Mondo interconnesso - G20 2017 ad Amburgo - Il nostro resoconto

Immagine di gruppo - foto: © Emilio Esbardo / (*) Tutti i nomi alla fine dell'articoli

di Emilio Esbardo

“Il nostro compito è quello di formare un mondo interconnesso”: con questa frase Angela Merkel ha descritto l’agenda del G20, forum fondato nel 1999, tenutosi il 7 e 8 luglio 2017 ad Amburgo.


I punti fondamentali dei dibattiti sono stati:

Globalizzazione
Digitalizzazione
Crescita
Sostenibilità
Lotta comune al terrorismo
Lavoro
Salute
Migrazione

Di seguito un breve sunto ed analisi dei dati forniti dall’opuscolo del governo tedesco “G20 in Zahlen” (G20 in cifre), dimodoché il lettore si possa fare una idea ben precisa degli argomenti trattati durante il forum: www.destatis.de/g20 

Angela Merkel riceve Donald Trump - foto: © Emilio Esbardo

Angela Merkel riceve Donald Trump - foto: © Emilio Esbardo

Donald Trump - foto: © Emilio Esbardo

Popolazione
Circa due terzi della popolazione mondiale vive negli stati del G20, che producono più o meno l’80% del prodotto interno lordo globale. Problematica è la crescita drastica dell’età media. Attualmente in Italia si aggira ai 38 anni, in Germania ai 35 anni. Si prevede che in Cina e in Corea si passerà dagli odierni 14 a 51 nel 2050.

Il problema demografico non riguarda l’Africa: per il 2050 si prevede un raddoppiamento della popolazione, che aumenterà dai circa 1,2 miliardi a 2,5 miliardi di persone.

Statistiche età media 2015 / previsioni per il 2050 - Immagine da “G20 in Zahlen”

Migrazione
Secondo i dati della UNHCR (Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati – www.unhcr.it) vi sono circa 65 milioni di persone costrette ad abbandonare le loro case. La maggioranza di esse si sistema nei Paesi limitrofi. Difficilissimo fare una tipologia precisa: vi sono persone che si spostano da una nazione all’altra, altri che trovano una sistemazione in breve tempo ed altri invece dopo un lunghissimo periodo. Anche i motivi dell’emigrazione sono vari: vi è gente che scappa via da guerre e da disastri naturali, altri per necessità di un posto di lavoro, altri come avviene ultimamente in Europa per formazione professionale, etc.

Di solito l’immigrazione è vista come una risorsa se gestita bene. Però, quando in uno stato il numero degli immigrati è inferiore a quello degli emigrati, vi è un problema strutturale da affrontare.

Angela Merkel riceve Putin - foto: © Emilio Esbardo

Angela Merkel riceve Putin - foto: © Emilio Esbardo

Economia
Per il futuro si vorrebbe favorire una crescita economica sostenibile a livello internazionale. Nei Paesi del G20 è concentrata l’80% dell’economia mondiale. Per quanto riguarda la finanza pubblica, nel bilancio pubblico del 2016 è stato registrato un deficit in quasi tutte le nazioni tranne che in Germania (+ 0,8 % di avanzo di bilancio) e nella Repubblica di Corea (+ 0,3 % di avanzo di bilancio).

Per quanto riguarda la distribuzione del reddito e il problema del divario sempre più crescente tra ricchi e poveri, in Germania è stato riscontrato il tasso più basso di disuguaglianza tra i Paesi del G20.

Statistica distribuzione del reddito - Immagine da “G20 in Zahlen”

Commercio estero
Gli Stati del G20, secondo i dati WTO (Organizzazione mondiale del commercio – www.wto.org), rappresentano i tre quarti del commercio mondiale.

Nel 2015, il 77,5% di merci e servizi sono stati esportati a livello internazionale nei Paesi G20, mentre il 76,5% di merci e servizi sono stati importati sempre nei Paesi G20.

Statistiche importazioni (sinistra) ed esportazioni (destra) 2015 - Immagini da “G20 in Zahlen”

Africa
In Africa si vorrebbe investire per favorire lo sviluppo del continente. Tra i Paesi che investono maggiormente in Africa sono gli statunitensi e i britannici.

Statistiche investimenti in Africa 2015 - Immagine da “G20 in Zahlen”

Mercato del lavoro
La situazione del mercato del lavoro deve essere affrontata drasticamente. Anche se vi sono realtà migliori come quella tedesca, in molti Paesi d’Europa come in altri del G20 vi è un alto tasso di disoccupazione. Preoccupante è la mancanza di lavoro tra i giovani. Inoltre si registra un tasso di disoccupazione maggiore tra le donne che tra gli uomini e vi è il problema dell’integrazione degli immigrati.

Angela Merkel riceve Putin - foto: © Emilio Esbardo

Digitalizzazione
Altra sfida è la diffusione a livello internazionale della digitalizzazione nella quotidianità delle persone. Secondo i dati della ITU (Unione internazionale delle telecomunicazioni – www.itu.int), nel 2016 soltanto il 47% della popolazione mondiale ha utilizzato internet. In Africa il 25%. In Europa l’80%. Maggiormente in Italia, Turchia e Arabia Saudita, le donne fanno minore uso di Internet rispetto agli uomini. Purtroppo in Italia s’investe molto poco per il miglioramento delle strutture digitali e per la formazione digitale dei suoi abitanti mentre la Germania si trova ai primi posti in questo campo.

Statistiche formazione digitale 2014 (sinistra) e utilizzo di Internet 2015 (destra) - Immagine da “G20 in Zahlen”

Statistiche contratti Telefonia mobile (sinistra) e contratti telefoni di casa (destra) - Immagine da “G20 in Zahlen”

Agricoltura e Cibo
Nel mondo vi è una grandissima richiesta di prodotti agroalimentari a causa dell’aumento della popolazione che toccherà il 70% nel 2050. A preoccupare non è solo la quantità ma anche la qualità del cibo. Anche l’acqua è un bene primario, che non dovrebbe mancare a nessuno. Secondo le stime il 70% dell’acqua a livello internazionale è utilizzato nel settore agroalimentare, il 20% nel settore industriale ed energetico, il 10% tra le famiglie.

Clima e ambiente
Questo è stato uno dei dibattiti più accesi del G20 ad Amburgo ossia la ratifica da parte di tutti gli stati dell’accordo di Parigi, non ben accetto da Donald Trump.

L’accordo – stipulato durante la conferenza sul clima di Parigi del dicembre 2015, con 195 Paesi partecipanti – stabilisce “un piano d’azione globale, inteso a rimettere il mondo sulla buona strada per evitare cambiamenti climatici pericolosi limitando il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2ºC”.
– Link: https://ec.europa.eu/clima/policies/international/negotiations/paris_it

Salute
La globalizzazione e dunque la maggiore propensione al viaggio hanno aumentato anche le probabilità di diffusioni di virus. Gli Stati Uniti, tra i Paesi del G20, sono quelli che spendono di più nel settore medico, seguiti da Giappone, Francia e Germania.

Angela Merkel riceve Erdogan - foto: Emilio Esbardo

Angela Merkel riceve Erdogan - foto: Emilio Esbardo

– LA NOSTRA ANALISI –

(…) Il mondo cambia così velocemente: Gli inglesi sono andati contro l’Europa e così si sono autoesclusi al globalismo. Gli americani vanno contro mezzo mondo, perdendo in tal modo drammaticamente influenza. I cinesi e i tedeschi, al contrario, aumentano la loro sfera d’influenza costantemente (…)
– Dall’articolo “Mit einer Stimme” di Frank Sieren, pag. 15, Handelsblatt, 7/8/9 luglio 2017 (TRADUZIONE LIBERA DELL’AUTORE DELL’ARTICOLO)

Da come si può comprende da questo passaggio dell’interessante e ben scritto articolo di Frank Sieren, è stato un incontro molto complicato quello tra i capi di stato delle nazioni più industrializzate durante il G20. Si temeva che, a causa di forti dissapori, sarebbe potuto terminare persino prima, causando ulteriori asti e incomprensioni.

La Cancelliera si era posta la missione di portare avanti il progetto approvato durante l’accordo di Parigi per la salvaguardia della terra, dove si stanno rilevando drastici cambiamenti climatici a causa del riscaldamento globale. Per questo motivo doveva provare a convincere Donald Trump ad accettare il compromesso. Diplomaticamente non ha tentato il pericoloso gioco di formare una coalizione “tutti con Trump”, dunque isolandolo, ma ha scelto la via del dialogo.

Angela Merkel riceve Emmanuel Macron - foto: © Emilio Esbardo

Angela Merkel riceve Justin Trudeau - foto: © Emilio Esbardo

Angela Merkel riceve Shinzō Abe - foto: © Emilio Esbardo

Poi il fatto che Trump abbia intrapreso una politica che va in direzione dell’isolazionismo e del protezionismo degli Stati Uniti (“America first”) a discapito del libero scambio e delle frontiere aperte, ha spinto a rafforzare l’asse Berlino-Parigi in una sorta di “Europa first”.

Ed a proposito di libero scambio, proprio l’ordine esecutivo del 23 gennaio 2017 per ritirare formalmente l’adesione al TPP degli Stati Uniti firmato da Donald Trump, ha portato alla negoziazione di un trattato commerciale tra il Giappone e l’Unione Europea.

Il TPP, abbreviazione di Partenariato Trans-Pacifico, è un accordo di libero scambio tra dodici paesi della zona pacifica e asiatica: Stati Uniti, Giappone, Vietnam, Australia, Brunei, Canada, Cile, Giappone, Messico, Malesia, Nuova Zelanda, Singapore, Perù.

Angela Merkel riceve Paolo Gentiloni - foto: Emilio Esbardo

Angela Merkel riceve Mariano Rajoy - foto: Emilio Esbardo

Angela Merkel riceve Christine Lagarde - foto: © Emilio Esbardo

Angela Merkel riceve Theresa May - foto: © Emilio Esbardo

Angela Merkel riceve Xi Jinping - foto: © Emilio Esbardo

Dopo l’accordo fallito con gli Stati Uniti, quello tra Giappone e Unione Europea è stato salutato con entusiasmo dal Primo Ministro del Giappone Shinzō Abe, prima del G20, con la frase: “Issiamo la bandiera del libero scambio”. I punti più critici riguardano la scelta dei giudici che dovranno decidere le controversie tra imprese e stati e la spinosa questione della protezione dei dati. Secondo le previsioni di Juncker il trattato, se tutto va bene, dovrebbe entrare in vigore all’inizio del 2019 e i giudici dovrebbero essere statali e non privati.

Sulla questione della scelta dei giudici stava per fallire il CETA, il trattato di libero scambio tra Canada e Unione europea, che entrerà in vigore in maniera transitoria il 21 settembre 2017.  Esso dovrà essere ratificato dai parlamenti nazionali dei 28 Stati membri e di alcuni regionali. Il trattato cesserà di esistere anche solo se un parlamento nazionale o regionale della UE non ratificherà l’accordo.

Donald Trump, dal canto suo, prima del G20 era stato in visita in Polonia, il cui Governo ultraconservatore, rispecchia le idee protezioniste del Presidente americano. Sempre sull’Handelsblatt, quotidiano tedesco di economia e finanza, si legge:

(…) L’incontro di Varsavia potrebbe dare impulso alla ambizioni polacche di stabilire una sorta di EU orientale. Dunque una cooperazione di stati dell’est Europa, anche in contrasto con Bruxelles (…)
– Dall’articolo “Trumps Angriff auf Deutschland” di Mathias Brüggmann, pag. 14, Handelsblatt, 7/8/9 luglio 2017 (TRADUZIONE LIBERA DELL’AUTORE DELL’ARTICOLO)

Nel succitato articolo si comprende ancor di più quanto fosse intasata la matassa durante il G20, di quanto fosse delicata la situazione e l’alta posta in gioco sia per la Germania sia per l’Europa:

(…) Altrettanto pericoloso è il cambiamento di Trump verso la Russia (…) Questo può divenire un pericolo per la Germania e per l’Europa, poiché i rapporti già fortemente tesi con la Russia, non possono subire un’ulteriore peggioramento (…) Ma Washington ha recentemente inasprito ulteriormente le sanzioni contro la Russia e così minacciato le imprese tedesche: le società straniere – come Wintershall, Eon e altre – coinvolte al nuovo previsto gasdotto russo del Mar Baltico Nord Stream 2, verranno svantaggiate a causa degli Stati Uniti (…) Per il futuro, gli Stati Uniti vogliono diventare un grande esportatore di Gas di petrolio liquefatti (…) La Russia ha protestato violentemente in anticipo. Forse, in breve, in risposta alla provocazione, Putin farà puntare missili balistici, che possono volare fino a Berlino, posizionati in maniera permanente a Kaliningrad, città enclave russa tra Polonia e Lituania (…)
– Dall’articolo “Trumps Angriff auf Deutschland” di Mathias Brüggmann, pag. 14, Handelsblatt, 7/8/9 luglio 2017. (TRADUZIONE LIBERA DELL’AUTORE DELL’ARTICOLO)

Conferenza stampa di Angela Merkel - Foto: © Emilio Esbardo

Sala stampa G20 - foto: © Emilio Esbardo

Il sindaco di Amburgo Olaf Scholz durante la serata di benvenuto - foto: © Emilio Esbardo

Il gruppo musicale Wilhelmsburger Tampentrekker - foto: © Emilio Esbardo

Nel frattempo la Germania si è avvicinata ancor di più alla Cina, provocata ultimamente da Trump, il quale ha posto sanzioni contro due imprese cinesi, perché farebbero affari in Corea del Nord. Pechino però ha fatto capire al Presidente degli Stati Uniti che è sufficientemente forte per opporsi a qualsiasi provocazione.

Al termine del G20 la Cancelliera Angela Merkel ha ribadito le situazioni difficili che ha dovuto affrontare durante il forum ed ha dichiarato di aver fatto di tutto per favorire gli interessi tedeschi ed europei attraverso la diplomazia e il dialogo tra le varie parti. Lo scopo ultimo è quello di trarre vantaggio dalle opportunità che offre la globalizzazione e di gettare le basi per un mondo unito, senza protezionismi aperto ai mercati:

Come Paese ospitante del G20 abbiamo coniato il motto: “Formare un mondo interconnesso”. Nel preambolo del comunicato mettiamo in evidenza, che 10 anni fa il G20 ha dimostrato che si era riusciti congiuntamente a stabilizzare l’economia e i mercati finanziari durante una delle più gravi crisi a livello internazionale mai avvenute. Noi affermiamo: Ciò che era valido allora, lo è anche oggi. – TRADUZIONE LIBERA DELL’AUTORE DELL’ARTICOLO

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(*) Foto di gruppo inizio articolo

Prima fila da sinistra a destra: Emmanuel Macron (Francia), Donald Trump (USA), Joko Widodo (Indonesia), Enrique Peña Nieto (Messico), Jacob Zuma (Sudafrica), Mauricio Macri (Argentina), Angela Merkel (Germania), Xi Jinping (Cina), Wladimir Putin (Russia), Recep Tayyip Erdoğan (Turchia), Michel Temer (Brasile), Moon Jae-in (Corea del Sud)

Seconda fila da sinistra a destra: Alpha Condé (Repubblica di Guinea), Paolo Gentiloni (Italia), Justin Trudeau (Canada), Narendra Modi (India), Shinzō Abe (Giappone), Malcolm Turnbull (Australia), Theresa May (Gran Bretagna), Donald Tusk (Presidente del Consiglio europeo), Jean-Claude Juncker (Presidente della Commissione europea)

Terza fila da sinistra a destra: António Guterres (Segretario generale delle Nazioni Unite), Erna Solberg (Norvegia), Mark Rutte (Paesi Bassi), Macky Sall (Senegal), Lee Hsien Loong (Singapore), Mariano Rajoy (Spagna), Nguyễn Xuân Phúc (Vietnam), Mohammed al-Dschadan (Arabia Saudita), José Ángel Gurría Treviño (Segretario Generale dell’OCSE)

Ultima fila da sinistra a destra: Roberto Azevêdo (Direttore generale dell’Organizzazione mondiale del commercio), Tedros Adhanom Ghebreyesus (Direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità), Christine Lagarde (Direttore Operativo del Fondo Monetario Internazionale), Guy Ryder (Direttore generale dell’Organizzazione internazionale del lavoro), Jim Yong Kim (Presidente della Banca Mondiale), Mark Carney (Governatore della Banca d’Inghilterra)

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