Umberto Eco presenta il suo nuovo libro a Berlino

Umberto Eco - Foto: Emilio Esbardo

di Emilio Esbardo

Il 30 novembre, nella sala principale dell’emittente radiotelevisiva RBB, è stato presentato il nuovo libro di Umberto Eco “Numero zero”, pubblicato in Germania con il titolo “Nullnummer” a settembre 2015. A moderare la serata è stato il noto conduttore Jörg Thadeusz.
(Il 15 dicembre 2015, ore 22.15, la trasmissione “Umberto Eco ospite di Jörg Thadeusz” sarà trasmesso su RBB: www.rbb-online.de/thadeusz)


Il libro è molto provocatorio. In esso viene descritta la crisi del giornalismo italiano, dove i maggiori media hanno perso credibilità agli occhi dei lettori. Le grandi testate giornalistiche sono asservite agli apparati di poteri e sono abituati a manipolare le notizie a seconda del caso.

Il romanzo è ambientato a Milano nel 1992. L’imprenditore Vimercate, possessore di periodici scandalistici e di canali televisivi privati, fonda il quotidiano “Domani”, la cui direzione viene affidata a Simmei.

Il nome assegnato da Umberto Eco al giornale “Domani” rivela la sua aspra critica contro il giornalismo, dal suo punto di vista, corrotto italiano. Infatti “Domani” non indica la pubblicazione di fatti avvenuti, bensì parla di eventi che debbono ancora avvenire, manipolando e guidando così l’opinione pubblica anche su importanti decisioni da prendere. 

Umberto Eco - Foto: Emilio Esbardo

Si ritiene infatti che il giornalismo responsabile, ossia imparziale e obiettivo, debba separare apertamente i fatti dalle opinioni. 

La perdita di credibilità del giornalismo, ha affermato però Eco durante l’incontro, non riguarda solo l’Italia bensì è un fenomeno internazionale.

Umberto Eco è sempre stato un grande provocatore, basti pensare a ciò che scrisse nel suo famoso articolo “Fenomenologia di Mike Bongiorno” del 1961:

“Mike Bongiorno convince dunque il pubblico, con un esempio vivente e trionfante, del valore della mediocrità. Non provoca complessi di inferiorità pur offrendosi come idolo, e il pubblico lo ripaga, grato, amandolo. Egli rappresenta un ideale che nessuno deve sforzarsi di raggiungere perché chiunque si trova già al suo livello”.

Eco, nato ad Alessandria il 5 gennaio 1932, figlio di un negoziante di ferramenta, dopo essersi laureato nel 1954 con una tesi sull’estetica di San Tommaso d’Aquino presso l’Ateneo di Torino ed essere stato assunto nel 1959 come condirettore editoriale della casa editrice Bompiani, ha iniziato la sua brillante carriera universitaria nel 1961, che lo ha portato ad insegnare in numerose città italiane e straniere. Cito Torino, Milano, Firenze, Bologna, New York, San Diego, Parigi, etc.

Umberto Eco e Jörg Thadeusz - Foto: Emilio Esbardo

Il suo primo romanzo “Il nome della rosa”, edito nel 1980 da Bompiani, è divenuto un best-seller internazionale, che ha venduto trenta milioni di copie ed è stato tradotto in 47 lingue.

Umberto Eco ha poi pubblicato numerosissimi libri, tra cui “Il pendolo di Foucault” (1988), Baudolino (2000) e il bel saggio “Sei passeggiate nei boschi narrativi” (1993). 

Che Umberto Eco sia contro la monopolizzazione della cultura, lo ha dimostrato ultimamente quando ha lasciato la Bompiani insieme a molti suoi colleghi (Anna Maria Lorusso, Sandro Veronesi, Edoardo Nesi, Eugenio Lio, Sergio Claudio Perroni, Mario Andreose, Furio Colombo) per fondare la casa editrice indipendente “La nave di Teseo”. 

La decisione è stata presa per protestare contro l’acquisto di Bompiani da parte di Mondadori. 

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