di Barbara Francini
Troppo spesso vengono attribuiti alla gioventù italiana umilianti stereotipi e luoghi comuni. Il giovane italiano infatti è spesso visto al di fuori dei confini dello Stivale come il rappresentante tipo della categoria dei mammoni, di quei giovani che a trent’anni vivono ancora a casa sommersi dalle cure e attenzioni dei sempre presenti genitori.
Altro luogo comune è legato al fatto che i giovani accademici, spesso con un diploma dalla votazione eccellente, si ritrovino talvolta a dover scendere a compromessi pur di lavorare e garantire la propria indipendenza, vedendo vanificati o totalmente sottovalutati la fatica e i sacrifici di tanti anni di studio.
La situazione italiana non è rosea e di questo bisogna prenderne atto. È sotto gli occhi di tutti che per anni l’Italia è stata guidata da una classe politica che ha fatto l’interesse proprio e non quello del popolo italiano che l’ha eletta. E chi ha sofferto e soffre in tutta questa situazione di degrado sono in primis i giovani.
Tuttavia piangersi addosso o continuare a guardare con ammirazione il sistema di governo di altri paesi ci porterà poco lontano. L’Italia lamenta denuncia la costante fuga di cervelli, una percentuale troppo alta di disoccupazione giovanile, denuncia la riprovevole abitudine delle aziende di assumere stagisti facendoli sgobbare per la gloria, e a volte nemmeno per quella.
Tuttavia, in un’Italia che contesta la mancanza di prospettive, brillano diverse luci. Una di queste è la Puglia di Vendola. Presidente della Regione dall’aprile del 2005, ha avuto il coraggio di investire denaro pubblico in tutti quei settori nei quali il governo aveva operato consistenti tagli: istruzione, ricerca, energie rinnovabili e più in generale nei giovani.
Al punto numero 28 del suo programma per la campagna elettorale del 2010 si legge: “In questi anni la Puglia ha deciso di puntare sui giovani pugliesi come la più strategica delle risorse per il proprio sviluppo sociale ed economico. (…) Per contrastare il precariato e la disoccupazione giovanile vogliamo aiutare le imprese che intendono investire sui giovani: creeremo agevolazioni per chi assume i giovani che vogliono restare o tornare in Puglia; dobbiamo rafforzare il sistema di incentivi per chi valorizza i giovani ricercatori come risorsa per l’innovazione nelle imprese pugliesi. (…) Ogni anno, 100 idee proposte da giovani pugliesi devono diventare progetti per il territorio e la società pugliese. (…) Parlare non retoricamente dei giovani significa porsi la questione della indipendenza economica, della autonomia di un ragazzo e di una ragazza dalla propria famiglia[1]”
I buoni propositi del Presidente non sono rimasti solo belle parole, ma hanno trovato una concreta realizzazione nel programma “Bollenti Spiriti”. Nato nel novembre del 2005, Bollenti Spiriti è un’iniziativa della Regione Puglia promossa dall’Assessorato alle Politiche Giovanili e alla Cittadinanza Sociale. Il programma prevede tre azioni principali.
La prima si chiama “Laboratori urbani” che prevede il recupero di edifici dismessi di proprietà dei comuni pugliesi per la creazione di nuovi spazi pubblici, i quali ospiteranno per esempio teatri o ambienti per la formazione giovanile. La gestione di tali laboratori viene affidata tramite bandi pubblici a imprese e associazioni. “Principi attivi” si prefigge invece di finanziare progetti che incoraggiano la partecipazione della gioventù pugliese alla vita attiva e allo sviluppo del territorio. I progetti, ideati dai giovani stessi e finanziati con un contributo fino a €25.000, hanno molteplici scopi tra i quali la tutela e valorizzazione del territorio o la promozione di piani per l’inclusione sociale. La terza azione, il “Cantiere della legalità”, mira alla diffusione della cultura della legalità tra i giovani e al riuso dei beni confiscati alla criminalità organizzata.
Tra i successi di Bollenti Spiriti si possono annoverare il recupero della chiesa sconsacrata di Taranto vecchia che ospita oggi uno spazio teatro, oppure la creazione del “guanto interattivo” per la comunicazione via computer per persone sordo-cieche di Nicola Caporusso, che con il suo progetto ha vinto il primo bando di “Principi attivi” nel 2008.
Con 165 comuni coinvolti su tutto il territorio regionale, 132 fabbricati interessati da interventi e il 73% delle imprese finanziate attraverso i bandi dei “Principi attivi” ancora in piena attività, Bollenti Spiriti si configura come “la più importante operazione di infrastrutturazione materiale a servizio della creatività e del protagonismo giovanile mai varata da una regione italiana[2]”.
E non è finita qui. Mai sentito parlare del Parlamento regionale dei giovani? Stavolta il primato spetta non solo alla già citata Puglia, ma anche alla Toscana. Il Parlamento regionale dei giovani è un’istituzione attiva in entrambe le regioni da circa dieci anni. Dopo una fase sperimentale il Parlamento, nel quale si riuniscono 60 giovani studenti provenienti dalle classi degli istituti superiori, è stato addirittura istituito dalla Toscana con una legge regionale (la 34 del luglio 2011).
In Puglia il nuovo Parlamento si è riunito per la prima volta nel gennaio di quest’anno. A differenza della Toscana, il Parlamento regionale pugliese è composto da 40 giovani iscritti a una delle tante scuole superiori più 6 rappresentanti delle consulte provinciali degli studenti. Obiettivi comuni di questi organi sono quelli di favorire e promuovere il contributo autonomo dei giovani alla vita politica e istituzionale della regione, offrendo loro la possibilità di formulare vere e proprie proposte di legge da sottoporre all’attenzione del Consiglio Regionale alla fine del mandato. Riguardo al tema “ambiente”, il Parlamento ha presentato una proposta di legge per consentire il solo uso di carta riciclata negli uffici pubblici oppure l’utilizzo degli e-books nelle scuole, per limitare l’utilizzo della carta.
La Puglia e la Toscana sono tra le poche realtà in tutta Europa a vantare la presenza di una tale istituzione, la quale mette a frutto le capacità di tanti giovani studenti che portano avanti l’ideale di una società che li rispecchi e nella quale si sentano a proprio agio.
Conclusione 1: Questi sono solo alcuni dei fatti che dimostrano quanto grande sia il potenziale dei giovani italiani e che con una buona dose di coraggio e determinazione possiamo scrollarci di dosso stereotipi ed etichette.
Conclusione 2: Ancora dell’idea che gli italiani siano tutti mammoni?
Lo spot norvegese su youtube, che prende in giro i bamboccioni italiani:
[1] http://www.nichivendola.it/cms-upload/dichiarazioniprogrammatiche_ok.pdf (13.03.2012 22:04)
[2] http://www.officineculturali.it/chi_siamo.php?a=1&m=3&c=26&p=42&ID=26 (13.03.2012 22:01)
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