Summit europeo a Berlino per la grave disoccupazione giovanile

di Emilio Esbardo

Mercoledì 3 luglio si sono riuniti a Berlino, su invito della Cancelliera Angela Merkel e del Ministro del lavoro tedesco Ursula von der Leyen, 17 Ministri e Capi di Stato, tra cui Enrico Letta, per discutere sull’eccessiva disoccupazione giovanile in Europa.

 

Un problema da troppo tempo sottovalutato e da risolvere urgentemente come ha affermato Angela Merkel:

Il Consiglio europeo nella riunione del 27/28 giugno ha sottolineato, che la lotta contro la disoccupazione giovanile, che tocca un’inaccettabile alta percentuale di ragazzi europei, deve  essere un obiettivo prioritario ed immediato (…)


Secondo Merkel bisogna porre l’accento sulla competitività, la crescita sostenibile e la correzione degli squilibri macroeconomici. “Le riforme strutturali”, ha affermato, “sono il compito di ogni Stato Membro. Il rafforzamento dell’occupazione giovanile è il nostro obiettivo e responsabilità comune”.

Per comprendere la gravità della situazione basta citare il dato allarmante che ci sono purtroppo 5,6 milioni di disoccupati tra i giovani sotto i 25 anni in Europa.

Angela Merkel e François Hollande al termine della conferenza stampa - © Emilio Esbardo

Gli Stati membri hanno richiesto l’investimento di una somma di 6 miliardi di euro per risolvere il problema ma Angela Merkel avrebbe voluto che fossero 8 miliardi.

Secondo i sindacati e l’opposizione tedesca, la cifra menzionata è ridicola. Il candidato cancelliere SPD per le imminenti elezioni tedesche, Peer Steinbrück pretende che dal fondo sociale dell’Unione Europea vengano erogati 20-21 miliardi.


Più o meno la stessa cifra menzionata dal ministro Ursula von der Leyen, non nuova a posizioni differenti dalla corrente maggioritaria del suo partito (CDU) e dalla Cancelliera. Nonostante tutto il Ministro si è detta per il momento molto soddisfatta e ha posato divertita per i numerosi fotografi, rispondendo volentieri alle domande dei giornalisti.

Il Ministro Ursula von der Leyen - © Emilio Esbardo

Molto meno soddisfatti erano i gruppi di protesta che si sono formati davanti alla Cancelleria e alla Porta di Brandeburgo, davanti alla quale vi erano soprattutto spagnoli che accusavano la cattiva politica di risparmio che secondo loro ha portato alla rovina i Paesi europei del sud. In Spagna ed in Grecia un giovane su due è senza lavoro.

“Non si possono sempre favorire le banche e la casta dei ricchi”, racconta ai microfoni de il Nuovo Berlinese Pedro F., “i politici non possono continuare a far finta di niente. Se la situazione non migliorerà, popolazioni intere inizieranno a ribellarsi sul serio”.

Davanti alla Cancelleria, sindacati tedeschi, francesi, greci, italiani, irlandesi, spagnoli, portoghesi e lituani, hanno organizzato un contro-summit, il cui motto era: STOP TALKING ACT NOW (BASTA PARLARE AGITE SUBITO).

Nel loro comunicato stampa hanno fatto sapere:

I sindacati criticano da lungo tempo la politica sbagliata della crisi europea. L’austerità associata ai tagli salariali e alla riduzione delle prestazioni sociali sono in parte responsabili, per il calo della domanda, la perdita dei posti di lavoro e del costante aumento della disoccupazione anche e soprattutto tra i giovani. Le misure annunciate per combattere la disoccupazione di 5.627.000 giovani non sono sufficienti.

Proteste davanti la Porta di Brandeburgo - © Emilio Esbardo

In una situazione così incerta, dove gli stessi politici non hanno perfettamente le idee chiare, di sicuro si sa solo che della cifra degli otto miliardi di euro non se ne servirà la Germania, la cui situazione lavorativa funziona. La Francia avrà una fetta intorno agli 800 milioni di euro. Paradossalmente anche la Gran Bretagna, dove c’è il lavoro, ma non per i giovani, che fanno fatica a trovare un impiego soprattutto nel nord-est, riceverà la sua parte.


Alla conferenza stampa, oltre ad Angela Merkel e al Ministro del lavoro Ursula von der Leyen, erano presenti Dalia Grybauskaitė, Presidente della Lituania, François Hollande, Presidente della Repubblica francese, Herman Van Rompuy, Presidente del Consiglio europeo, José Manuel Durão Barroso, Presidente della Commissione europea e Martin Schulz, Presidente del Parlamento europeo.

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