sentito che ce ne sono moltissimi, ogni tanto seguo anche i gruppi sul web e mi piace pensare che io abbia ancora tutto da fare, questo mi fa guardare le cose con maggiore curiosità. Ogni italiano che incontro qui è come un amico incontrato al parchetto con cui condividere un pezzo di strada insieme.

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