John Cage 100 - Wolfgang Rihm 60 – MaerzMusik 2012, festival della musica contemporanea

Il festival di quest’anno è stato dedicato a John Cage e a Wolfgang Rihm, dal titolo Pole: John Cage 100 – Wolfgang Rihm 60. Sono stati scelti due compositori totalmente differenti tra di loro, che sono, come suggerisce il titolo, due poli opposti. Entrambi hanno dato origine a due cosmi musicali, che non potevano non essere che differenti, ma che in ugual misura hanno influenzato decisamente la musica contemporanea.

“Sebbene avessi già visto John Cage in precedenti occasioni, il mio primo ‘incontro’ con lui è stato nel 1972 ad una selvaggia, cacofonica rappresentazione di HPSCHD alla Philarmonie di Berlino”, racconta Joan La Barbara, parlando del suo incontro con John Cage ed introducendo il suo lavoro Persistence of Memory, “ho trovato questo evento così inquietante che sono andato da lui e gli ho detto: ‘Noi abbiamo già abbastanza caos nel mondo. Perché ne vuole creare ancora di più’? I suoi ammiratori, che stavano ai suoi piedi, trattennero il respiro”.

Sede dei Berliner Festspiele - Foto: Emilio Esbardo

Con i suoi lavori Song Books e Persistence of Memory, Joan La Barbara ha inaugurato l’edizione del 2012 di MaerzMusik, l’importante festival annuale di musica contemporanea organizzato dai Berliner Festspiele. Persistence of Memory era già stato presentato in parte a dicembre del 2011 a New York. Per la rappresentazione berlinese è stata proposta in una nuova veste, modificata e adattata per l’occasione, dove si sente il forte influsso di John Cage, divenuto in seguito al loro primo incontro maestro e mentore di Joan La Barbara, come ci racconta lei stessa magistralmente:
”Alla premiere del mio pezzo Voice Piece: One – Note Internal Resonance Investigation, in una piccola galleria in Soho, John si diresse verso di me e disse: ‘È stato bellissimo! Ha voglia di lavorare con me?’. Risposi immediatamente di sì e lui mi affidò il brano Solo for Voice dei Song Books (…) Quando ebbi terminato tutto, invitai John a casa mia e cantai di fronte a lui. ‘È bello, disse lui, ‘ma non sufficientemente veloce. I pezzi dovrebbero essere pennellate calligrafiche come il canto degli uccelli’. Allora mi dimostrò ciò che aveva in mente e cantò per me: uno sciame pieno di note, in modo talmente veloce, da non poterle distinguere una dall’altra. Divenne mio amico e mentore, che rispondeva alle mie domande con nuove domande. Il suo maggiore influsso sulla mia musica è stato quello di insegnarmi ad unire differenti elementi contro le leggi della logica per giungere comunque a risultati stupefacenti. Noi presentiamo questo tipo di concetto nei nostri lavori Song Books e Persistence of Memory”.

Tomomi Adachi (a destra) dà un assaggio della sua esibizione. A sinistra, in piedi, Matthias Osterwold, direttore di MaerzMusik - Foto: Emlio Esbardo

Joan La Barbara, nata nel 1947 a Filadelfia, considerata una delle maggiori interpreti e autrici del vocalismo creativo, ha collaborato per circa vent’anni con John Cage, dalla cui musica trova tutt’oggi ispirazione soprattutto dal suo linguaggio visivo e dalla sua fervida immaginazione.

Il festival di quest’anno è stato dedicato a John Cage e a Wolfgang Rihm, dal titolo Pole: John Cage 100 – Wolfgang Rihm 60. Sono stati scelti due compositori totalmente differenti tra di loro che, come suggerisce il titolo, sono due poli opposti. Entrambi hanno dato origine a due cosmi musicali, che non potevano non essere che differenti, ma che in ugual misura hanno influenzato decisamente la musica contemporanea. John Cage, che quest’anno avrebbe compiuto 100 anni, teorizzava un tipo di musica, dove il soggetto, il compositore fosse limitato dalle regole. Rihm, che a marzo, ha festeggiato 60 anni, sostiene, invece, una musica basata sull’espressività e sulla soggettività.

Serata di apertura di Joan La Barbara - Foto: Kai Bienert / Berliner Festspiele

I musicisti invitati hanno tutti a che vedere con la musica di John Cage e Wolfgang Rihm. I luoghi dove si sono tenuti i concerti sono stati (oltre alla Haus der Berliner Festspiele): Berghain, Botanischer Garten, Konzerthaus Berlin, Philarmonie, Radialsystem V, Sophienkirche, Villa Elisabeth. Inoltre legati al tema di quest’anno si sono tenute diverse conferenze e organizzate varie esposizioni come quella dell’artista giapponese Ryoji Ikeda intitolata db presso la Nationalgalerie im Hamburger Bahnhof.

La Monte Young con Marian Zazeela - Foto: Emilio Esbardo

John Cage è considerato uno dei musicisti basilari del ’900. È nato il 5 settembre 1912 a Los Angeles. A soli 18 anni decide di andare in Europa. Visita l’Italia, la Spagna, la Germania, la Francia. Nel 1933 viene preso come Alunno da Schönberg, che gli impartisce le lezioni gratuitamente. Nel ’36 è compositore presso la Cornish School Of The Arts a Seattle. Nel ’39 forma l’orchestra di percussioni Cornish School, con la quale fa utilizzo di strumenti inusuali come contenitori di latta o cerchioni di auto. Cage inizia a provocare un terremoto nella tradizione europea. Insegna come fare uso alternativo degli strumenti classici, ad esempio, mettendo tra le corde del pianoforte differenti oggetti. Merce Cunningham diviene, a fine anni ’30, la sua compagna sentimentale e di lavoro. Nel frattempo la sua ricerca si espande anche sui rumori e sull’ampliamento della conoscenza di altri strumenti e in particolare sul genere della musica elettronica.

Annie Gosfield - Foto: Kai Bienert / Berliner Festspiele

Ciò lo porta a scrivere Sonatas and interludes: il suo brano per piano più celebre, dove ci sono 45 note preparate con l’inserimento di pezzi di gomma, pezzi di plastica, di noci e di bulloni. Attorno al 1945 inizia a seguire il Buddhismo Zen. Nel 1947 scrive The seasons, il suo primo pezzo per orchestra, pensato come balletto per la sua compagna Cunningham e dove traspare l’influenza della cultura indiana. Un altro sostanziale e determinante cambiamento nella vita di Cage è la lettura del libro I Ching, che lo porta ad affermare che la musica è natura e che il compito del musicista è quello non di creare bensì di ascoltare la natura per poi “dare voce” al suo suono. L’uomo dunque non come soggetto di un processo creativo ma come oggetto, uno strumento per la riproduzione del suono della natura. John tende sempre più alla negazione dell’io, abbandona l’idea di dominio del suono e della natura: ha il desiderio di ascoltarla e riuscire così a comporre brani che non ha mai udito. Cage mette, così, in discussione e distrugge l’immagine della centralità del compositore, tipica della cultura europea. Nel 1951, un anno dopo aver letto I Ching, mette in pratica le sue nuove convinzioni nel suo Music of Changes per piano solo. In seguito si chiude addirittura nella stanza insonorizzata dell’università di Harvard per riuscire ad ascoltare il silenzio, cosa impossibile. Infatti, rinchiuso e solo, inizia ad udire, ad esempio, il battito del cuore. Da questa esperienza, nel 1952, nasce 4’33”, per qualsiasi strumento, che consiste in realtà nel non suonare lo strumento.

Theo Nabicht & Susanne Zapf - Foto: Kai Bienert / Berliner Festspiele

Negli anni sessanta Cage è oramai una personalità indiscussa, un guru dell’avanguardia musicale. Inizia inoltre a scrivere e a dipingere. Negli anni settanta volge il suo interesse ai problemi ambientali e alla funzione politica che la musica può avere. Le ultime composizioni di Cage prima della sua morte, causata da un ictus a meno da un mese dei suoi ottant’anni, sono soprattutto opere astratte, i cui titoli indicano semplicemente il numero degli esecutori del brano.

Sonic Arts Reunion - Foto: Emilio Esbardo

La sensazione di questa edizione di MaerzMusik è stata sicuramente la presenza di La Monte Young considerato insieme a John Cage tra i più importanti ed influenti compositori di Musica Avant-Garde americana. Infatti l’artista lascia realmente di rado la sua Dream House in Church Street a New York, progettata con Marian Zazeela. Nato nel 1935 a Berna e cresciuto a Los Angeles, imparò presto il sassofono, suonando con musicisti rinomati quali Don Cherry, Billy Higgins, Ornette Coleman. È nel 1959, durante la sua permanenza a Darmstadt, che La Monte entra per la prima volta in contatto con la musica di John Cage. In questa città conobbe David Tudor, che lo mise in contatto con Cage. Iniziò così una serie di contatti epistolari e scambi di lavori musicali. Dopo essersi laureato e aver tenuto corsi con Karlheinz Stockhausen e Arnold Schoenberg, l’inventore del metodo dodecafonico, nel 1960 si trasferisce a New York per apprendere la musica elettronica con Richard Maxfield. Lentamente Young inizia ad inserire nella sua musica elementi inusuali come, ad esempio, rumori.

Natalia Pschenitschnikova e Alexei Lubimov presso il Radialsystem V - Foto: Emilio Esbardo

Nel 1962 realizza in collaborazione con Marian Zazeela la cosiddetta “Dream House”, ossia un’installazione di luce e musica, un luogo che i musicisti possono utilizzare come dimora e dove hanno la possibilità di suonare 24 ore al giorno. The Theater of Eternal Music, il gruppo da lui formato, realizzava brani lunghissimi, che non avevano né un inizio né una fine e che secondo Young esistono prima della performance e continuano ad esistere anche dopo. La musica, dal suo punto di vista è un’entità eterna, che non dipende dal genere umano. Anzi l’uomo occidentale l’ha snaturata adattandola alle proprie esigenze. È all’inizio degli anni ’70 che La Monte fa la conoscenza di colui il quale diventerà il suo guru musicale: il vocalista nord-indiano Pandit Pran Nath. La Monte, si può affermare, ha assimilato nel corso degli anni numerose esperienze in distinti generi musicali come i canti gregoriani, la musica elettronica, indiana, indonesiana e induista, la tecnica dodecafonica e il jazz. Inoltre è l’iniziatore del Minimalismo. Dal suo punto di vista, l’idea è molto più importante della realizzazione di un brano musicale.

Christian Wolff - Foto: Emilio Esbardo

La Dream House è stata allestita, in occasione di MaerzMusik, per due settimane nella Villa Elisabeth, dove La Monte Young si è esibito in tre concerti, dedicati a Pandit Pran Nath, insieme al suo gruppo Just Alap R a g a Ensemble.
Un’altra sensazione del festival è stata la serata in cui si sono esibiti di nuovo insieme, gli ex componenti dei Sonic Arts Union, le cui strade si erano separate a partire dagli anni ’80. Robert Ashley, David Behrmann, Alvin Lucier e Gordon Mumma sono tra i maggiori esponenti della musica sperimentale del filone di John Cage. Il 23 marzo, di fronte ad una platea numerosa, hanno eseguito le loro opere classiche, tra cui Music for Solo Performer.
John Cage è entrato in contatto con numerosi artisti giapponesi, che lo hanno portato a scrivere composizioni come Two4 per violino e Sho; uno strumento che veniva utilizzato per eseguire il Gagaku, una tipica musica tradizionale giapponese, suonata nelle corti imperiali. Era una musica questa, che aveva delle regole rigide e che non lasciava spazio alle improvvisazioni e di cui ci sono rimaste solo una novantina di composizioni. Two4 insieme a Banshikicho e Transfiguration of the Moon sono stati interpretati da Naoyuki Manabe e Marc Sabat. Transfiguration of the Moon è stato scritto da Toshi Ichiyanagi, un alunno di John Cage, sposato sette anni con Yoko Ono e personaggio di spicco della musica sperimentale newyorkese. Tomomi Adachi è un altro compositore giapponese di musica sperimentale, che la coniuga con il teatro, la poesia e le arti visive.
Ho trovato interessanti le interpretazioni di Gadji Beri Bimba del dadaista Hugo Ball e di Sixty-two Mesostics re Merce Cunningham di John Cage. Il movimento dadaista presente anche nella Tokio degli anni ’20 e John Cage hanno influenzato molto il lavoro di Tomomi. “John Cage”, ha affermato Adachi, “è sicuramente l’artista che mi ha influenzato di più in assoluto, anche se le nostre opere sono molto differenti”.

Lothar Zagrosek & Wolfgang Rihm - SWR Sinfonieorchester; Foto: Kai Bienert / Berliner Festspiele

Annie Gosfield, classe 1960, con il suo concerto nel locale Bergain, ha dimostrato il perché è considerata una delle maggiori figure della scena musicale di New York. L’artista vive al momento a Berlino grazie al premio Berlin Prize della “American Academy in Berlin”. Dopo aver studiato Pianoforte e Composizione ha iniziato ad interessarsi al blues, al jazz, al soul e alla musica sperimentale. Nei suoi pezzi aggiunge rumori non musicali a cui siamo tutti soggetti durante la vita quotidiana. La sua esibizione a MaerzMusik è stata un sunto dei suoni urbani che confluiscono nei suoi brani.

Al Bergain si è esibito anche un altro personaggio principale della scena musicale newyorkese, Elliott Scharp. Le sue esibizioni spaziano dal blues al jazz, dal noise alla tecno. In un festival così ben organizzato non potevano mancare le prime opere di John Cage, interpretate magistralmente da Natalia Pschenitschnikova e Alexei Lubimov nel concerto mattutino Dream tenutosi presso il locale Radialsystem V. I pezzi scelti hanno mostrato non solo le capacità inventive del giovane Cage ma anche il contatto e l’influenza che la letteratura sperimentale ha avuto su di lui e con la quale era entrato in contatto durante il suo tour europeo di 18 mesi in Europa. Ad esempio in Nowth upon Nacht il testo è di James Joyce ed in Three Songs è di Gertrude Stein. Natalia è una nota cantante, flautista, compositrice e artista di performance.

Akio Suzuki - Foto: Kai Bienert / Berliner Festspiele

Ha studiato presso il Tchaikovsky Conservatory a Mosca, dove è divenuta velocemente una figura indiscussa della scena musicale della città. Alexei Lubimov, grandissimo estimatore di compositori geniali del ’900, quali Stockhausen, Boulez, Webern, Schönberg, è uno dei più originali pianisti della musica contemporanea. Nato a Mosca è stato il fondatore del festival Alternativa. Altri grandi interpreti della musica del novecento e di John Cage sono gli Arditti Quartet, che si sono esibiti martedì 20 marzo alla Philharmonie. Al pubblico hanno regalato ottime esecuzioni di String Quartet di Terry Jennings, On remembering a naiad di La Monte Young, Navigations for Strings di Alvin Lucier, Visas di Stefano Scodanibbio e Music for Four di John Cage.

Il filo conduttore dei vari brani è stato la musica minimalista, nata negli anni sessanta negli Stati Uniti, i cui principali fautori sono stati La Monte Young e Steve Reich. La musica minimalista è considerata colta e si basa su un ritmo ripetuto ed essenziale e su un timbro solo. Il volume e la velocità sono molto bassi. La musica minimalista è dunque priva di melodia. Anche l’ubicazione dei musicisti, posizionati in punti differenti, lontani uno dall’altro, ha giocato un ruolo importante. Gli Arditti Quartet sono stati fondati nel 1974 ed hanno lavorato con i più grandi compositori del periodo. John Cage li stimava moltissimo esattamente come stimava Stefano Scodanibbio, il cui Visas è stato interpretato dagli Arditti Quartet. John Cage ha affermato in un’intervista: “Stefano Scodanibbio is amazing, I haven’t heard better double bass playing than Scodanibbio’s. I was just amazed. And I think everyone who heard him was amazed. He is really extraordinary. His performance was absolutely magic”.

Alvin Lucier - Foto: Kai Bienert / Berliner Festspiele

Nato il 1956 a Macerata, Stefano è divenuto un celebre contrabbassista e compositore. Ha collaborato con Giacinto Scelsi e Luigi Nono (italiano molto conosciuto ed amato a Berlino da pubblico e critica), il quale gli ha dedicato “arco mobile a la Stefano Scodanibbio”. Visas interpretato durante il concerto è diviso in tre episodi: “al Quartetto Arditti”, “alla compagna di viaggio” e “Vittorio Reta in memoriam”.

Visas è il titolo del libro di Vittorio Reta, un intellettuale con forti problemi psicologici, acuitisi a causa della sua attrazione per Patrizia Vicinelli, e che si è tolto la vita nel 1977, alla giovane età di trent’anni. La poesia di Reta, espressione e specchio delle esperienze sessuali, delle ideologie politiche e delle aspettative della sottocultura giovanile di allora, ha colpito ed influenzato moltissimo Scodanibbio.

Junko Wada - Foto: Kai Bienert / Berliner Festspiele

Stefano Scodanibbio, è scomparso a soli 55 anni in Messico, l’8 gennaio 2012: persona di grande cultura verrà ricordato anche per aver fondato nel 1983 la Rassegna di Nuova Musica a Macerata. Questo evento ha ospitato i più affermati solisti del mondo e gode di prestigio internazionale. 

Singolare è stata l’esecuzione dei brani Branches e Inlets di John Cage al Giardino Botanico di Berlino, dove i cactus e i rami sono stati utilizzati come strumenti musicali. A John venne questa idea durante una sua tournee nel 1975 con la Cunningham Dance Company. Charles Moulton, avvicinando un cactus al suo orecchio e tirando le sue spine, l’inspirò al progetto.

La “SWR Sinfonieorchester Baden-Baden und Freiburg” ha interpretato 3. Doppelgesang e Magma di Wolfgang Rihm, martedì 22 marzo alla Philharmonie. Un’ora prima del concerto è stata seguita con interesse una discussione con lo stesso Rihm moderata da Rudolf Frisius. Wolfgang Rihm è nato il 13 marzo 1952 a Karlsruhe ed è uno dei maggiori compositori attuali. A renderlo noto al pubblico e alla critica europea è stata, nel 1974, la rappresentazione del suo lavoro Morphonie-Sektor IV al Festival di Donaueschingen: Wolfgang aveva terminato i suoi studi di composizione soltanto due anni prima presso la Hochschule für Musik Karlsruhe. Rihm è stato molto prolifico, ha all’attivo centinaia di brani. Ha l’abitudine di revisionare molte sue partiture dopo molti anni, cambiandole notevolmente. Ad influirlo musicalmente sono state personalità quali Morton Feldman, Luigi Nono, Helmut Lachenmann. Tra le sue opere più importanti ci sono Die Eroberung von Mexico dal testo di Antonin Artaud e Die Hamletmaschine dal testo di Heiner Müller. È sempre molto attivo in vari festival europei e nel 2001 è stato nominato officier dell’Ordre des Arts et des Lettres. La “SWR Sinfonieorchester Baden-Baden und Freiburg” ha interpretato anche Coptic Light di Morton Feldman e John, David di Christian Wolff. John, David era stato pensato dal suo autore come regalo a John Cage per il suo ottantesimo compleanno ed è divenuto invece un omaggio alla sua memoria.

Tomomi Adachi - Foto: Emilio Esbardo

Christian Wolff è nato il 1934 a Nizza. È un importante compositore americano di musica sperimentale, termine coniato da John Cage, nel 1955, che ha affermato: “l’azione sperimentale è il risultato di ciò che non è previsto”. All’inizio della sua carriera Wolff, è stato molto influenzato da Cage. I suoi genitori sono tedeschi. Suo padre Kurt è conosciuto per essere stato l’editore di Kafka. Christian ha scritto musica impegnata politicamente ed ha insegnato a lungo Filologia Classica. Sabato 24 marzo ha partecipato all’incontro con i Sonic Arts Union in colloquio con il direttore di MaerzMusik Matthias Osterwold.

Il festival di quest’anno è terminato domenica 25 marzo con l’evento Dedicated – Music for Friends, iniziato alle 16 e conclusosi verso mezzanotte: una serie di performance, progetti artistici, musica e balli. Particolarmente toccanti, ricevendo un forte e lungo applauso dal pubblico, sono stati i brani Euler Lattice Spirals Scenery di Marc Sabat e Trauern heißt ganz Ohr sein di Walter Zimmermann.

di Emilio Esbardo

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